Capitolo 8

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Appena entrata in macchina accesi la radio per tentare di distrarmi dai miei stessi pensieri ma senza troppi successi. Era una situazione troppo assurda, era come se ci fossimo catapultati di nuovo nel passato e anche se non volevo accetarlo anche questa volta avremmo subito delle perdite, era sempre successo e sarebbe continuato ad accadere. Arrivata davanti il supermercato posteggiai l'auto nel parcheggio ed entrai, lanciai nel carrello tutto ciò che poteva tornare utile ad Eddie, all'improvviso mi fermai di botto e lanciai un'occhiata in giro, avevo una strana sensazione dalla mattina che non andava più via, ignorando i miei pensieri continuai la spesa. -Lizzie, è un piacere vederti qua, come va?- mi girai di scatto e vidi una ragazza che incrociavo spesso per i corridoi della scuola -Hey Emily, è un piacere incontrarti- mentii spudoratamente, Emily era una di quelle ragazze che pretendeva qualsiasi cosa e gelosa se gli altri l'avevano -Ho sentito delle notizie in giro- ammise iniziando il suo discorso -Molti dicono che sia scattata la scintilla tra te ed Harrington, siete sempre in giro insieme- esclamò euforica in cerca di nuovi gossip -Io e Steve siamo solo buoni amici, niente di più- dissi cercando di convincerla -Molti pensavano che dopo che ti sei seduta al tavolo con gli svitati sarebbe nato qualcosa tra te e Munson ma dato che è un assassino non credo proprio- esclamò ridendo di buon gusto, l'assecondai sorridendo ma l'unica cosa che volevo fare era scappare da quella situazione -Dopo il povero Billy ti serviva una distrazione, complimenti per te e Steve- concluse dandomi un colpo sulla spalla ed andando via.
Chiusi gli occhi, avevo bisogno di allontanarmi da tutta quella situazione così mi avviai alle casse -Lizzie dovevi aiutarmi, eri l'unica a poterlo fare- non poteva essere, Billy era morto e quella voce non era di certo la sua, con la pelle d'oca alzai lo sguardo sconvolto verso il cassiere -Ti ho chiesto se desideri delle buste- ripetè lui -Si grazie- confermai con le mani tremanti. Dopo aver pagato tornai di corsa al parcheggio e mi chiusi in macchina, poggiai le mani sul volante e respirai lentamente -Devo solo rilassarmi- continuai a ripetermi, accesi il motore
ed andai via. -Cazzo- imprecai nel totale silenzio, del fumo nero iniziò ad uscire dal cofano così decisi di lasciare l'auto in una stradina non troppo affollata e continuai a piedi. Entrai dalla porta principale del capanno e la richiusi velocemente -Servizio a domicilio- escamai poggiando le buste sul tavolo là vicino -Hey, dove sta tutta la squadra al tuo seguito?- chiese Eddie indicando la porta -Una delle solite missioni e poi scusa, non ti basta la mia compagnia?- conclusi sedendomi per terra -La tua compagnia è la cosa migliore al mondo per ora ma come mai preferisci stare qua reclusa piuttosto che stare in missione?- chiese rovistando nei sacchetti del supermercato -Ogni tanto fa bene allontanarsi da certe situazioni- conclusi poggiando la testa contro la parete -Che succede Liz?- domandò sedendosi di fianco a me -Tutta questa situazione... già l'abbiamo vissuta altre volte ma è diverso ora, è come se già sapessi che andrà male- ammisi tenendo gli occhi chiusi -Mia cara Lady Applejack, non bisogna mai darsi per vinti, guarda me. Sono lo svitato esiliato dal proprio regno e mi stanno dando la caccia- disse ridendo. Mi girai verso di lui e lo guardai a fondo, in altre circostanze magari io ed Eddie saremmo potuti essere grandi amici o altro ma il destino è crudele con tutti, in fondo eravamo così tanto simili ma allo stesso tempo diversi -Che c'è? Ho qualcosa in faccia?- domandò tastandosi il viso -No no- risposi brevemente non distogliendo lo sguardo da lui -Tu credi alla legenda del filo rosso?