I'm afraid to lose everything

252 29 5
                                    

|HARRY'S POV|
Entrammo nella sua stanza, non potei fare a meno di notare, le pareti di essa.
Erano, quasi completamente, ricoperte da fogli, attaccati alle estremità, dove sopra si raffiguravano le formazioni delle partite, e le strutture dei diversi allenamenti.

Provai a trovare la formazione della successiva partita, per intuire qualcosa di quello che aveva in mente di fare con la mia situazione: ma non c'era traccia di quello che stavo cercando.

Lui chiuse la porta dietro di me, una volta che entrai.
Sapevo perfettamente che voleva parlarmi, e dentro di me sapevo che da quella sera qualcosa sarebbe cominciato a cambiare.

Una volta che ci sedemmo sul letto, ci furono diversi momenti di silenzio; pensai stesse cercando come spezzare la situazione iniziale.

"Harry, ascoltami" disse sospirando per poi procedere con il suo discorso.
"Non avrei nessuna motivazione per dirti cose che non pensò realmente. La mia preoccupazione è questa situazione tu non la riesca più a controllare."

"Ho paura; ho paura di perdere tutto" dissi non alzando lo sguardo.

Il suo sospiro di comprensione arrivò alle mie orecchie, capendo che mi sarei potuto fidare.

"Perché dovresti perdere tutto? Hai delle grandissime capacità, che sfrutti al massimo. Sei una testa dura, e hai il tuo carattere, ma ci vuole anche questo nel calcio" mi disse.

"Ma quello che è successo oggi, non posso farvela passare. Non tanto per conto mio quanto per quello della società, che certi comportamenti non tollera minimamente.
Siete compagni di squadra, e tra di voi, ci deve essere solamente intesa."

"Domani non posso venire ad allenamento?" dissi, sperando che me lo concedesse, nonostante quello che era accaduto.

"L'ho già comunicato allo staff, non posso farvi tornare come se non fosse successo nulla.
Harry, vi ho trovato a menarvi all'interno dello spogliatoio, siamo realisti." disse cercando di farmi capire la realtà dei fatti.

Sbuffai, comprendendo quello che voleva farmi intuire: non c'era nulla da fare, almeno per l'allenamento; sulla partita era ancora tutto sospeso, appeso ad un filo.

"Vedo cosa riesco a fare, ma non riesco a prometterti nulla" mi disse vedendomi, il fatto che avrebbe provato a cambiare la situazione per me, mi fece sperare.

Mi sdraiai nel letto, cominciando a percepire una certa stanchezza; mentre lui con il suo computer era impegnato a scrivere una mail, allo staff, cercando di capire se fosse riuscito a capovolgere le carte in tavola.

"E per la partita di campionato?" tentai a chiedere, non essendo certo di voler sapere una risposta.

Tolse gli occhi dal monitor, puntandoli su di me, ormai abbandonato su uno dei cuscini del suo letto.

"Harry, vale la stessa risposta che ti ho appena dato. Dipenderà da mie scelte, ma non solo, anche da quelle degli enti superiori" mi disse poggiando il computer sul comodino, attendendo una risposta.

"Il fisioterapista mi ha chiesto di andare comunque al campo domani, dice che non gli piaceva la situazione del mio zigomo dopo stasera" dissi

Parlammo, non per forza di calcio, semplicemente parlammo, cosa che riuscii anche a distrarmi dai pensieri tormentanti.

Ci riuscii davvero, fino a quando il suo computer, avvisò dell'arrivo di una notifica, proveniente dalle e-mail: intuii fosse la risposta che attendevo.

"Ti lasciano per questa volta, ma che prenderanno seri provvedimenti dovesse ripetersi nuovamente" mi disse, facendo comparire sul mio volto un sorriso.

"Domani vieni al campo mezz'ora prima con me, così almeno hai anche il tempo di farti vedere dal fisioterapista" mi disse spegnendo definitivamente il dispositivo.

Successivamente disattivò la luce che proveniva dal lampadario, accendendone una più piccola, la quale, era posizionata sul comodino.

Le palpebre mi si chiudevano, avevo gli occhi pesanti, da tutto lo stress, e la stanchezza che avevo accumulato durante la durata della giornata.

"Devo tornare in stanza?" dissi con voce impastata dal sonno in cui stavo per cadere.

"Non penso che tu ne abbia tutta questa voglia" disse sorridendo, vedendomi chiudere gli occhi.

E quando il mio respiro si appesantì appena, e i miei occhi caddero del tutto,lui capí che mi ero addormentato: in un battito di ciglia.

Mi passò una mano delicata nei capelli.
"Buonanotte" sussurrò , per poi abbandonarsi al riposo.

Quella sera, dentro di noi, qualcosa cambiò...

DONCASTER ROVERSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora