Capitolo 1

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"Hai preso tutto?" Mi domanda Stefan, il mio ragazzo.
Stiamo per partire, lui è un grande appassionato di Formula 1, e in vista del nostro secondo anniversario ho pensato bene di regalargli i biglietti per andare a vedere il Gp dal vivo.
Essendo il fratello di Katerina Berezhna, la fidanzata di Pierre Gasly, abbiamo anche ottenuto un pass che ci permetterà di entrare nei box.

Purtroppo la nostra relazione sta prendendo una piega strana, Stefan non riesce più a darmi le dimostrazioni che mi dava una volta e io mi sento messa da parte, esclusa, e sento che non mi ama più.
Ci conosciamo da bambini perché i nostri genitori andavano a scuola insieme, e hanno sempre sperato che i loro figli si mettessero insieme un giorno, e cosi è stato, stiamo effettivamente da due anni insieme seriamente, perché in precedenza ci sono stati numerosi tira e molla, quasi tutti da parte sua.
Non so nemmeno perché mi sono messa in questa situazione per andare a vedere uno sport che nemmeno mi piace.
Una volta lo seguivo con mio nonno, mio nonno amava la Formula 1, le macchine, i motori, ha amato Schumacher, la Ferrari , essendo lui italiano tifava per la casa. Da quando non c'è più ho smesso di vederlo, anzi è cresciuto dentro di me quasi un odio.

"Si andiamo" gli rispondo facendogli un piccolo sorriso che prontamente non viene ricambiato.
Il nostro anniversario è domani, lo festeggeremo praticamente il giorno della gara, perché mi è venuto in mente di fargli proprio questo regalo?

Il tragitto per raggiungere l'aeroporto è silenzioso e sembra durare un eternità, e quando finalmente arriviamo e facciamo tutti i dovuti controlli mi sembrano passati giorni.

Non mi sono mai annoiata con lui, io lo amo ancora da impazzire, ho provato tante volte a parlargli di questa cosa, ma sembra non fregarsene perché fa sempre lo stesso.

In aereo il viaggio lo passo dormendo, quando arriviamo sono ancora assonnata, non vedo l'ora di mettermi sul letto, e così facciamo , figuriamoci se mi portava a mangiare qualcosa fuori, anche se sto morendo di fame, vado semplicemente a farmi una doccia, indosso il pigiama e mi metto nel letto col cellulare in mano.

"Sei stanca Grace?"
Faccio si con la testa.
"Vado a fumarmi una sigaretta prima di addormentarmi" mi alzo dal letto e faccio per uscire fuori al piccolo balcone che abbiamo in stanza.
"Non la finirai mai con queste cazzo di sigarette" fa indignato lui.
Non gli rispondo ed esco fuori, il venticello mi fa volare i capelli all'indietro e una sensazione di pace si fa spazio nel mio cervello.

Accendo la sigaretta e mi rimetto a telefono, dove noto che mi sono arrivati dei messaggi.
<Heyy tesoro, siete arrivati?>
È da parte di Katerina , le rispondo che siamo arrivati e che siamo stanchi e quindi rimaniamo in Hotel per sta sera.
< okay allora ci vediamo domani nel box toro rosso> mi risponde lei.

Katerina è un vero tesoro, la adoro , siamo cresciute insieme, ricordo che da piccoline ci scambiavamo i giocattoli,  ma una volta ci eravamo scambiate dei cavallini e ricordo che rivolevo indietro il mio però volevo tenermi anche il suo.
Se ci pensiamo ora, ridiamo come delle stupide.
È come una sorella per me, e sono felice che abbia trovato Pierre, l'ho conosciuto un po' di mesi fa, ormai sono circa otto mesi che stanno insieme, per quelle poche volte che l'ho visto mi sembra davvero un bravo ragazzo e sembra amare molto la mia piccola Katerina.
Lei è bellissima,ha i capelli castano chiaro che le cadono poco più giù delle spalle, occhi nocciola e labbra carnose e un fisico pazzesco.

Sento un colpo dietro di me, dove la finestra è leggermente chiusa, mi giro e vedo Stefan guardarmi dall'altro lato del vetro leggermente stizzito.
Per lo spavento ho buttato giù la sigaretta, per fortuna era finita.
Apre la finestra e continua a fissarmi con aria incazzata, lo guardo in cerca di risposte ma sembra che non voglia sputare il rospo.

"Che cosa c'è?" Domando
"Con chi stavi parlando?" Alza un tantino la voce quando mi pone questa domanda.
Stefan è sempre stato molto geloso, a volte dava di matto ma nulla di cui preoccuparsi, non aveva mai avuto atteggiamenti aggressivi.

"Con tua sorella" rispondo io tranquilla , tornando a guardare il cellulare.
"Non è vero!" Questa volta urla.
Mi alzo e lo spingo dentro per non fare figure di merda.
Mi sposa le mani dal suo petto con prepotenza.
"Che cazzo urli?" Chi domando io chiudendo la finestra.
"E tu perché cazzo mi menti?!"
"Posso farti vedere se vuoi" rispondo ancora con tono pacato sbloccando il telefono.
Lui me lo prende dalle mani e lo scaraventa al muro facendomi sussultare.
Che cosa gli prende?
Non ha mai fatto così.

Inizio a ridere
"Stai solo scherzando dai" gli dico infatti e faccio per abbracciarlo, ma lui mi spinge e mi fa cadere a terra.
Lo guardo seria, lui con lo sguardo di chi vorrebbe darmi tanti di quegli schiaffi, non l'ho mai visto così, ma non mi fa paura così mi alzo.
"Che problemi hai scusa? Volevo farti vedere che parlavo con lei. Sei stupido forse o non ci senti?" Dico io incazzata
" non usare queste parole con me" mi dice avvicinando la faccia e puntando un dito verso di me.
Non mi faccio ancora intimorire
"Ma vaffanculo" raccolgo il telefono da terra e sto per mettermi sul letto, quando ad un certo punto sento le sue mani sulle spalle , mi tira e mi fa cadere di nuovo, sta volta mi faccio male , ho piegato la gamba in malo modo , me la massaggio.
" mi hai fatto male Stef"
"Stai zitta!" E mi da un calcio nella pancia.

Mi piego leggermente per il dolore, alzo poi la testa lo guardo.
Chi è questa persona?
Non è il mio Stef.
Il mio Stefan non mi avrebbe mai fatto del male, lui era il bambino che mi proteggeva sempre dai bulli a scuola, mi consolava e mi medicava quando cadevo e mi sbucciavo il ginocchio, era quello che se non volevo mangiare mi faceva mangiare lui , in quel momento non vedevo più quel bambino, nemmeno il mio Stef adulto.
Vedevo qualcuno che non sapevo chi fosse, una vita passata insieme, e ora guardarlo e non riconoscerlo.

Non mi rendo ancora conto dell'accaduto, spero che mi sia addormentata sulla sedia fuori e che questo sia solo un brutto incubo da cui tra poco mi sveglierò.
Ma questo dolore è reale, il mio cuore che si spezza lo sento, ed è reale.
Mi alzo a stento e mi metto sul letto, Stefan esce dalla stanza come una furia, una lacrima calda mi cade dall'occhio, finendo prima sulla mia guancia, poi sul cuscino.
Piango finché non mi addormento.

Sotto la stessa luna ~Charles Leclerc~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora