XVI

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Sono passati otto anni da quel banchetto, sono cambiate molte cose e anche le mie relazioni interpersonali.

Sono riuscita, con calma e fatica, a portare mia madre dalla mia parte e anche mio padre ha iniziato a mostrare un certo interesse nei miei confronti.

La relazione fra me e Asterix dopo la litigata è rimasta sospesa poiché il giorno della sua partenza non l'ho degnato di uno sguardo.

Mio fratello ha finito gli studi tre anni fa ma ancora non è tornato a casa perché ha scelto di proseguire la facoltà economia e finanza, e a me va bene.
Non mi aspetto niente da una persona codarda come lui che in questi otto anni non ha mai scritto una lettera.

Nonostante mio fratello non ci fosse, Niall è sempre venuto a trovarmi e ad un certo punto ho iniziato ad andare a Palazzo per salutarlo. È diventato un bel ragazzo, non è più gracile come un tempo e il suo linguaggio è migliorato assieme ai suoi modi primitivi.

Il Cavaliere Horan è ora il mio cavaliere personale, ha insistito per esserlo e ha fatto il suo giuramento.
Niall è l'unico amico con cui posso parlare di tutto e con cui rido spesso ma soprattutto è il mio avversario migliore quando siamo a cavallo, facciamo sempre delle gare mentre siamo in groppa ai nostri equini.

Un'altra fortuna è che non ho avuto più relazioni con la Famiglia De Sevilla e con la loro figlia, dal banchetto non l'ho più rivista e sono contenta.

Il Principe Harry non è più riapparso nella mia vita, se i miei genitori avevano affari con la sua Famiglia, lui non c'era mai. Sono contenta anche di questo, così almeno non lo devo sposare e devo evitare un qualsiasi tragico destino.

«Agnés, ci sei?» mi richiama Niall «Ehi, scusami ma ero immersa nei miei pensieri» e appoggio la mia penna d'oca «Che cosa scrivevi?» chiede incuriosito «Ah nulla, un diario» e chiudo il mio libro.

In questi otto anni ho iniziato a scrivere in un diario tutte le mie vicende personali e ho descritto anche tutte le persone con cui ho avuto a che fare.
È stato, diciamo, quasi terapeutico. Mi ha tenuto compagnia durante l'assenza di Asterix Trèvois.

«Andiamo a cavalcare?» piagnucola Niall, mi alzo dalla sedia e gli sorrido «Certo che sì! Sei pronto? Oggi vincerò sicuramente con Sky» e gli mostro i muscoli nelle braccia «Lo dici da almeno tre anni, eppure io e Balkanik vinciamo sempre» e mi pizzica il muscolo.

«La fortuna è sempre stata dalla tua parte, oggi sono sicura che sarà dalla mia» e ridacchio «Allora prendimi se ci riesci» e scappa fuori dallo studio.

Quello studio vecchio e malconcio è il mio attuale ufficio, in cui gestisco i miei piccoli affari. Sono riuscita a convincere mio Padre a ristrutturarlo assieme ad altre stanze nella casa, almeno se devo rivivere nuovamente, lo voglio fare con un certo stile.

Corro in camera e c'è Niall che mi aspetta sul divano in mogano «Posso stare qui mentre ti vesti?» domanda «No-» «Sono come tuo fratello, spogliati pure non mi scandalizzo», gli tiro in testa una ciabatta «Mio fratello non mi ha mai visto nuda e tu non hai nessun diritto» e alzo gli occhi al cielo.

«Va bene, me ne vado. Però poi se qualcuno ti deruba, io non entro perché non vuoi che ti veda nuda» «Sei un pervertito» e gli faccio la linguaccia «Solo per te, mia Dea» e ridacchia.

Scaccio Niall dalla stanza e mi vesto con i miei soliti abiti da equitazione, nel mentre mi guardo allo specchio e il mio corpo è davvero cambiato. Chissà se anche quello di Horan è cambiato quanto il mio.

Inizio ad arrossire e solo al pensiero mi imbarazzo, ma cosa vado a pensare?

Dopo essermi rivestita, esco dalla mia stanza e Niall mi sta aspettando sui gradini «Sei bellissima» e mi sorride «Uhm, grazie. Andiamo? Perdente» e ridacchio per poi correre giù dai gradini.

«Appena ti prendo!» e anche Niall mi segue, arriviamo dalla porta d'ingresso e mio Padre ci ferma.

«Sir. Horan e Signorina Agnés cosa state facendo?» mi domanda mentre alza un sopracciglio «Andiamo a far una cavalcata» gli rispondo «Va bene, Horan dopo ti voglio nel mio ufficio. Dobbiamo parlare di qualcosa di molto serio» e lo guarda.

Niall abbassa lo sguardo e annuisce «Certo, signore» e mio Padre se ne va.

Guardo Niall e gli sorrido, poi riprendiamo a correre verso le scuderie. Sono sicura che sta volta vincerò io.

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