8.

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"com'è andato il tuo addio al celibato?" chiese il padre la mattina dopo a colazione.
"bene" rispose Fleamont. "ho solo fatto un giro di sera con i miei amici, è stato divertente"
"bene, stamattina facciamo i preparativi per il matrimonio allora, sei felice?"
"sì" disse lui guardando la focaccia rimanente sul suo piatto continuando a mangiarla in silenzio.

Dopo essersi lavato e vestito uscì nel negozio per pulirlo e sistemare un po' gli articoli, quando vide avvicinarsi Danika.
"ciao" mormorò lei timidamente.
"ciao" rispose lui sistemandosi gli occhiali.
"non sei ancora partito" disse lei.
"manca una mezz'ora abbondante" rispose lui continuando a pulire.
"mi mancherai" disse a bassa voce. "pensi che tornerai mai in India?"
Il ragazzo la guardò leggermente intenerito. "mi piacerebbe, ma non so se mio padre mi vorrebbe qui dopo ciò che sto per fare. Amo il mio paese, ma... Sento che mi sta stretto"
"certo, capisco" disse lei guardando i vasi esposti.
"ma perché scappi? Non vado bene per te?" il tono in cui lo chiese fece smettere a Fleamont di fare le pulizie per avvicinarsi alla giovane.
"no no Danika, tu non sei il problema. Sei una ragazza fantastica, ma sai che ti vedo solo come una sorella, poi... Insomma sai che ho già una fidanzata"

Lei annuì.
Se la ricordava bene la sua fidanzata, l'aveva vista tante volte in giro per Nuova Delhi.
La invidiava tanto, sembrava così felice e fresca.
"sì lo so" disse lei abbassando gli occhi. "però potremmo tenerci in contatto?"
"certo, anzi dobbiamo. Ti voglio un mondo di bene Danika lo sai"
"anche io te ne voglio" disse lei.

Dopo averlo salutato se ne tornò a casa accanto a suo padre, e quando fu in camera sua si strinse il cuscino al viso.
A lei Fleamont piaceva, ma anche se si fossero sposati sapeva che lui non avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.
In effetti era troppo piccola per lui.
Doveva farsene una ragione alla fine, avrebbe trovato un altro marito con cui fare altri figli.
Era così che funzionava in India, così che funzionava per le donne come lei.

Guardò il suo abito da sposa riccamente decorato, e per quanto le piacesse sapeva che non l'avrebbe indossato quel giorno.
"tesoro che succede?" chiese sua mamma entrando nella sua stanza.
"niente mamma" disse lei.
"no tesoro ti vedo che sei triste" disse la donna sedendosi accanto a lei.
"non è niente di speciale mamma" ma la donna aveva intuito che c'era qualcosa dietro, soprattutto perché ricordava bene di aver visto il futuro marito di sua figlia per mano con la ragazza inglese più di una volta.

"è per caso per lui?" chiese la donna. "Fleamont dico"
la ragazzina sospirò. "no mamma, sono solo molto stanca"
"dovresti riposarti un pochino, lo sai che questo pomeriggio ti sposi" quella frase lasciò Danika ancora peggio.
"sì mamma"
"bene" disse la donna accarezzandole amorevolmente la testa.

Dopo essere uscita la giovane andò verso lo specchio di camera sua: guardo i suoi lunghi capelli neri un pochino crespi, le sue sopracciglia leggermente folte, i suoi grandi occhi nerissimi, le sue labbra rosa scuro, la sua pelle scura con qualche brufolo sparso in giro.
Era l'aspetto di una comune ragazzina, ma in quel preciso momento non riusciva proprio a vedersi bella.
Non aveva mai pensato di esserlo, ma non le era mai veramente importato.

Ma si era resa conto che nessuno le aveva mai detto che fosse bella, perché non era vero.
Danika non era bella, non era graziosa, non era sorridente.
Iniziò a levarsi i vestiti per mettersi il pigiama, guardando dallo specchio la leggera pancia che aveva, le cosce un po' larghe ed il seno che si stava facendo spazio sul suo petto.
indossò la sua camicia da notte e dopo aver piegato accuratamente il suo velo accanto al suo vestito andò ad infilarsi sotto le coperte in silenzio, lasciando che le sue lenzuola la cullassero fino ad arrivare ad un sogno senza sogni, ma non per questo tranquillo.

Entrare nello specifico per Danika è stato autodistruttivo, ma ne vale la pena.

at first sight | potter familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora