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Aveva perso la cognizione del tempo. Non si ricordava nemmeno da quanto stesse viaggiando.
Aveva passato le ultime settimane a prendere autobus e treni, sfruttando anche un paio di passaggi da qualche sconosciuto pur di arrivare lontano.

Perché lontano voleva andare e ci era riuscito.

Non sapeva in che città stesse per giungere, nemmeno gli interessava saperlo.
Si era risvegliato dal quel sonno che pareva pesante e profondo. L'autista alla guida si era accostato sul bordo della strada e gli aveva pregato di scendere. Era l'ultima fermata che avrebbe fatto quel mezzo scadente e trasandato, per cui fece come gli era stato richiesto.

Si alzò, prese lo zaino che aveva accanto a sé e sbadigliando poggiò il primo piede sul terreno, voltando lo sguardo verso l'ambiente che lo circondava. Tutto ciò che vide fu una distesa desolata nel bel mezzo del nulla.
Il sole stava tramontando e iniziava a tirare un venticello fresco che iniziò a scompigliare giocosamente i suoi capelli lunghi e bianchi come la neve.

Quel vento gli tenne compagnia per un bel po', facendogli arrossare le gote e seccare irrimediabilmente le labbra, anch'esse leggermente rosee, carnose e a forma di cuore.
Il suo stomaco brontolava per la fame ma attorno a lui non c'era assolutamente nulla. Più camminava e più si accorgeva di come non passasse nemmeno una macchina sulla strada che stava percorrendo.

La cosa gli parve un po' insolita.

Nel mentre che avanzava in modo abbastanza svogliato, e quasi goffo, cercò nella tasca dei jeans che indossava una caramella alla fragola. La scartò e la mise in bocca, assaporando tutti gli zuccherini contenuti al suo interno, probabilmente l'unica cosa che il suo stomaco avrebbe assunto per le prossime ore.

Si stava facendo completamente notte. Le giornate si stavano accorciando, settembre era quasi alle porte ed il sole era più che tramontato sull'orizzonte ma qualcosa portò il ragazzo con le lentiggini a sollevare lo sguardo.
Un vecchio locale notturno nel bel mezzo del nulla aveva appena acceso un'insegna molto luminosa e visibile anche a metri e metri di distanza. Come a segnalare un'ancora di salvataggio il biondino aumentò il passo, arrivando davanti l'ingresso di quel posto leggermente abbandonato a sé come il resto attorno a lui.

Varcò il cancello un po' titubante, sobbalzando nel sentire una voce rauca di un grosso uomo che lo risveglió dalla realtà e quasi gli diede fastidio.

«Hey tu, femminuccia. Non puoi entrare qui.»

Il ragazzo dai capelli bianchi sbatté più volte le palpebre. Lo guardò neutro stringendo appena le spalline dello zaino che portava con sé e lo ignorò facendo qualche passo per superarlo ma l'altro lo bloccò con il braccio, sbarrandogli la strada.

«Forse non ci siamo capiti. Sei almeno maggiorenne?» insistette l'uomo con un cenno di irritazione nel suo tono. «il mio turno finisce tra poco, vedi di muoverti!» gli urlò contro.

A quella domanda il giovane prese un suo documento dal portafoglio. L'unico che possedeva.

«Non hai nemmeno vent'anni e già ti riduci in questi postacci? Mah.» sbuffò l'uomo, squadrandolo da capo a piedi con uno sguardo di disapprovazione ma il più piccolo lo ignorò completamente per entrare dentro.

Appena mise piede all'interno del locale si portò entrambe le mani a coprirsi il viso per la quantità di puzza d'alcool e fumo che c'erano nell'aria, i quali avevano iniziato a pungergli il naso per quanto fossero forti e prepotenti.
C'era un lato positivo però, non vi erano molte persone, quindi se la sarebbe cavata con qualche drink e magari, se avrebbe avuto un briciolo di fortuna, sarebbe riuscito persino a trovarsi un piccolo angoletto dove poter passare la notte. Doveva solo escogitare un piano, visto che a forza di prendere mezzi di trasporto non aveva più un soldo con sé.

Run away - hyunlix -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora