|LOUIS POV|
Sentivo tutto.
Lo sentivo piangere e percepivo ogni sua lacrima versata.
Mi attribuivo parte delle colpe a causa dei rigidi discorsi che ero dovuto a fare.
Volevo andare da lui, e rassicurarlo, non volevo si prendesse responsabilità che in realtà non aveva.
Lo lasciai calmare e quando sentii il suo respiro decelerare andai verso la sua stanza.
Avevo bisogno di parlargli.|HARRY'S POV|
lentamente la porta si aprì e rivelò la sua figura...Ero seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto, con lo sguardo abbassato: più per paura che per altro.
Soprattutto dopo il discorso che ci aveva fatto poche ore prima."Harry" disse richiamandomi, facendomi alzare lo sguardo, successivamente chiudendo delicatamente la porta.
Si sedette vicino a me, cominciando a parlare.
"Non mi piace il modo in cui prendi i discorsi che ti vengono fatti" il suo tono non mi sembrava cambiato da quello di qualche ora prima.Cominciai a mettere in conto il fatto di non essere presente nella formazione della prossima partita, così come non era mai stato.
Le lacrime minacciavano di scendere ma non mi sarei fatto veder piangere, o almeno, non un'altra volta.
"Non sarai sicuramente te, a farmi risolvere il modo in cui reagisco" dissi guardando altrove.
"Lo dico per il tuo bene; ma appena qualcuno prova ad aiutarti ti rifugi sulla difensiva" disse alzandosi posizionandosi davanti a me.
"Aiutarmi? Non ho nessun bisogno di aiuto" risposi non capendo a cosa si riferisse.
"Ah no? Quindi, dimmi, secondo te è un rapporto sano quello che tu hai momentaneamente con lo sport?" mi chiese puntando i miei occhi.
"Tu non avresti nemmeno dovuto vedere cosa succede quando ho bisogno di sfogarmi, quindi stanne fuori" dissi alzandomi in piedi
Non doveva nemmeno esserci dentro camera mia, e si stava intromettendo fin troppo per i miei gusti.
"Sentirsi distrutti in questo modo, per una potenziale partita non giocata, non è normale Harry.
Se non lo capisci ti aiuto, non è un rapporto sano"Quella discussione non stava prendendo una buona piega, entrambi stavamo cominciando ad alzare i toni di voce.
"Tu non ne sai un cazzo, non sai un cazzo di niente, stanne fuori"
"Harry tu forse non hai capito che io sto cercando di aiutarti, perchè già dalla scorsa volta ho notato che c'era qualcosa non andava.
Tu me lo stai rendendo impossibile e forse non ti rendi conto che ti stai facendo del male da solo.
Quando ti dico che il rapporto che hai con lo sport non è sano, non lo dico per farti un torto, ma solamente perché lo penso.
Ti stai autodistruggendo mentalmente da giorni, per discorsi, che in quanto coach, sono tenuto a fare.
Ma non mi puoi andare così tanto in crisi per una partita, che potresti non giocare.
Non è sano, non è una reazione che mi aspetto se parlo di sport, fa male pure a me sentirti così.
Perché non so come aiutarti senza farti chiudere ancora di più in te stesso.
Andando avanti così temo peggiorerà, e quindi Harry, ti prego, di ascoltarmi."Non mi ero accorto di aver iniziato a piangere, fino a quando non sentii una lacrima calda cadere sulla mia guancia.
Quello che mi distruggeva di più era sapere che aveva ragione: che ero io quello che cercava di tenere tutto nascosto.Crollai sulla sua spalla, portandomi due dita verso gli occhi, cercando di calmare, senza risultati, le lacrime che continuavano a scendere imperterrite.
Louis mi strinse a se con lo scopo di calmarmi, passandomi una mano, ripetitivamente, sulla schiena.
"Harry" disse con un sospiro sconfitto, dove si percepiva tutto il suo dispiacere a sentirmi e a vedermi in questo modo.
Passarono circa una decina di minuti, prima che riuscii a tranquillizzarmi.
"È questo quello che intendo" disse facendo riferimento alla situazione attuale, descritta nel suo precedente discorso.Non pronunciai parola, sapendo di essere nella parte del torto, ma non volendolo ammettere.
Quando sciolse l'abbraccio non riuscii a guardarlo in volto; lo sentii sospirare come se avesse già capito tutto.
Mi portò un braccio sulle spalle, stringendomi nuovamente a se."Vieni di la con me, non mi fido a lasciarti solo stasera"
Disse, successivamente ci indirizzammo verso camera sua.
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DONCASTER ROVERS
FanfictionHarry Styles, 16 anni, giocatore e capitano della squadra, under 17, dei Doncaster Rovers. Ragazzo fin troppo testardo, e alle volte, con carattere di sfida. Louis Tomlinson, mister molto rigido ma comprensivo verso i suoi ragazzi. È in arrivo per...