<Luther> lo chiamò Vany che aveva uno sguardo perso, <Potete uscire... Per favore?> ci chiese <Voglio restare... E poi ho ancora alcune domande> rispose Vanya preoccupata, Luther urlò per poi assestare un pugno al muro creando una crepa. Vanya a quel punto annuire uscendo, Cinque osservò il fratello per poi seguire Vanya, mi voltai intenta a uscire <Luther... Non hai bisogno di Jack... Ne tanto meno di tuo padre> dissi prima di varcare la soglia. Sapevo che Jack per lui era un sostituto di suo padre, anche se non ne era cosciente. Insomma tutto il suo linguaggio del corpo e il modo in cui gli risponde lo comunica...
<Come stai?> mi domandò una volta scesa <Non mi ha fatto niente> risposi con nonchalance, <Ma non ti ho chiesto questo> mi rispose lui quasi arrabbiato. <Sai... Vorrei che tu ti sentissi libera di poter dirmi quello che vuoi... Di come ti senti...> disse poi prendendomi il viso facendo incontrare i nostri sguardi: i suoi smeraldi sinceri ed i miei mori spaventati...
Non sapevo cosa fare... Fin da piccola sono sempre stata convinta, anzi la società mi ha convinta che mostrare troppo i propri sentimenti era sbagliato. Sbagliato perché si da per scontato che gli altri ti pugnaleranno alle spalle. Perché vedere le sofferenze altrui allevia le proprie. Perché le persone sono egoiste. Perché questa è la natura vera dell'uomo. "Perché in questo modo verrai solamente ferita ancor di più, perché l'unica persona di cui ti puoi fidare veramente sei ste stessa.". Cinque però non lo farebbe mai, lo so. Lui non mi tradirebbe mai, non mi ferirebbe mai, non si permetterebbe mai di giudicarmi. Ma come riuscire fidarsi degli altri se non ti fidi nemmeno di te stessa? Allo stesso tempo... Di fronte a tutta la sua sincerità e fiducia non riuscivo a non sentirmi in colpa... In colpa perché non riesco a ricambiarlo... In colpa perché non facevo altro che ricevere e non riuscire a dare nulla in cambio... E la parte peggiore è che... Lui non lo fa per ottenere qualcosa in cambio... Lo so... Ditemi come faccio a non sentirmi in colpa...
Mi allontanai da lui... Strinsi forte la maglietta sul petto come a cercare di tenere fermo il cuore... Con lui non ho bisogno di questa armatura... Ma essendoci abituata era davvero difficile fermare questo mio meccanismo di difesa... Anche perché mi è sempre stata così comoda... Ora però tirare fuori le vere emozioni sembrava così difficile... Alzai la testa, era silenzioso... Ma il suo viso era pieno di parole... Gli occhi cominciarono ad offuscarsi... <Non sto bene> risposi con voce tremolante... A quel punto le lacrime cominciarono a scendere senza contegno... Lui mi abbracciò in tutta risposta senza dire niente. Amo il suo silenzio... Nessun commento... Nessun giudizio... Nessuna parola da decifrare... È esattamente come scrivono nei libri "Un silenzio vale più di mille parole"...
...
<Lo avrei dovuto uccidere quello stronzo> disse Cinque improvvisamente sbuffando facendomi ridere. <Dov'è Vanya?> chiesi non vedendola <È tornata alla sua fattoria> rispose lui seccato <Ora cosa facciamo?> domandai, lui sospirò per poi dire <Per ora torniamo dagli altri>.
...
<E l'hai lasciata andare?> chiese Diego una volta avergli raccontato i fatti <Aveva molto da elaborare... Cambierà idea, so che lo farà> rispose Cinque facendo avanti e indietro. <E i tizi che l'hanno seguita?> chiese poi Diego <I svedesi?> puntualizzò il fratello <Si, chi ti dice che non ci riproveranno?> gli domandò <Nessuno> rispose Cinque schietto. Elliott entro posando sul tavolo le tazze di caffe, <Sai chi li ha mandati?> chiese Lila afferrando una tazza <Ho qualche sospetto> rispose lui chinandosi sul tavolo per poi prendere l'ultima tazza. <Ma ora la nostra priorità è trovare papà e ottenere delle rispose. Dipende tutto da questo> affermò sedendosi accanto a me, <Per la cronaca, l'ho già trovato> iniziò Diego <Errato. Ti è sfuggito prima di poterci parlare> lo corresse Cinque <Mi ha pugnalato> si difense lui <Strano che non lo abbia fatto prima, lo volevamo tutti> disse lui. Elliott e Lila risero, <Bella questa> disse lei allungandogli la mano per il cinque ma Cinque la ignorò.