Nel mentre che lavoravo per la Handler non sono riuscita a fare a meno di informarmi su Cinque e gli altri. Praticamente sono tutti arrivati con qualche anno di distanza, tranne Cinque... Ma ormai questo non mi riguarda più... Sono 10 anni che lavoro per la Commissione, ora sono finalmente libera...
<Sei stata un agente superba Alice, se hai intenzione di continuare a lavorare per la Commissione sei sempre la benvenuta> affermò Handler per poi consegnarmi la valigia come promesso. <Grazie per la proposta ma non ho nessuna intenzione di tornare> risposi mettendomi gli occhiali da sole per poi azionare la valigia. Mi ritrovai in un vicoletto che non conoscevo, cazzo questo significa che sono lontana dal club! Uscì dal vicolo sospirando per poi notare con gioia un bar lì vicino. Entrai per poi sedermi al banco appoggiando accanto a me la valigia, almeno posso prendermi un caffè. <Guarda chi abbiamo qui!> esclamò la barista vedendomi <Piccolina dove sono i tuoi genitori?> mi domandò guardandosi intorno, che sega mi ero dimenticata... <Sono venuta a prendere un caffè per mio padre> risposi sorridendo <Ohhh che brava! Te lo faccio immediatamente! Come lo prende il caffè tuo padre?> mi domandò infine. <Nero> risposi mantenendo il sorriso, fortunatamente la donna si mise subito a prepararmi il caffè permettendomi di rilassarmi la faccia. Mi guardai attorno finché non notai un giornale poco più lontano, curiosa e annoiata lo presi in mano aprendolo. Mi bloccai non appena lessi l'anno... <Scusi!> urlai sbattendo le mani sul banco spaventando la barista che per poi non faceva cadere a terra il caffè, <Siamo nel 1963?!> le domandai <Che domande strane che fai, mamma e papà non ti hanno mai det-> iniziò la ragazza ma la interrompi ripetendo la domanda <Siamo nel 1963?!>. La donna allora annui in silenzio, merda! Le rubai dalla mano il caffè, cercai nella tasca delle monete e senza nemmeno contarle le appoggiai sul bancone. Scesi dalla sedia, presi la valigia e me ne andai. Invece di portarmi nel 1961 la valigetta mi aveva trasportato nel 1963! Ritornai nel vicolo per poi riaprire la valigia intenta ad andare a chiederne un'altra a Handler. Ma non appena la aprì cominciò a fare rumori strani ed a fumare... Allora arrabbiata la buttai a terra... Sospirai per poi prendere un sorso di caffè, non importa...
Dopo circa 30 minuti di camminata arrivai finalmente, The Velvet Room... Entrai di nascosto dalla porta dello staff siccome sapevo che la tenevano sempre aperta e che dire...Tutt'ora la tengono aperta. Mi incamminai verso il salone dove stanno i clienti e dove sicuramente si trova Paul. Ordinai un gin tonic al barista che inizialmente mi guardò sospetto a causa dell'età che dimostravo ma una volta tirato fuori i soldi iniziò a lavorare. Qui se sei un cliente che paga allora non importa chi tu sia, presi un sorso del cocktail per poi iniziare a cercare quel bastardo tra la folla... <Alice sei tu?> mi voltai sorpresa, era Luther. <Oh, Luther...> risposi salutandolo e abbassando gli occhiali da sole <Quindi sei arrivata anche tu> disse per poi ordinare un drink al barista. <Ehi, Luther> si avvicinò una ragazza impedendogli di farmi altre domande, deve essere nuova non l'ho mai vista. <Ciao Autumn, come vanno le mance?> le domandò Luther <Sto ancora aspettando i ricconi> rispose lei con un sorriso. <Chi è quello che importuna mister Ruby?> chiese Luther posando il bicchiere datogli un minuto prima dal barista e che ora era ormai vuoto <Non lo so. Ma ha bevuto Vodka gimlet come se non ci fosse un domani> rispose lei ancora sorpresa. <Ti sta dando problemi?> chiese poi Uno <Non ancora> rispose Autumn osservando l'uomo completamente ubriaco <Mi preoccupa di più il ragazzino> disse infine la ragazza sospirando. Sia io che Luther si bloccammo per un secondo, sentivo il cuore esplodere....
<Ragazzino?> chiesi ad alta voce senza accorgermene <Quale ragazzino?> chiese Luther subito dopo <Quello vicino al palco. Gli ho detto che non ammettiamo minori> rispose lei. Io e Luther cercammo con lo sguardo il ragazzo tra i uomini sotto il palco finché non vidimo una figura molto più minuta rispetto alle altre. <Ah, si? E lui che ha detto?> chiese Luther senza staccare gli occhi <Mi ha chiesto quando stacco> rispose Autumn ridacchiando. Era lui... strinsi la maglietta sul petto continuando ad osservare la sua figura nascosta nel buio... Sentivo dentro di me così tante emozioni... Felicità, malinconia, rabbia, nostalgia... Volevo vederlo ma allo stesso tempo dimenticarmi di lui... Non posso rivederlo... Luther mi osservò un'attimo per poi dirigersi verso il fratello.
