|HARRY'S POV|
La mattina successiva ci svegliammo, non parlai molto, cercai di rinchiudermi in camera mia il prima possibile.
L'ansia per la partita mi stava mangiando dentro e sapevo di non riuscire a controllare la situazione.Rispondevo alle sue domande in modo distratto, chiedendogli molteplici volte di ripetere quello che diceva; non riuscivo a focalizzare con tutta quella pressione addosso.
Era probabilmente ben visibile anche dall'esterno,infatti, il coach se ne accorse.
"Harry, mi vuoi dire che hai?" mi chiese appoggiandosi con la schiena alla finestra, guardandomi.
"Ansia" risposi abbassando la testa, passandomi una mano il retro di essa.
Provò a rassicurarmi, ma la maggiore parte delle sue parole andarono perse: era una cosa che dipendeva da me, nessuno avrebbe potuto aiutarmi e tanto meno frenare quello che provavo dentro.
Dopodiché mi recai in camera mia per preparare tutto l'occorrente, per poi recarmi al luogo in cui la partita si sarebbe svolta.
Non avevo per niente fame, la bocca dello stomaco era sigillata, nonostante questo prima di indirizzarmi verso il campo da gioco, presi una barretta; giusto per mettere qualcosa nello stomaco.
La finii puntualmente arrivando a destinazione, alzai il volume delle cuffie e passeggiai per il campo: quando vidi in lontananza gli avversari, appartenenti alla leva under 17 del Leicester,mi ritirai nello spogliatoio.
In pochi minuti arrivarono tutti e ci radunammo all'interno dello spogliatoio, aspettando che il mister ci consegnasse le divise.
Quando c'è le diede non riposi speranza di trovare il numero 10 sulla mia maglia, dopo tutto quello che era successo.
E mi stupii ancora di più quando era proprio il 10 ad essere stampato sul retro; fu uno dei momenti in cui riuscii a capire, per qualche attimo, quanta fiducia riponesse effettivamente in me.Non potevo deluderlo, non potevamo deluderlo, non ancora.
Ci fece cambiare per poi rientrare per iniziare il discorso di prassi che effettuava prima del match
"Non voglio che vada come l'altra volta,, voglio vedere che tutti voi ci mettiate tutta la grinta possibile. Dovete uscire da quel campo che le gambe non si reggono più, allora si che potrete dire di aver dato tutto. Dobbiamo partire da subito aggressivi, altrimenti sappiamo bene come va a finire; e sapete anche le conseguenze, dobbiamo vincere, dobbiamo volerli questi 3 punti in classifica" disse per poi procedere con la formazione.Schierò il portiere e la difesa, sia laterale che centrale, per poi passare al centrocampo.
"Harry, mi stai qua al centro, non avere paura a salire, ma esegui anche la fase difensiva"Successivamente, una volta finito, entrano in campo e facemmo la parte di riscaldamento pre-partita.
L'inizio e il fischio di inizio si avvicinarono sempre di più.L'arbitro fece la sua entrata, e dopo il saluto iniziale al pubblico e tra avversarsi, ci disponemmo in campo, seguendo i diversi schemi.
Cominciamo da subito ad andare in pressing, a provare ad essere più aggressivi possibili, ma non potevamo negare che loro erano veramente forti; possedevamo un gioco palla davvero notevole.
Fu una battuta molto combattuta, colpimmo molteplici volte pali e traverse: bisognava migliorare la precisione nel tiro, altrimenti non sarebbe mai entrata
Il primo tempo terminò, il risultato era ancora appeso ad un filo, ma se fossimo andati a controllare le statistiche, la parte offensiva sarebbe stata sicuramente a favore nostro.
"Molto bene, ma come avete visto non basta mai, dovete spingere ancora e ancora! Andiamoci a prendere questa vittoria!" disse dandoci la carica e la spinta giusta per ricominciare.
La seconda metà di gioco iniziò e li schiacciammo nella loro area, continuammo ad attaccare, ma avevano una buonissima difesa; dovevamo solo trovare lo spiraglio giusto.
La palla schizzò fuori da un contrasto e finì a me; come fosse attaccata al mio piede la guidai verso la porta, scartando due uomini e trovandomi faccia a faccia con il portiere.
Proprio in quel momento sentii l'arbitro annunciare gli ultimi secondi di gioco; quello che avrei fatto sarebbe stato fondamentale per la squadra.
Il mio piede destro colpì la palla, cercando di angolata il più possibile , diminuendo le possibilità che il portiere la parasse; anche se quest'ultimo era in una buona posizione.
Il pallone partì, con al direzione che desideravo, e superò il portiere, per poi gonfiare la rete della porta.
Avevo segnato, l'entusiasmo che provai in quel momento non è paragonabile.
Esultammo, e tutti i miei compagni vennero ad abbracciarmi.Gli avversari batterono dal centrocampo e immediatamente dopo l'arbitro fischiò la fine.
Salutammo per sportività gli avversari, dopodiché ritornammo dentro lo spogliatoio; felici, sapendo che non avevamo deluso il coach, ma soprattutto, perchè a questo punto non eravamo fuori per la corsa allo scudetto finale.
Prima che cominciammo a lavarci, entrò il mister.
"È questo quello che intendo quando chiedo che voi ci mettiate tutto quello che avete, avete visto i risultati? Mi siete piaciuti, bravi.
Domani allenamento sempre alla solita ora, complimenti, ma testa alla prossima!" disse.Sapevo che era orgoglioso di noi, si vedeva dallo sguardo.
Prima di uscire mi fece l'occhiolino, successivamente, mi sorrise.Farfalle, a cui non diedi importanza
Sorrisi.
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DONCASTER ROVERS
FanfictionHarry Styles, 16 anni, giocatore e capitano della squadra, under 17, dei Doncaster Rovers. Ragazzo fin troppo testardo, e alle volte, con carattere di sfida. Louis Tomlinson, mister molto rigido ma comprensivo verso i suoi ragazzi. È in arrivo per...