- gli chiesi dopo svariati secondi di silenzio -Che sarebbe?- -In pratica si dice che ognuno di noi ha un filo rosso collegato all'anulare della mano sinistra- iniziai alzando la mano per farglielo vedere -È l'unico dito che ha una vena che porta direttamente al cuore. Questo filo rosso però non è messo lì a caso, è collegato direttamente alla mano della tua anima gemella, che non per forza deve essere un fidanzato o robe simili- conclusi girandomi completamente verso di lui -Interessate, ma spiegami una cosa, come mai mi me ne hai raccontato proprio ora?- chiese guardandomi negli occhi -Non saprei in realtà, mi è venuta in mente e l'ho detto- ammisi alzandomi in piedi e camminando in giro per la piccola stanza -A volte le cose spontanee che si dicono sono quelle più vere- mi informò avvicinandosi a me con passo lento, un rumore di macchina lo fece fermare di colpo -Abbasati- ordinò avviandosi verso la piccola finestrina -Non possono essere gli altri, è troppo presto ancora- lo informai raggiungendolo -Cazzo, cazzo, cazzo- mormorò lui allungandosi leggermente per prendere una cosa che si trovava alle mie spalle -Dustin, sono Eddie. Abbiamo un problema qua- non arrivava nessuna risposta però -Dove hai posteggiato la macchina?- mi domandò agitatamente -L'ho lasciata in una strada molto distante, il cofano si era riempito di fumo nero- ammisi cercando di capire le sue intenzioni -Non possiamo raggiungerla a piedi, e poi è ancora giorno, potrebbero vederti- aggiunsi notando il suo sguardo perso nel nulla -Meglio essere visto che farsi uccidere da Jason e i suoi- mormorò continuando a guardare fuori -Non penseranno mai che ti stai nascondendo qua, tranquillo- dissi appoggiandogli una mano sulla spalla -Lo spero proprio bellezza-. Passammo diverse ore a guardare fuori da quella piccola finestra e senza ricevere nessuna notizia dagli altri -Ma non possono tornarsene a casa questi?- domandai scocciatemanete mangiando delle caramelle che avevo comprato prima -Sali sulla barca- esclamò ad un certo punto Eddie -Come scusa?- -Sali su questa barca, stanno arrivando qua- disse alzandosi di fretta e levando il telo da sopra l'imbarcazione -La sai portare almeno?- chiesi in preda al panico -Ti sembro uno che sa usare questa cosa?- chiese retoricamente muovendo a caso l'unico remo che aveva trovato. Ci allontanammo di poco e intravedi Jason e Patrick non troppo distanti da noi -Ti abbiamo trovato Munson, non ci scappi più ora- gridò il primo dei due -Eddie, non per mettere ancora più agitazione ma questo cazzo di motore non parte- esclamai tirando la corda nella speranza di sentire il rumore d'accensione -Non può essere, mi serve un minimo di fortuna, pochissima- gridò in preda ad un attacco di nervi continuando a tentare -Ma guarda, hai trovato un'altra ragazza da sacrificare al Diavolo, Elizabeth Pierce, ottima scelta- urlava Jason mentre ci raggiungeva a nuoto seguito da Patrik. All'improvviso quest'ultimo si fermo in mezzo al lago -Dai sbrigati, li abbiamo quasi raggiunti- continuava il biondo ma lui non lo ascoltò e scomparve sott'acqua -Che cazzo sta succedendo?- mormorai facendo un passo all'indietro e sbattendo contro Eddie che aveva cambiato posto, riemerse dall'acqua con un forte rumore ma non si fermò, stava a mezz'aria fermo. -No, no, no. Vecna- furono le uniche parole che riuscii a pronunciare, con un semplice gesto Eddie mi fece girare verso di lui e mi poggiò la testa sulla sua spalla per evitare di farmi vedere ciò che sarebbe succeso da lì a poco -Tranquilla, ci sono io- mormorò nel mio orecchio, indietreggiò di qualche passo e senza volerlo ci fece cadere dritti in acqua, le urla di Jason mi fecere venire i brividi -Dobbiamo andare via- mi avvisò Eddie tenendomi per un braccio.
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