Capitolo 47

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Sono passate esattamente 48 ore da quando Charles è entrato in casa quel pomeriggio dandoci la brutta notizia.
Sono ancora molto triste, Charles però ha cercato sempre di tirarmi su.
Anche se non posso fare molto perché dovrei stare a riposo, lui è riuscito a farmi divertire anche se praticamente eravamo costretti a stare a casa.
Mi ha portato i miei dolci preferiti, ha guardato con me i miei film preferiti, abbiamo ascoltato musica sdraiati sul letto a guardare il soffitto, ho scoperto che soffre il solletico e quindi ormai lo faccio sempre.
Ci riempiamo di coccole, Daniel non ne può più, ogni volta che ci vede per casa siamo abbracciati o siamo impegnati a baciarci.

Non abbiamo ancora fatto sesso, perché ha paura di farmi male, anche se entrambi ne abbiamo una voglia matta.
Insomma, se non fosse per lui in questo momento sarei veramente giù di morale.
Ha preso un po' del mio dolore ogni volta che mi accarezzava o che mi abbracciava.
L'ha fatto un po' anche suo.
Gli altri anche mi hanno aiutata molto, come sempre.

Oggi è il grande giorno.
Quello in cui passerò a prendere tutta la mia roba e saluterò i ragazzi della scuola di ballo.
Ho chiesto a Charles e agli altri di non venire con me perché avrei voluto che questo momento fosse solo mio.
Charles mi ha raccontato anche come sono andate le cose, mi ha detto che James non l'ha fatto nemmeno parlare e che gli ha detto che io ero fuori, basta.
Solo questo.
Poi l'ha cacciato.
Mi ha detto che i ragazzi hanno visto e sentito tutto e l'hanno guardato dispiaciuti.

Così adesso sono per strada, camminando verso quello che è stato il mio posto sicuro fino ad ora.
Il posto dove ho riso, pianto, ho visto i miei ragazzi felici, tristi, saltare di gioia perché finalmente riuscivano a fare quel passo che magari non riuscivano a fare bene.
Avrei voluto passare più tempo con loro.
Avrei voluto stare al fianco di tutti loro per essere la sorella maggiore di tutti, oltre che la loro insegnate.

Scendo i gradini che portano all'entrata.
Ormai la ferita si sta sanando, non mi fa più tanto male.
Apro la porta d'ingresso e vedo James seduto dietro la sua piccola scrivania intento a leggere qualcosa al computer.
"Ciao" dico.
Lui non sposta lo sguardo da quello che sta leggendo, fa solo un cenno di capo.
Così mi dirigo nel mio spogliatoio personale a prendere tutti i miei vestiti da ballo e le mie scarpette.
Metto tutto in un borsone ed esco, non prima di essermi guardata un'ultima volta intorno.
Nel tragitto per tornare all'ingresso passo davanti alla sala dove ho sempre fatto le lezioni con i ragazzi.
Mi fermo e la guardo.
Ci entro chiudendo la porta alle mie spalle, poso il borsone e mi metto al centro della sala, mi guardo allo specchio, inizio a muovermi.
Vorrei ballare un'ultima volta qui, ma mi è impossibile farlo con questa ferita.

Mi arrendo e torno fuori.
Vado vicino alla scrivania e poso la mia chiave, guardo il ragazzo ancora concentrato al computer, ha i capelli arruffati, gli occhiali che mette sempre quando è al computer, la camicia stropicciata, non è da lui essere così trasandato.
"Questa è la mia chiave, ho preso tutte le mie cose"
"Bene" risponde.
"Grazie per tutto" dico e mi volto per andarmene definitivamente da quel posto che avrò sempre nel cuore.
"Fermati" mi dice.
Mi giro, tenendo ancora la mano sulla maniglia.
Lo guardo in attesa di sapere cosa voglia dirmi.
"Vedi come sono combinato?" Mi chiede.
"Lo vedo"
"E sai che è per colpa tua"
"Mi dispiace James, ti ho detto la verità però."

