« vado a prendere qualcosa al supermercato. Ci metto cinque minuti. A dopo amore. »
« a dopo piccola. »
Mi sembrano parola così lontane adesso. È tutto buio, sento solo il rumore di un motore. Non riesco a concentrarmi abbastanza per riuscire a capire dove stiamo andando, per ricordare da che parte giriamo e tutto il resto.
Riesco solo a pensare che solo 20 minuti prima ero a casa di Yifan e stavo uscendo perché mancavano degli ingredienti per fare da mangiare.
Ero quasi arrivata al supermercato quando improvvisamente ho sentito un colpo alla testa e poi più niente, il buio totale. Mi sono risvegliata in un furgoncino completamente al buio. Ho le mani legate dietro alla schiena e la bocca chiusa con dello scotch isolante.
Gli ho detto che ci avrei messo 5 minuti, solo 5 minuti. Cosa starà pensando? Magari che me ne sono andata. No, non lo penserebbe mai.
Mi sta cercando? Certo. Ma ho paura, ho tanta paura. Perché sono qui?
Sento una lacrima scendere sulla mia guancia poi un'altra e un'altra ancora. Dovevo rimanere a casa, a casa con Yifan. Potevo semplicemente cucinare qualcosa d'altro. No, volevo fare il suo piatto preferito.
Mi manca, mi manca di già. La giornata felice che abbiamo passato insieme sembra così lontana. Ma perché sono qui? Perché nessuno mi dice niente?
Ragazzi, aiutatemi. Vi prego, muovetevi a trovarmi. È davvero buio qui. Sono da sola.
Ad un tratto il furgoncino si ferma. Le portiere dell'abitacolo si aprono e poi sbattono e sento le voci di due uomini. Parlano in cinese... troppo velocemente perché io li capisca però. E poi sembra più un dialetto che mandarino.
Sento le porte che si aprono e due mani mi prendono i piedi e mi trascinano fuori. Mi mettono un cappuccio nero e mi portano di peso dentro un edificio.
Entriamo da qualche parte e poi ancora da qualche altra parte e alla fine mi tolgono il cappuccio. Mi spingono via e chiudono la stanza che più che una stanza è una cella.
Sono spaventata ma devo stare calma, ci deve pur essere un modo per fuggire. Comincio ad analizzare la porta, che tipo di serratura ha, i cardini, ma sembra una porta blindata e impossibile da aprire dall'interno. Mi guardo in giro in cerca di una finestra quando all'improvviso una voce di donna mi dice: « non c'è nulla da fare. Da qui non si esce. »
Guardo nella direzione da cui proviene la voce e vedo nell'angolino una donna. È seduta, si tiene le ginocchia. È magra, con dei capelli neri come la pece. Non alza lo sguardo da terra nemmeno per guardarmi.
« da quanto tempo è qui? »
« credo di aver perso il conto. Tu che hai fatto per essere finita qui? »
« non ne ho la minima idea... »
« beh, mi sembra ottimo. - dice con un velo di ironia. - io sono qui perché non ho fatto ciò che la mia famiglia voleva facessi. »
Che bella famigliola felice!
« qual'è il tuo nome ragazza? » chiede alzando poi lo sguardo.
« Park Myung-hee, signora. »
« wow... che coincidenza. Hahaha. No, davvero, qual'è il tuo nome? »
« gliel'ho detto. Park Myung-hee. »
La donna si alza, con un po' di fatica, e mi viene vicina per guardarmi meglio.
« no, non può essere. Tch! È impossibile. »
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Tra Amore e Amicizia
FanfictionUn lavoro. Un dovere. 13 candidati. La Sicurezza Presidenziale non ammette insicurezza, esuberanza, ma soprattutto, la Sicurezza Presidenziale non ammette sbagli. Ma oltre la fatica e la paura di sbagliar, nascerà qualcosa che li farà andare avanti...