Capitolo 7 - Daniel

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Ovviamente non ce l'aveva fatta a sistemare tutto. Vederlo lì affannato nel rimettere tutto in ordine gli aveva lasciato due sensazioni contrastanti: da una parte dispiacere per quello che gli aveva fatto, dall'altra... eccitazione. 

Era così carino che lo avrebbe preso e... No!  Si ricompose. Sistemò la cravatta, la giacca e entrò nell'archivio. 

"Come andiamo?" chiese con le mani in tasche, lo guardò dall'alto in basso soddisfatto di aver vinto la sua scommessa. 

"Bene, ho finito" mentì spudoratamente l'altro. Alcune gocce di sudore gli imperlavano il viso, le maniche della felpa erano arrotolate sulle braccia e della polvere gli era finita addosso. Stramaledettamente bello.

"Bugiardo" lo schernì.

"Bene..." disse arrendendosi e gettando dei documenti sul pavimento "Qual è la mia fottuta punizione?" 

Daniel sorrise e alzò un sopracciglio "Seguimi. Andiamo" questa volta fu il turno di Sergej di superarlo e spingerlo leggermente con la spalla. 

"Vendicativo" sussurrò seguendolo.

"Cosa hai detto?" chiese il ragazzo, gli occhi che brillavano di sfida. 

"Andiamo" ripeté Daniel, il sorriso non gli era mai scomparso dalle labbra. Un sorriso malizioso.


Si ritrovarono, come aveva programmato, in un bel ristorante con due piatti fumanti di pasta davanti. 

"Mangia" gli ordinò prendendo la forchetta. Sergej però guardò prima lui, poi il cibo. 

"Mi prendi in giro? Cos'è questo?" chiese indicandosi intorno.

"Direi un ottimo ristorante dove fanno della buona pasta ai frutti di mare. Ecco..." rispose porgendogli un gambero nel piatto, lo sguardo di Sergej era tra lo stupore e la rabbia "assaggia e poi dimmi" anche Daniel, dopo tutto si stava sorprendendo di se stesso. Era partito per uno scopo, ma alla fine non riusciva a trattenersi con lui. Anzi, voleva di più, sempre di più.

Sergej, evidentemente stanco, batté i pugni sul tavolo facendo girare gli altri clienti e tremare il tavolo "Non te lo ripeto più!" sbraitò quasi "Cosa vuoi da me? E' questa la tua punizione?"

Daniel prese un grosso respiro, posò la forchetta e si allungò sul tavolo per averlo più vicino "Vuoi essere punito?" con la mano gli pulì la guancia dalla polvere di prima, indugiando fin troppo e trasformando quel gesto in una carezza. Sergej rimase in silenzio, troppo sbalordito da tutto e Daniel che ormai aveva perso la testa disse: "Tutto quello che voglio è farti mio."

Il ragazzo sobbalzò e l'uomo ne fu quasi soddisfatto. Ritornò al suo posto, sicuramente, più tardi si sarebbe pentito di quello che aveva detto poteva però conquistarlo senza mettere in ballo i suoi sentimenti. 

"Che cazzo ti salta per la testa?" Sergej si alzò e fece per andarsene, Daniel lo afferrò per un polso costringendolo a fermarsi. 

"Ti ricordo che abbiamo un patto e questo pomeriggio devi lavorare per me" lo guardò dritto in viso, era in dubbio, riusciva a vederlo da come stringeva le mani. "E poi non ti ho chiesto di essere il mio fidanzato".

Sergej sospirò, si girò verso l'uomo ancora seduto e sorrise. Si era ricomposto in un secondo "Solo sesso?" fu il turno di Daniel di essere in imbarazzo, quindi ci aveva visto giusto anche l'altro sapeva essere diretto quando voleva. 

Daniel annuì, ma in realtà non sapeva neanche lui cosa cavolo stesse facendo. 

"E mi lascerai in pace?" chiese, avvicinandosi ancora di più, quasi a sfiorargli le labbra. Daniel deglutì, dov'era finita tutta la spavalderia di prima? Gli strinse di più il polso, cercando di ritrovare il coraggio che aveva avuto prima. Annuì ancora, senza proferire parola.

"Bene" disse infine Sergej liberandosi dalla presa "abbiamo un nuovo accordo..." lo annusò socchiudendo gli occhi e poi bisbigliò "capo" e ritornò a sedersi per poi mangiare come se nulla fosse. 

Nonostante sapesse che si era appena cacciato nei guai con le sue stesse mani, Daniel non poté fare a meno di sorridere per l'ennesima volta. 

"Resterai con me dopo lavoro" disse con tono asciutto, che non ammetteva repliche. Sergej prese il gambero che gli aveva passato e come tutta risposta gli staccò la testa per poi addentare il resto.   

Interessante.

È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora