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"se potessi scapperei..mi sento come se fossi morto ma sono ancora qui."

Quelle parole riecheggiavano nella testa di Felix, da quando Hyunjin le aveva pronunciate quella stessa notte prima di sentirsi male e rimettere l'anima.

Avevano parlato molto, si ricordava solo quello, senza un contesto vero e proprio. Spiccava di un'ottima memoria ma in quel caso, con chissà quali sostanze stupefacenti nel sangue, era un po' impossibile tornare indietro e spolverare la mente.
Però si ricordava i suoi occhi.
Lo sguardo con cui aveva pronunciato tale frase e l'essenza di sentimenti nelle sue pupille; per un attimo gli sembrò di guardarsi allo specchio. In quell'istante di trasparenza sembravano due gocce d'acqua, dove i loro animi erano tormentati dalle stesse emozioni opprimenti e aride.
Quella notte successero così tante cose eppure lui sembrava non ricordarne nemmeno una.

«Sei ancora qui? Vattene.» la sua fievole voce lo fece tornare alla realtà in un battito di ciglia.
Hyunjin aveva ripreso un po' i sensi stando seduto, anche se aveva iniziato a sudare da fermo e gli tremavano le mani. In più c'era un certo affanno ogni volta che parlava. «La porta è quella ma già lo sai..» disse ironicamente puntando l'indice verso essa, non riuscendo a stendere il braccio per chissà quanto tempo.

Il biondino si diede dello stupido per ciò che stava andando a fare, probabilmente se ne sarebbe pentito, ora però doveva agire, quindi non perse altro tempo prezioso.
Gli alzò i lembi della felpa e si tappò immediatamente la bocca nel vedere l'enorme quantità di sangue lungo tutto il suo addome. Sentì la testa leggera e andò a strizzare ripetutamente gli occhi per rimanere lucido. Si guardò la mano, anch'essa intrinseca di sangue scuro e quasi asciutto e fu lì che capì la gravità della situazione.

«Porca puttana...ma come cazzo hai fatto?!» esclamò guardando lo squarcio da cui usciva una miriade di sangue. Si affrettò ad andare a prendere un asciugamano pulito con cui andò a tamponare per fermare l'emorragia. Il cuore gli batteva gli forte nel petto, dire di avere paura era troppo fin troppo riduttivo.
«Hyunjin.. riesci a tamponare qui?» chiese poco dopo, dovendo tempestivamente correre dal proprio zaino per prendere alcuni strumenti utili, passati inosservati durante quella notte in cui Changbin glielo aveva perquisito internamente.

Mentre li cercava realizzò una cosa. Era la prima volta che lo aveva chiamato per nome, si sentiva strano nel farlo, di solito utilizzava il cognome o gli dava del tu.

Si alzò frettolosamente non appena trovò tutto ciò che gli serviva e corse nella sua stanza per andare a prendere una coperta calda da potergli mettere sulle spalle per non farlo andare totalmente in shock.
Successivamente lo raggiunse nuovamente, si mise a cavalcioni su di lui cercando di avvolgerlo per bene con quel tessuto caldo e continuò a tamponare al posto suo, facendo una lieve pressione per fermare l'emorragia ancora presente. Lo sfiorarsi delle loro mani avevano scaldato lievemente quelle di Hyunjin, freddo come un ghiacciolo.

«Come facevi a saperlo?» sussurrò quest'ultimo debolmente, guardando altrove un po' spiazzato.

«Ti ho detto di non sottovalutarmi. L'ho capito dal modo in cui tenevi le mani sopra alla pancia e dal modo in cui camminavi velocemente per non far notare la tua paura trasformata in frenesia. Ieri avevi un passo più lento e agevolato. Per non parlare della tua voce. Era soffocata e a tratti tremava, poi ho sentito quell'odore pungente dai tuoi vestiti, quando mi sei passato accanto, ma pensavo fosse di qualcun altro... Non posso scordare che odore ha il sangue.» concluse imbevendo un pezzo di garza col disinfettante.
«Adesso devo pulire e vedere se hai qualche corpo estraneo all'interno. Tieni, apri la bocca e stringi questo.» gli infilò un fazzoletto di cotone fra i denti prima che potesse rifiutarsi, come già stava per fare, nel caso facesse troppo male da sopportare.

Run away - hyunlix -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora