|HARRY'S POV|
La sera precedente prendere sonno fu più difficile del solito: l'ansia, probabilmente da prestazione, mi stava mangiando da dentro.
E come se non bastasse, il dolore al naso, ancora mi tormentava, sicuramente meno di prima, ma era ancora presente.Mi girai e rigirai nel letto molteplici volte, senza nessun risultato: così decisi di prendere il telefonino, abbandonato da qualche decina di minuti, sul comodino.
Lo accesi e cercai la mia playlist, magari mi avrebbe aiutato a farmi addormentare: solitamente funzionava.
Bastarono pochi minuti prima che le mie palpebre cominciarono a rallentare il battito, fino a che, si chiusero del tutto.
Fu proprio in quel momento che il telefono rilasciò il suono di una notifica facendomi sobbalzare.Lo sbloccai per vedere chi mi avesse svegliato a quell'ora di notte.
Mister: È tutto apposto?
Era sicuramente sveglio a cercare di comporre la miglior formazione per portare la nostra squadra alla vittoria: ma questo non toglieva il fatto che mi aveva svegliato.
Risposi abbastanza sbrigativo, non potevo negare che mi facesse ancora male, ma al momento l'unico mio desiderio era dormire.
You: abbastanza.
Successivamente lanciai il telefono ai piedi del letto, chiudendo gli occhi e abbandonandomi del tutto al sonno che, finalmente, ero riuscito a prendere.
La mattina dopo mi svegliai con la sveglia, la quale era stata impostata, la sera prima.
L'inizio della partita era previsto per le cinque del pomeriggio, ma il nostro mister ci aveva raccomandato di essere lì almeno due ore prima.L'ansia e la tensione erano palpabili in quella stanza, dove mi trovavo da solo.
La partita che ci aspettava nel pomeriggio era tutto tranne che semplice: ci saremmo scontrati contro i nostri pari età del Manchester United.
Da quello che avevo potuto vedere negli scorsi anni: avevano un gioco molto allenato, giocatori di buona velocità, e sapevano giocare la palla nei modi adatti per finire in porta.
Ma questo sicuramente non mi faceva dubitare della mia squadra: tutti noi oggi avremmo dato il massimo, la partita doveva essere nostra, ma soprattutto non dovevamo mandare al vento le parole del coach.
Perdendomi nei miei pensieri arrivò l'ora di pranzare, e con la stessa velocità, anche il tempo di andare verso il campo di gioco.
Per quanto riguarda le partite mi dovevo presentare sempre mezz'ora prima dei miei compagni: essendo il capitano.
Una volta arrivato posai il borsone e mi liberai dell' ingombrante cappotto della società, sedendomi su una delle panchina dello spogliatoio.
Passarono un paio di minuti prima che la porta, fece accedere Louis, il quale, la chiuse dietro di lui.
Spensi il telefono e lo riposi in tasca.Prima di parlare accennò ad un sorriso guardandomi
"Ansia?" disse con tono calmo, che solitamente non aveva quando si trovava nello spogliatoio.
"Fin troppa" dissi, per la tensione che mi portavo effettivamente in corpo, fui fin delicato nell'esprimerla."Vieni con me che dobbiamo scaricarla, oggi in campo mi devi dare il massimo" disse facendomi segno con la testa di seguirlo.
Ci indirizzammo verso il campo cominciando a camminare su di esso senza una meta precisa.
"Di cosa hai ansia?" disse improvvisamente
"Di non dare il massimo" risposi, con tutta sincerità."Tu mettici tutto l'impegno che puoi, e tutto quello che sai fare, e sicuramente andrà bene, fidati di me" disse passandomi una mano tra i capelli come segno di incoraggiamento.
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DONCASTER ROVERS
FanfictionHarry Styles, 16 anni, giocatore e capitano della squadra, under 17, dei Doncaster Rovers. Ragazzo fin troppo testardo, e alle volte, con carattere di sfida. Louis Tomlinson, mister molto rigido ma comprensivo verso i suoi ragazzi. È in arrivo per...