.8.

207 19 31
                                    

Steve guidava con un sorriso stampato in viso. Era stato il miglior pomeriggio di sempre. Pensava al sorriso di Eddie causato proprio da lui, si stava beando di quell'immagine. Ma improvvisamente l'immagine di Robin che gli faceva il quarto grado lo fece trasalire. Avrebbe dovuto raccontarle quasi tutto, di alcuni momenti era troppo geloso non li avrebbe condivisi.

Parcheggiò l'auto nel vialetto di casa. Fischiettando entrò.
"Sono a casa!"
Esclamò alzando il volume della voce.
"Steve puoi venire in salotto!"
La voce algida di sua madre lo lasciò spaesato. Come mai quel tono? Lo avevano visto o scoperto? L'unico modo per scoprirlo era eseguire la richiesta.
Varcò la soglia della stanza a testa bassa.
"Ciao caro, siediti pure"
Steve alzò lo sguardo, la donna era seduta e molto concentrata nel cucire una toppa ad una giacca del marito.
"Questa sera ne parleremo meglio anche con tuo padre a cena, ma volevo già informarti che il prossimo fine settimana io e lui saremmo via per un ritiro con la parrocchia"
Il tono della donna continuava ad essere ancora molto serio e Steve non riusciva a capirne il motivo.
"Va bene mamma"
Dovette trattenersi dal sorridere all'idea della liberazione di due giorni che lo aspettava.
"Tuo padre mi fa davvero arrabbiare certe volte"
La donna parlò appena prima che Steve si alzasse. Quest'ultimo ricadde pesantemente sullo schienale,pronto ad una sfuriata della madre, se così si poteva chiamare.
"A parte il fatto che non ha cura delle sue cose e devo sempre rammendargliele,per convincerlo a venire a questo ritiro mi ci sono volute sette camice sudate..."
Steve direzionò la sua attenzione su altro, come ad esempio Eddie. Continuò ad annuire ogni tanto per far capire alla madre che la stava ascoltando. Chissà cosa stava facendo in quel momento il capellone...

Eddie era sdraiato sul suo letto a pancia in su. Continuava a sfiorarsi le labbra. Le sentiva ancora bollenti, come sentiva tutto il suo corpo ribollire alle ombre dei tocchi di Steve.
Gli piaceva quel ragazzo, era più fuori di quanto si aspettasse. Era interessante passare il tempo con lui, non parlavano per forza, eran curiosi di conoscersi,ma sicuramente non in modo insistente, ognuno con i propri tempi.
Per Eddie era una cosa del tutto nuova aver conosciuto una persona come Steve. Si aveva i suoi amici, con cui condivideva momenti speciali, con cui aveva messo in piedi una band nel garage di uno di loro, avevano viaggiato in lungo e in largo per cecare successo, a volte completamente al verde, si dovettero arrangiare, ma ci furono anche periodi molto più facili e vivibili, insomma aveva condiviso tanto con loro. Con l'arrivo della fama aveva conosciuto altre persone, molte delle quali le aveva scaricate dopo una notte o lo avevano scaricato, nulla di serio con nessuno,nessun sentimento o relazione. Era strano essere ritornato nella cittadina ,che tanto lo aveva denigrato, e rimanere immobile nel letto a pensare ad un ragazzo dalla famiglia apparentemente perfetta, con volti probabilmente molto alti e con tutte le ragazze che cadevano ai suoi piedi con quel ciuffo tenuto alla perfezione e il suo charme da principe azzurro. Pensare al fatto che era stato sottomesso da quel big boy, e lo stesso big boy che qualche giorno dopo lo aveva invitato ad un appuntamento, ed era stato molto romantico, o almeno per gli standard di Eddie fu molto romantico.
E se si fosse innamorato di quel King perfetto? O forse lo era già se ci stava pensando insistentemente ormai da più di quaranta minuti, immaginando un ipotetico nuovo appuntamento. Magari questa volta avrebbe potuto organizzarlo lui, trovando qualcosa di particolare da fare assieme...magari una gita, o...non gli venne altro in mente. Avrebbe dovuto chiedere aiuto a qualcuno...
"Dustin!"
Esclamò nel silenzio della stanza. Si il piccoletto avrebbe potuto consigliargli qualcosa di carino da fare con Steve. Arrossì al pensiero di star progettando "qualcosa di carino da fare con Steve". Quel ragazzone lo stava mandando fuori dai suoi soliti schemi già folli.
Tutto quel pensare e non fare nulla gli stavano spappolando il cervello, non ne era abituato. Ma cosa fare in quel momento?
"Ma che domande stupide Eddie, ci fumiamo qualcosa di forte, che almeno il cervello si spappola per davvero"
Affermò a se stesso alzandosi dal letto e dirigendosi verso la sua vecchia e piccola scrivania. Ne tirò fuori dal cassetto una bustina con al suo interno dell'erba. Non era proprio qualcosa che ti spappolava il cervello ma momentaneamente in casa aveva solo quello e di andare alla ricerca di qualcuno che potesse vendergli qualcosa non ne aveva la minima voglia.
Uscì dal caravan e si diresse verso la zona picnic. La brezza serale gli rendeva difficile tenere viva la fiamma dell'accendino e di tenere accesa la canna che teneva in mano, ma nulla lo avrebbe fermato dal finirla.

Black SheepDove le storie prendono vita. Scoprilo ora