Lo seguì per poi nascondermi dietro ad una colonna accanto a loro in modo tale da poter sentire, <È troppo giovane per te> gli sussurrò Luther all'orecchio <Anch'io sono felice di rivederti> rispose Cinque ironico. La sua voce....
<Cosa vuoi?> chiese Luther alzando leggermente la voce <Che ti sieda e non mi stia addosso come una spogliarellista> rispose lui con un sorriso. Il maggiore allora fece come disse, <Da quanto sei qui?> domandò Cinque <Da un anno, grazie a te> rispose lui <Mi dispiace, Luther. Dev'essere stata dura> rispose il minore.
Si senti un qualcuno urlare, stava intimando all'altro ubriaco di andarsene. <Devo andare> disse Uno alzandosi, dev'essere l'uomo per cui lavora come picchiatore. <Luther aspetta! Lo capisco, okay? So cosa significa essere bloccati nel tempo. Pensare che è così che vivrai il resto della tua vita. In fuga, senza sapere se rivedrai mai le persone che ami, e in un mondo a te sconosciuto. Ma Luther tu non sei solo. Dobbiamo trovare gli altri. Il mondo finirà tra 10 giorni e non ho idea di come impedirlo> disse Cinque cercando di fermarlo. Luther lo osservò per poi rispondere <Me ne fotto> e andarsene. <Luther che ti prende? Ti ho detto che il mondo finirà tra 10 giorni> chiese Cinque alzandosi per poi tagliargli la strada <Si, beh, lo dici sempre> rispose lui per poi incamminarsi. Cinque lo afferrò impedendogli di andare <E fino ad ora ho avuto ragione> affermò, Uno sospiro <Vuoi salvare il mondo? Fa pure, io ho già un lavoro> rispose seccato. <Aspetta, tu lavori... in questo buco?> chiese poi Cinque <No, il mio capo è uno dei clienti abituali di questo posto> rispose Luther <E io sono il suo bodyman> continuò poi.<Cioè tipo una massaggiatrice?> chiese Cinque ironico <Sfottimi pure, ma io mi prendo molta cura del sig. Ruby> rispose il fratello. <Ruby? Jack Ruby, il gangster che sparò ad Oswald?> chiese incredulo <Si, proprio lui> rispose Uno tranquillo. <Alla fine è successo. Il DNA da gorilla ha preso il sopravvento> affermò Cinque sospirando. <Ehi, bada a come parli. Jack è un buon amico> disse Luther <E tu sei Numero Uno, ricordi?> gli ricordo Cinque <Non c'è nessun numero Uno. Non più. Non nel 1963> rispose lui. <Sono bloccato qui da un anno. Cosa ti aspettavi?> rispose Luther <Lo capisco. Hai visto Pogo morire, il mondo è esploso e io ti ho bloccato nel tempo. Mi dispiace, okay?> disse il minore <Ma sto chiedendo il tuo aiuto Luther... La Umbrella Academy ha bisogno di te-> iniziò Cinque finché non lo interrompe. <Non è vero. E mai lo è stato> affermò Luther, Autumn si avvicinò a loro <Luther, il sig. Ruby sta per perdere le staffe con lo scemo. Un aiutino?> gli domandò.
<Merda> imprecò lui <Luther aspetta> lo fermò ancora Cinque <Ascolta! Sei tu il genio che ci ha detto di saltare nel tempo, no? Siamo stati portati qui per colpa tua e sei stato tu a portare Vanya! Probabilmente è lei a causare l'apocalisse! E anche se volessi impedirlo, non lo farei certo con te!> disse per poi andarsene da Ruby e portare fuori l'uomo ubriaco. <Ah> si fermò accanto al minore con ancora tra le braccia l'uomo incosciente <Voglio aiutarti un ultima volta in quanto tuo fratello> disse attirando la sua attenzione <Se stai cercando Alice, lei è qui> terminò per poi uscire.
Oh, grazie Luther... Grazie mille... Non appena sentì la notizia sul suo volto si dipinse un espressione sorpresa per poi iniziare a guardarsi intorno, nel frattempo io me ne tornai nella mia vecchia camera mimetizzandomi tra le persone per evitare di essere trovata. Ditemi che non hanno cambiato la serratura! Inserì la chiave nella fessura per poi girarla e tack la porta si aprì. Una volta dentro mi chiusi la porta alle spalle per poi stendermi sul letto, la camera era rimasta esattamente come lo avevo lasciato... Sorrisi amaramente, non è cambiato per niente nemmeno lui...