Capitolo 14

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Gran parte del viaggio lo passai con la testa poggiata sulla spalla di Eddie mentre ammiravo il panorama che scorreva davanti al finestrino, mi erano sempre piaciuti i lunghi viaggi in macchina in buona compagnia
-Pensi mai al dopo?-
Chiesi al ragazzo che si trovava di fianco a me alzando leggermente lo sguardo nella sua direzione
-Se sopravviviamo a tutto ciò mi piacerebbe andar via da qua, girare per il mondo e dimostrare che non per forza la gente come me fa parte di sette sataniche!-
Ammise facendo una leggera risata
-Ma che dici? Certo che sopravviveremo-
Dissi raddrizzandmi di scatto e poggiando la schiena al finestrino per poter vedere meglio Eddie
-Tu come ti vedi in futuro invece?-
Cercò di tornare all'argomento precedente non smettendo mai di sorridere anche se debolmente
-Io... non lo so in realtà, ancora è tutto così incerto, non ho idea di cosa vorrei studiare. Dopo il diploma mi piacerebbe viaggiare un po' e tentare di trovare la mia strada senza troppe complicazioni. I miei non sono d'accordo però, per loro dovrei avere un buon marito e tanti figli per renderli felici!-
Ammisi sconsolata sapendo perfettamente che con le mie scelte li avrei delusi
-Ancora non hai trovato nessun buon partito in grado di soddisfare le aspettative dei tuoi genitori?-
-Non si tratta di questo, credo di aver paura!-
Mormorai giocando con i braccialetti che avevo al polso
-Paura di cosa?-
Chiese lui incerto della mia risposta
-Dell'amore-
Pronunciai quelle parole così piano che anche io stentai a sentirmi
-Cosa ti fa paura di preciso?-
Domandò non capendo a pieno il mio ragionamento
-Il primo amore è quello che cresce silenziosamente dentro di te fino a quando capisci di non avere più possibilità, ti ferisce così tanto che sei costretto in un certo senso a crescere anche se controvoglia.-
Dissi tutto d'un fiato cercando di non perdermi nei suo occhi
-Quindi stai evitando di innamorarti di proposito però in realtà non hai paura dell'amore in sé, ma di soffrire per colpa sua-
Ipotizzò centrando in pieno il problema
-Già, è proprio così-
Ammisi provando un po' di imbarazzo, lui sembrò accorgersene e tentò di cambiare discorso per mettermi a mio agio
-E per i bambini invece? Non ti piacciono? Che ti hanno fatto di male?-
Domandó ridendo cercando di non farsi notare da me
-Certo che mi piacciono i bambini e poi con tutta la pratica che sto facendo sarei una magnifica madre, guarda che capolavoro di famiglia che stiamo tirando su-
Ammisi indicando con una mano tutti quelli che stavano seduti vicino a noi
-Solo che non mi piacciono le imposizioni e gli schemi, tutto qua-
Conclusi scuotendo la testa
-Se mai avrò dei figli cercherò di non farli diventare come... me-
A quelle parole dei leggeri brividi mi percorsero, una persona dall'animo tanto gentile non poteva crogiolarsi e incolparsi per cose che non aveva nemmeno fatto
-Io penso che sarebbe invece un bambino stupendo: buono, leggermente ingenuo e sensibile. Un po' come te del resto anche se ti imponi di sembrare un ragazzaccio-
Lo guardai dritto negli occhi e come tutte le volte sentii una scossa nello stomaco come se quello sguardo potesse guardarmi dentro
-Magari avrà dei bei ricci e gli occhi di un colore fin troppo particolare, un miscuglio tra verde e azzurro-
Continuò dopo avermi poggiato una mano sul ginocchio in un gesto totalmente casuale ma così familiare
-Eddie, non so se te ne sei accorto ma tu non hai gli occhi chiari-
Esclamai ridendo e scuotendo la testa
-Io no ma qualcun'altro qua si-
Non poteva dire davvero, stava scherzando sicuro come al suo solito e infatti gli risposi non smettendo di ridere.
Poggiai di nuovo la testa sulla sua spalla e guardai fuori dal finestrino scostando di poco le tendine ma per qualche stranissima ragione pensai a un'ipotetico bambino e un piccolo sorriso mi si formò involontariamente sulle labbra.

-Perfetto ragazzi, siamo arrivati-
Ci informò Steve dopo aver posteggiato in una stradina secondaria per evitare di farci notare
-Non vedo l'ora di sgranchirmi un po' fuori da qua-
Dissi tentando di aprire la porta ma una mano mi afferrò il polso in una stretta leggera
-Tu rimani qua-
Ordinò Steve facendomi spostare
-Ma come? Non vedevo l'ora di stare in mezzo a fanatici della guerra dentro a quel piccolo negozio stracolmo di armi-
Scherzai procurando qualche risatina
-Scendiamo solo noi!-
Concluse Nancy facendo un gesto nella direzione delle uniche persone non ricercate da polizia o cittadini.
-Noi staremo qua buoni e calmi ad aspettarvi, portate qualche snack grazie, vi voglio bene-
gridai mentre loro si allontanavano sempre di più verso l'ingresso del negozio, così richiusi la porta e mi misi per terra.
Aspettare era la cosa più noiosa di tutte per questo cercavo sempre di tenermi occupata in qualcosa, non avevo pazienza.

-Dobbiamo andare via subito-
Ci avvisò Robin entrando di corsa nel camper
-Che succede?-
Domandò Dustin mettendosi in piedi
-I vostri carissimi amici giocatori di basket sono qua e non sembrano tanto amichevoli al momento-
Concluse Erika buttandosi su uno dei sedili
-Metti in moto subito Steve, se quelli ci trovano ci uccidono uno ad uno-
Strillai in preda all'agitazione.
Dopo il nostro ultimo incontro con Jason non penso che la situazione "Eddie è il diavolo ed ha sacrificato le persone per i suoi riti" sia migliorata, credeva che anche io fossi una futura ed ipotetica vittima non capendo in realtà nulla di tutto ciò che stava succedendo.
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Eccoci qua con un nuovo capitolo, scusatemi tanto per l'assenza ma avevo bisogno di una piccola pausa. Spero che sia di vostro gradimento, lasciate un commento o una stellina. Al prossimo capitolo❤🎧

Il nostro anno ~Eddie Munson~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora