Responsibility

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|HARRY'S POV|
Le parole del coach continuavano a tormentarmi; non riuscivo a darmi pace, e non l'avrei avuta, probabilmente, anche nei giorni a venire.

Stavo tornando a casa: per qualche decina di minuti mi ero trovato, all'interno dello spogliatoio, in sola compagnia di Jacob.
Ci saremmo scontrati nuovamente, se non fosse stato per la nostra situazione in estremo equilibrio: dato quello che ci aveva comunicato Louis.

Non lo degnai di una parola, e successivamente uscii con il solo pensiero, di arrivare il prima possibile in stanza.

"Domani non presentatevi ad allenamento"
Quella era probabilmente la frase che mi mandava più in panico, assieme all'enorme paura di aver anche potenzialmente deluso il mister.

"Io penserò se inserirvi nella formazione della seguente partita"
Probabilmente non metabolizzavo: mai mi era successo di restare fuori e non ne vedevo, nemmeno lontanamente, le possibilità.
Ma proprio quello mi spaventava più di qualsiasi altra cosa, avrei dovuto cambiare questa mia abitudine?

Perso nei miei pensieri, giunsi a destinazione: le lacrime di insoddisfazione, rabbia e paura minacciavano di scendere.

Entrando scaraventai il borsone da allenamento contro la parete opposta; indossai qualcosa di più comodo e mi sdraiai sul letto, con la faccia premuta sul cuscino.

Mi chiesi perché fossi arrivato a tanto, per quale motivo mi fossi abbassato al suo livello, perché in quel momento non ero stato in grado di ragionare lucidamente.
Se fossi riuscito ad evitare tutto non mi sarei trovato in questa situazione, ma ero consapevole che ormai fosse troppo tardi.

Sbloccai il telefono, che precedentemente, avevo impostato sulla modalità aereo; e mi tenni impegnato a leggere un paio di messaggi che erano arrivati.

Michael: Sei un deficiente, se il coach decide
di tenerti fuori siamo nella merda.

Lasciai perdere, non era quello che volevo leggere al momento, ma pur essendo la verità, preferii visualizzare e passare avanti.

Fisioterapista: Harry, non so cosa vi abbia
detto il coach per l'allenamento
di domani, ma in qualunque
caso, presentati nel mio studio,
stasera non mi piaceva per
niente la situazione del tuo
zigomo.

Ci stavo tenendo ancora il ghiaccio, dato che il dolore non si era attenuato nemmeno un po': così risposi, sbrigativo, acconsentendo.

Dopodiché, pur provando a non pensarci e a distrarmi, sapevo che non c'era alcun modo per evitarlo: mi sdrai aspettando quello che sarebbe dovuto accadere.

E come se tutto si ripetesse, mi sembrò di avere un deja-vu: mi sfogai piangendo, anche se era l'ultima cosa che avrei voluto succedesse, non sarei comunque riuscito a fermarla.

Louis era nella stanza accanto, sicuramente sentiva tutto, ma non aspettavo di vederlo spuntare dalla porta come la volta precedente.

Non riuscivo a calmare il pianto ed il mio respiro, dato che il mio pensiero, per quanto riguarda la partita e l'allenamento, erano costanti.
Ma come sempre anche se ci impiegai più tempo, il tutto si fermò.

Cambiai il ghiaccio sopra la ferita, e esausto da quella giornata, dove nulla era andato per il verso giusto, volevo solo andare a letto e dormire più tempo possibile così da non pensare.

Desideravo riposarmi, ma non ci riuscivo, eppure avevo così tanto sonno.
Era straziante, soprattutto, dopo aver eseguito un allenamento di quell'intensità, non riuscire a chiudere occhio era snervante.

Sapevo che era causato dalla situazione di incertezza in cui mi trovavo: la mia intera vita dipendeva dalla mia carriera calcistica, e per quanto questo potesse piacermi, dovevo prestare attenzione ad ogni mio movimento.
Una sola mossa sbagliata e tutto sarebbe potuto cadere a rotoli, facendo andare in fumo tutti i sacrifici che avevo fatto negli anni precedenti.

Nonostante tutto, ogni giorno ero più cosciente che il mio stesso umore era basato sull'andamento di una partita o di un allenamento.

Finii a pensare troppo, e sempre a quell'argomento, facendomi passare del tutto la stanchezza, troppo preso dall' insistente paura delle decisioni del coach.

Mi girai di scatto, sentendo la porta aprirsi lentamente, accompagnata da un leggero cigolio, la quale, lentamente fece comparire la sua figura.

DONCASTER ROVERSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora