Le poche volte che vedevo Círdan tornare all'accampamento aveva un aspetto orrendo. Non mangiava da molto ormai e si vedeva, ma non avevo certo intenzione di andargli a dire qualcosa. Con quello lì non volevo più averci a che fare dopo avermi quasi ucciso. Aveva le borse sotto agli occhi e i capelli corti, che di solito erano sparati all'insù, erano sempre afflossciati o bagnati dal sudore. I suoi vestiti ormai puzzavano ed era pieno di graffietti o lesioni. A volte Iminyë, senza farsi vedere da me, provava a curarlo ma lui la respingeva immediatamente.
Una sera, quando tornai dalla mia ricerca dei Yawarniyuq, li sentì discutere su tutti questi comportamenti di Círdan. "Círdan lasciati curare almeno questi piccoli graffi sulle dita", disse Iminyë dopo essere appena stata respinta dell'elfo. "No, lasciami stare", continuava a dire Círdan agitando la mano per allontanare la principessa. Alla fine Iminyë, che era preoccupata per la sua salute, chiese: "Si può sapere cosa ti prende? Sparisci dalla mattina alla sera senza motivo e non mi rivolgi neppure uno sguardo. Sono comunque la tua principessa e mi devi obbedire se non lo vuoi fare di tua spontanea volontà". "Io non prendo più ordini da Sua Altezza. E non voglio più avere a che fare né con te né tanto meno con quello straccio di vampiro con cui giri. Dovresti rispettare le regole e dare il buono esempio uccidendolo!", esclamò Círdan con rabbia ma Iminyë ribatté a tono, "Ah! È così che stanno le cose adesso? Sei geloso di lui non è così? E in più io sto facendo la cosa giusta, sto seguendo il mio volere e quello di mio padre!". A quelle parole Círdan si alzò in piedi e disse con un tono deluso: "Mi aspettavo che mia moglie fosse più intelligente". Quindi se ne andò.
Rimasi ancora un po' nella foresta ad osservare Iminyë: si passò la mano sugli occhi, come per tirarsi via la stanchezza di dosso. Si mise seduta sul tronco-panchina e tirò fuori qualcosa dalla sua borsa. Non vidi esattamente cosa fosse ma lo portò davanti a sé e iniziò a lavorarlo con la spada. Non la vedevo in faccia perché mi dava le spalle, ma mi immaginavo le candide guance illuminate dal fuoco. Quindi riemersi dalla foresta cercando di smorzare l'atmosfera tesa: "Ehi! Alla fine ne ho trovati un po' di fiori sanguigni perciò ora potrò farmi un succo". Non avevo ancora guardato cosa stava facendo perché stavo tirando fuori il suo pestello con il mortaio per estrarre il sangue dai petali. Poi presi anche la borraccia d'acqua e cercai nello zaino la boccetta di vetro, quella che stava nella scatola, ma poi mi ricordai di non averla portata con me da casa. Perciò ne presi in prestito una da Iminyë.
Mentre lavoravo i miei petali parlai un po' con Iminyë: "Senti ma che cos'è quel Kloister che hai nominato quando parlavi dei tuoi genitori e tutta quella roba là?". "Un Kloister è una creatura dell'elemento dell'acqua corazzata che, di solito, vive nel Regno Arcobaleno nei laghi delle sirene, ma in realtà si può trovare in ogni lago fresco. Tra gli elfi si usa dare del Kloister a coloro che scappano per paura di qualcosa perché queste creature, se perdono la loro corazza, si nascondono da tutti essendo molto vulnerabili", praticamente è come dare del fifone o del coniglio a qualcuno. Dopo qualche minuto in silenzio alzai la boccetta di sangue in aria per guardarla controluce: "Beh per essere la prima volta che ne prepari una devo dire che ti è uscita molto bene", disse Iminyë che intanto si era seduta accanto a me. Abbassai la boccetta e la poggiai a terra per poter osservare la principessa in tutto il suo splendore. Alla candida luce del fuoco la sua pelle sembrava rosata. Le accarezzai una guancia con il dorso della mia mano e lei chiuse gli occhi. Poi, come ricordandosi di qualcosa, mi interruppe e tirò fuori un oggetto dalla borsa: era un coltellino in osso intagliato a mano. "Questo, mio caro guerriero, è l'arma fatta apposta per te", disse mentre io restavo a bocca aperta. L'aveva fabbricato per me con la sua stessa spada. "Questo osso è la vertebra di un Drago Solare. Fu un regalo da parte di mio padre quando andai via dal castello. Si dice che le vertebre di Drago Solare si attivino in mano a creature collegate all'elemento del Sole e donino loro protezione e forza. Spero che ti protegga nonostante tu non sia collegato ad alcun elemento", disse porgendomelo.
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I Sette Regni
FantasyIacob era un orfano che viveva in una piccola cittadina della Transilvania, in Romania. I cambiamenti arrivarono con l'evoluzione del suo corpo e no, non si tratta dell'adolescenza. Perciò è costretto a partire in un'avventura surreale e a viaggiare...