Capitolo 15

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'Ciao nonna.' Avevo esclamato entrando in casa della nonna.

Lei era in cucina alle prese con una ricetta e la televisione a tutto volume. Da qualche tempo avevo l'impressione che la nonna avesse qualche problema d'udito, considerato il tono della voce che si doveva usare con lei anche quando non c'era alcun rumore che disturbava la conversazione.

'Che prepari di buono?'

'Ho infornato dei muffin da venti minuti ormai e non riesco a capire se sono pronti o no. Questi arnesi elettronici sono complicati bambina mia.'

'Vuoi una mano?'

'Volentieri..'

'Vedi nonna, devi semplicemente girare tutte le manopole e portarle sullo zero, poi apri lo sportello e quando hai preso il cibo lo lasci leggermente aperto per farlo rifrescare.'

'Oh tesoro, quante cose sono cambiate da quando ero giovane io. I forni cosi non esistevano, noi avevamo per lo più forni a legna. Quando ero giovane io non c'erano tutte queste comodità e la vita era migliore.'

'Perché era migliore nonna?'

'Si viveva in modo molto più semplice. Le ragazze erano ragazze con la R maiuscola, di quelle che oramai trovarle è diventato un'impresa. Di quelle che non mettevano in mostra il proprio corpo ma che si facevano notare per la loro intelligenza e dolcezza. Di quelle che a spogliarle ci pensava solo il loro uomo e nessun altro. Di quelle che non collezionavano fidanzati come fossero figurine ma di quelle che credevano nell'amore vero. Anche le relazioni erano diverse. Per conquistare una ragazza un ragazzo ci provava mesi e mesi. Le ragazze si accontentavano di una rosa rossa o di una lettera scritta con il cuore e i ragazzi in cambio chiedevano solamente un bacio, dato di nascosto, non davanti a tutti. Prima si stava attenti a certe cose, che se il padre della donzella ti vedeva ti faceva cantare. Ora bambina mia non trovi una ragazza che cerca il suo uomo perfetto, ora la maggior parte delle relazioni iniziano e muoiono su internet. Non si parla più faccia a faccia perché si è persa la semplicità di un tempo. Tutto è finto e basato sull'apparenza. Prima non importava se avevi uno, due o tre spasimanti, prima importava se quelli erano ragazzi per bene e non ragazzi che andavano un po' dietro a tutte. Prima quando ti sposavi era per tutta la vita perché avevi scelto bene, ora i matrimoni finiscono prima del sapore delle gomme da masticare. Io amo ancora tuo nonno come il primo giorno nonostante non ci sia più e mai mi passerebbe per la mente di sostituirlo con qualcun altro semplicemente perché quando io ho scelto gli ho giurato amore eterno, perché non mi sono sposata per scherzo ma perché ci credevo. Gli amanti prima non esistevano, o meglio esistevano ma erano per poche persone, le più libertine. Ora sono all'ordine del giorno. Prima l'amore era innanzitutto fedeltà e rispetto per il compagno e poi tutto il resto. Ora si è perso tutto quello che c'era di bello. Prima era tutto diverso alla mia epoca, era tutto migliore...'

Mi ero persa tra le parole della nonna. L'epoca di cui parlava era la stessa in cui era vissuta la mamma. Ecco perché non riusciva a non pensare a papà. Però la nonna ci era riuscita a continuare la sua vita senza il nonno, perché questa differenza?

'Non ti manca il nonno?'

'Certo che mi manca. Mi manca in tutte le cose che faccio ogni giorno. Mi mancano i momenti che abbiamo passato insieme e spesso mi ritrovo a dover guardare le nostre foto per ricordarli tutti.'

'Perché però tu non ti comporti come la mamma?'

'Credo che sia per due motivi fondamentali. Il primo è che ognuno reagisce in modo diverso alle perdite di una persona che si ama e lei ha perso contemporaneamente tuo padre e tuo fratello. So che Cristian non è morto ma per lei è come se lo fosse. Quando ci capita di parlare lei ne parla come parla di tuo padre, è troppo tempo che non è con noi. Il secondo motivo è che tuo padre l'ha abbandonata troppo presto. Io ero più avanti con l'età quando ho perso tuo nonno, sapevo che si stava avvicinando il momento in cui ci saremmo dovuti separare. Tua madre no. Lei sperava di avere più tempo da passare con lui. Se paragoniamo la vita insieme ad un pranzo con antipasto, primo, secondo, contorno e dolce, loro erano ancora al primo. È difficile accettare una cosa del genere, ma credo che soprattutto nell'ultimo periodo stia iniziando a reagire nel modo giusto.'

Il mio sguardo si era fatto di colpo assente. Dovevo dire o no alla nonna quello che sapevo sulla mamma?

'Cos'hai tesoro?'

'Nulla, va tutto bene.'

La verità era che mi stavo nascondendo dietro la paura e non sapevo come uscirne. Non riuscivo a parlarne con la nonna nonostante ne avessi avuto occasione e nonostante il fatto che il mondo mi stesse crollando addosso e i ricordi di quella sera, di tutto che sembrava perfetto ma in realtà era solo una messinscena mi stessero soffocando e non mi facevano dormire la notte. Avevo costruito intorno a me una sorta di corazza, di protezione che mi faceva apparire forte agli occhi degli altri, ma forte non ero. Forte era la nonna, che era in grado di parlare apertamente del suo dolore e di guardare in faccia la paura di essere sola senza lasciarsi intimorire da essa. Lei non aveva paura di essere giudicata, non si nascondeva dietro al fatto che erano tanti anni che il nonno non era più con lei. Parlava con chiunque glielo chiedesse e a tutti rispondeva che gli mancava ora più che mai. Non le importava se lo stava dicendo alla pettegola del quartiere o a sua nipote, la versione era sempre la stessa. Lei non cambiava l'apparenza. 

Il domani non fa più pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora