II

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«Principessa, la carrozza è qui» mi informa Bastaron, il governante di mio Padre.

Dopo aver finito di piangere assieme a quelle quattro splendide persone mi si è rovinato il trucco e perciò mi han dovuto truccare nuovamente.

Trucco, chiamiamolo così, mi han semplicemente messo della cipria rosa per risaltare le guance e una miscela di cocciniglia, gomma arabica, albume d'uovo e latte di fichi che ha reso le mie labbra cremisi.

Prima di salire sulla carrozza color blu e oro, mi hanno sistemato il lunghissimo vestito bianco, con uno strascico di cinque metri rifinito tutto a mano. Un vestito bianco, indica la purezza eppure gli uomini non si vestono di bianco.
Non capirò mai questa differenza fra uomo e donna, siamo nel 1600 e siamo ancora così indietro mentalmente. Spero che fra mille anni le donne possano scegliere cosa fare e quando farlo.

Mi accomodo sulla carrozza e vicino a me c'è quella vipera di mio padre.

«Comportati bene. Devi solo dire "sì, lo voglio", se mi rovini anche questo giorno per me, tu, non sarai più mia figlia.» incomincia a dire, che noioso ormai ho già accettato questo matrimonio.

Ho accettato perché dovevo, non perché volevo. Questo Principe non l'ho mai visto e non so nemmeno se l'abbia incontrato ad uno dei tanti balli, ma qualsiasi cosa sia basterà ignorarlo.
Non mi aspetto amore da questo matrimonio ma non mi aspetto nemmeno mancanza di rispetto.
Sono pur sempre la sua principessa.

«Si, si ho capito Padre. Non ti deluderò.» e alzo gli occhi al cielo, «Mi hai già deluso, per tutta la vita sei stata solo un fallimento ma ammetto che questo momento è uno dei migliori. Se riuscirai a sposarti con il Principe, spero che non ti lasci sull'altare, dopo il Ducato di Northumberland sarà il favorito del Re e potrò avere più territori e più soldi.».

Sempre a parlare di affari, ormai non mi ferisce nemmeno. Ho vissuto tutta la vita con un padre assente e che quando c'era mi faceva sentire una nullità, ormai sono abituata.
Vorrei solo cambiare il passato e non dover soffrire così tanto.

«Mi stai ascoltando?!» urla mio padre «Ehm? Dicevi, padre?» continuo a fissare il vuoto perché non c'è nulla da guardare «Siamo arrivati, scendi. Non puoi rifiutarti.».

Lo so, è questa la mia tragica storia. Non ho mai potuto rifiutare nulla, dovevo sottostare ad ogni ordine e ad ogni dovere.

Mio Padre scende dalla carrozza e mi porge la mano «È la tua vittoria Duchessa, anzi Principessa», metto fuori un piede e pongo la mia mano sopra alla sua.

Fuori dalla carrozza noto tutto il popolo in festa, tutte quelle persone sono quelle con cui ho ballato di nascosto. Quelle con cui ho riso nei Pub di nascosto, sono persone con cui ho vissuto senza mai rivelare la mia vera identità.

Il tempo atmosferico promette bene, il sole in alto splendente e il caldo torrido di metà Agosto mi strugge.

Mio Padre mi prende sottobraccio e ci incamminiamo verso le scalate della Chiesa.

Saluto e sorrido al popolo, che gioia immensa.

Appena entro nell'enorme Chiesa, l'organo riproduce un sottofondo melodico e dolce.
Tutti i presenti si alzano in piedi e assieme a mio padre percorriamo la navata.
Sento gli occhi delle giovani aristocratiche addosso, gelose del mio sposo.
Gli occhi dei giovani aristocratici sono pieni di lussuria e pieni di fiducia.
So già a cosa stanno pensando: "se me la faccio amica, mi avvicino al marito e alla corona", "se commette uno scandalo posso ripararlo e diventare parte dei servizi reali".
Le donne sperano in uno scandalo e in uno imminente divorzio mentre gli uomini pensano ad un modo per approfittarsene. Che squallore.

Arrivo al presbiterio, mio padre mi lascia un amaro bacio sulla mano e si accomoda vicino a mia madre.
Mi giro verso l'altare e non calcolo minimamente il mio futuro sposo.

Il Sacerdote inizia a farfugliare tutte quelle pratiche religiose, che noia. Io non credo nemmeno in Dio.

«e ..., siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà, senza alcuna costrizione, pienamente consapevoli del significato della vostra decisione?» domanda il Sacerdote.

Io sono stata obbligata, non volevo nemmeno sposarmi. «Si» è stata la nostra risposta.

«...siete disposti, nella nuova via del matrimonio, ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?» «Si.» e anche questa bugia è stata confermata.

«...siete disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?» «Si.», figli chissà se ne vorrò avere. Sicuramente dovrò compiere i miei doveri da brava moglie e da futura Regina quindi per forza dovrò dargli un'erede.

«Principe Harry Edward Styles, figlio legittimo e primogenito del Re e della Regina d'Inghilterra, vuoi prendere la Duchessa Agnés Celia Nala figlia del Duca di Northumberland come tua sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?» «Sì, lo voglio.» woaah! Non ci ha pensato nemmeno due volte prima di rispondere.

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