Lui sospira in modo nervoso, si passa una mano tra i capelli e si alza dalla sedia togliendosi gli occhiali.
"Non solo ti ho persa, anche se credo di non averti mai avuta, ma ho anche perso tutti i ragazzi per colpa tua!" Quasi mi urla in faccia.
Devo avere un'espressione molto confusa perché lui riprende a parlare.
"Quando ho detto loro che tu non saresti più venuta qui, loro se ne sono andati e ora stavo leggendo le loro mail in cui mi dicono che non verranno più qui! Lo capisci? Capisci cos'hai causato?" Gesticola ancora più nervoso.
Sbatte gli occhiali per terra e mi si gela il sangue.
È ora di andare via Grace.
"Mi dispiace" dico, apro la porta e salgo in fretta le scale.
Spero che non mi segua.
Non ho il coraggio di girarmi ma, per mia fortuna, una volta salita la rampa di scale mi trovo davanti il mio angelo.
"Sono venuto a prenderti" mi dice dalla sua ferrari, facendomi segno di salire.

Corro subito da lui e prendo posto al lato passeggero.
"Com'è andata?" Mi chiede.
"Mi ha detto che tutti i ragazzi hanno annullato l'inscrizione"
"Oh wow!" Dice Charles, ma non sembra molto sorpreso.

Non gli faccio domande però, mette la musica che ci piace per farmi rilassare e cantiamo insieme.
Non so dove stiamo andando, di certo non verso casa perché non appena passiamo davanti ad essa lui non si ferma, continua ad andare dritto.
"Dove stiamo andando?"
"Vedrai" mi risponde.

Ci fermiamo poco più in là davanti ad un edificio, lo guardo confusa.
"Che ci facciamo qui?"
Lui mi stampa un bacio sulle labbra.
"Seguimi"
Scende dall'auto, mi aiuta a scendere e andiamo verso l'edificio, Charles prende una chiave dalla tasca e la infila nella serratura che dopo pochi secondi si apre.

Accende la luce, dentro non c'è nulla, se non uno spazio immenso e le pareti interamente bianche.
Ci sono diverse porte, è davvero grande questo posto.

Continuo ad essere confusa.
"Mi vuoi dire che andremo a convivere?"
"Se fosse così te lo avrei chiesto, una scelta del genere non posso prenderla da solo"

Mi guardo intorno.
"Mon bijou, immagina, qua davanti -mi indica il muro difronte a noi mettendomi un braccio intorno alla spalla- andranno tutti gli specchi, poi lì a lato alcune sedie per quando sarete stanchi morti e vorrete sedervi, quelle porte potrebbero essere spogliatoi e bagni, ridipingeremo tutto come vuoi"
Mi giro verso di lui sconvolta, me lo aveva detto ma non credevo l'avrebbe fatto davvero, non così velocemente almeno.
"Charles" esordisco guardandolo con il cuore pieno d'amore e una felicità che mi esplode nel petto.

"È già tuo" mi dice accarezzandomi il viso.

Gli salto letteralmente al collo, facendomi anche male ma poco mi importa in questo momento.
"Grazie, grazie Carletto, grazie di tutto, ti amo!"
Lui ridacchia e mi riempie di baci, tra i capelli, sul collo e sulle guance.

"Però adesso ascoltami un attimo" mi dice.

Torno seria.
"Abbiamo passato momenti difficili noi due eh?-annuisco- però adesso siamo qui, abbiamo capito e perdonato gli errori l'uno dell'altra. Non ci sono servite le parole per chiarirci perché noi già lo sappiamo amore mio. Ti ho amata sempre anche quando sembrava di no. Ti ho anche odiata tanto, tantissimo credimi. Questa nostra storia dovrà pure avere un lieto fine no? Io voglio davvero passare il resto della mia vita con te. E ricordati che tra i due il pilota sono io, quindi non correre mai più in quel modo nemmeno se sto morendo!" Rido alla sua battuta.
"Tutto questo per dirti"
Prende qualcosa dalla tasca dei suoi jeans, si allontana un po' e si inginocchia.

Non riesco a credere ai miei occhi.
Lo sta facendo davvero.
"Vuoi sposarmi?"

Sotto la stessa luna ~Charles Leclerc~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora