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Una volta che il lavoro era stato fatto si alzò, pagò e uscì dal locale.
Salì sulla limousine nera, seguita dal Van con la sua preda all'interno.
Arrivarono presso la sua villa, parcheggiarono e il ballerino venne portato all'interno.
Ad una preda come prima azione va tolta la propria libertà, ecco perché gli vennero incatenati i polsi e le caviglie, l'altra estremità della catena era fissata sui pali del letto a baldacchino.
Quell'immobilizzazione teneva la preda in una posizione a stella con le braccia e la gambe aperte bloccate dalle catene.
Si sarebbe svegliato a breve.

Il ragazzo si svegliò di soprassalto, non ricordava cos'era successo, aprì gli occhi e si trovò in una stanza che non riconosceva, quando provò a muoversi capì che era impossibile farlo, era costretto con la forza a stare in quel letto.
La paura si stava facendo spazio dentro di lui, dov'era finito, perché la sua vita faceva continuava a fare così dannatamente schifo.
Era stato sbattuto fuori casa quando confessò ai suoi di essere omosessuale, quando si rifiutò di essere "curato".
Non si aspettava che chi diceva di amarlo così tanto arrivasse a rifiutarlo come figlio solo per i suoi gusti sessuali, ma purtroppo era ciò che successe.
Per un periodo venne ospitato da una sua amica, cercò in tutti i modi un lavoro, ma l'unico che trovò fu quello del ballerino presso quel locale squallido, non per l'ambiente in se ma per chi lo frequentava.
Ogni sera doveva pregare che non andassero a infastidirlo nel suo camerino, la gente era convinta che visto che ballasse facesse anche altro in automatico, eppure era uno dei pochi che era coperto mentre ballava.
Ma nessuna veste poteva placare certi animi, non serviva provocare se i pensieri sporchi erano insinuati sugli occhi di chi bramava un corpo.
L'unica cosa positiva di quel lavoro era che finalmente aveva trovato un appartamento tutto per lui, grazie ai soldi che aveva guadagnato da quei porci, non era grande ma era fiero di abitare in un posto tutto suo.
Forse le cose avevano iniziato a girare anche per lui ma visto dove si trovava in quel momento la sfiga continuava ad alitargli sul collo.

La mattina seguente.

Il Joker salì in camera, voleva vedere se il suo "ospite" fosse già sveglio.

Il volto del ballerino si gelò quando incontrò di nuovo lo sguardo di quell'uomo.

"Che ci faccio qui?"
Chiese cercando tutta la forza che aveva in corpo.

"Sei il mio nuovo giocattolino".
Esordì pacatamente il Joker osservandolo.

"Liberami, ho bisogno del bagno". Deglutì la saliva.

"I miei due scagnozzi ti libereranno se avrai bisogno veramente del bagno, loro staranno con te per tutto il tempo della mia assenza".
Ridacchiò uscendo poi dalla porta.

Il Joker era sceso in sala e aveva chiamato il suo dottore personale, una persona che per soldi teneva la bocca chiusa e faceva il suo lavoro.
La sua preda doveva essere perfetta, nessuna malattia e in perfetta salute.
Voleva scopare senza dover usare il preservativo che odiava.
I soldi potevano fare veramente tutto, una chiamata e in poco tempo era già arrivato, stava già salendo nella stanza del suo giocattolo per eseguire un check up completo.
Il Joker era scrupoloso, non si sarebbe mai giocato tutto ciò che aveva per del sesso occasionale.
Avrebbe fatto la sua prima mossa solo dopo aver ricevuto le analisi del sangue, solo allora avrebbe potuto iniziare a giocare.
Deteneva forza economica e potere, non ci si poteva aspettare di meno da un capo della Mafia, lui chiedeva e in giornata avrebbe già ricevuto tutto ciò di cui necessitava.
Ma se lui era scaltro nemmeno la sua vittima era così ingenua come poteva sembrare.
Si fece visitare senza porre resistenza, aveva paura ma non sarebbe stato segregato da quell'essere, avrebbe studiato, quel mostro e l'ambiente.
Appena avrebbe avuto l'occasione sarebbe fuggito e avrebbe cambiato lavoro e molto probabilmente anche paese.
Da quello che aveva capito fino allora quell'uomo era una persona potente, qualcuno da temere e che otteneva ciò che voleva.
Temeva per la sua vita, chissà cosa sarebbe successo appena si fosse stancato di usarlo, probabilmente lo avrebbe ucciso e gettato da qualche parte.
Doveva fuggire in fretta se ci teneva ad arrivare alla vecchiaia.

-Ma perché, perché la fortuna mi evita come la peste. Dovevo proprio imbattermi in questo psicopatico? Cazzo, non dovevo nemmeno lavorare la notte scorsa, avevo sostituito Kai che era ammalato. La sfiga invece mi ama proprio-.
Pensò una volta che il dottore uscì dalla stanza lasciandolo solo.

Il JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora