Capitolo 7: Fotografia

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Finalmente dopo saune, trattamenti viso e corpo, vasche idromassaggio e docce emozionali, quando anche l'ultimo raggio di sole sparì dietro le colline, poterono immergersi nelle acque termali.
Ne sentivano il calore, opporsi alla fresca brezza della sera mentre contemplavano la linea dell'orizzonte separare dal cielo blu le colline circostanti.
Attorno alla sorgente le fiaccole alla citronella intrecciate da rametti di vimini aggiungevano all'ambiente un tono tropicale unico così come il canto dei grilli dava la sensazione che il tempo si fosse fermato.
<Se mi addormento svegliatemi> aveva avvisato Izaki prima di lasciarsi galleggiare come un morto.
Gli altri quattro annuirono, nonostante la stessa sorte potesse toccare a loro da un momento all'altro.
<Sapete, non so se é stato tutto questo relax ma mi é venuta una voglia matta di giocare a Basket> confessò Hyuga.
<A chi lo dici> concordò Aomine.
<Ci sono dei campi da basket vicino alla casa di Alexandra?> chiese Izaki a Kagami.
<Certo che si, tutti quelli che volete e tutti sempre molto frequentati. Dobbiamo essere fortunati e andare ad un orario in cui di solito non si trova molta gente>.
<Quindi all'ora di pranzo> propose Izaki.
Kagami scosse la testa.
<Ore notturne> lo corresse.
<Dovremmo andare a giocare di notte?> Izaki a quanto pare non era entusiasta all'idea.
<Se vogliamo trovare posto si> tagliò corto Kagami incrociando le braccia.
<Per me va bene>.
A parlare era stato Kuroko.
<non importa dove e quando giochiamo, l'importante é dare il massimo> aggiunse.
Kiyoshi sorrise e mise una mano sulla spalla di Kuroko poi volse lo sguardo al resto del gruppo.
Seguirono solo cenni di assenso anche se quello più riluttante fu Izaki.
<Che ne dite ragazzi? Siete dei nostri?> chiese Hyuga..
I membri della ex Teiko che fino a quel momento non avevano proferito parola si unirono alla conversazione.
<Sceglierò in base al mio oroscopo> considerò Midorima.
<Per me va bene basta che ci sia del cibo> annunciò Murasakibara.
<Io giocherò solo se sarò l'avversario di Kagami> sentenziò Aomine che lanciò un'occhiata di sfida al diretto interessato.
<L'unica cosa triste della questione é che probabilmente in quell'orario non ci saranno ragazze a veder giocare questo bel faccino> sospirò Kise passandosi una mano nei capelli.
<Per me é indifferente> concluse Akashi.
Insomma, con ogni probabilità erano tutti dei "si" é la cosa migliore era che erano in numero esatto per disputare una partita.
<Eccoci>.
Alexandra seguita da Riko si avvicinò ai ragazzi reggendo con due braccia una torta dall'aspetto invitante.
Kagami sbarrò gli occhi.
Sentiva già l'acquolina ad inumidirgli la bocca.
Mentre Riko sistemava sul tavolo una grande busta i ragazzi uscirono dall'acqua e si sistemarono nei loro accappatoi.
Divorarono la torta e presto arrivó il momento per Kagami di aprire i regali.
Si sedette con in mano la busta e la aprì con cura, nonostante la curiosità e quando i suoi occhi incontrarono la scatola bianca si illuminarono.
<Air Jordan...> aveva letto incredulo.
<Sai, ti servirà sicuramente un paio di scarpe in più se pensiamo a tutte le partite che giocherai> constatò Hyuga soddisfatto della sorpresa sul volto di Kagami <consideralo un regalo da parte della vecchia squadra>.
<Ragazzi...> Kagami era combattuto: rimanere seduto oppure abbracciare tutti in una volta sola col rischio di farli soffocare da quanta forza avrebbe messo nella sua stretta?
"Al diavolo!" pensò.
Li prese tra le sue braccia e li sollevó in aria in un abbraccio caloroso.
<Cosa fai??? Mettili subito giù!> tuonò Alexandra che in un baleno sembrava essersi indemoniata.
<Vuoi romperti forse la schiena?> lo rimproverò.
<Sei un mostro...> mugugnò Kagami con la faccia stampata a terra per il colpo sferratogli dall'allenatrice.
<Adesso apri questo>.
L'allenatrice adesso gli sorrideva porgendogli una scatola impacchettata.
Kagami avrebbe voluto dirle che non esisteva donna volubile più di lei in tutto il mondo ma si trattenne.
<Avanti, aprilo!> suggerì Riko che era curiosa di vederne il contenuto.
Kagami guardò Alexandra poi di nuovo la scatola incartata e si decide a prenderla per aprirla.
Ne estrasse un biglietto di auguri.
Era da parte di Himuro.
Dentro c'erano una foto e sotto il vero regalo, accuratamente avvolto con la carta velina.
Kagami guardò la foto e le sue labbra si piegarono in un sorriso nostalgico.
<Se la sta passando proprio bene>.
<Decisamente> si trovò a concordare Alexandra.
<Ma come l'hai avuta?>.
<Me l'ha spedita due settimane fa pensa, per essere sicuro che l'avessi per oggi> spiegò.
<Si, é proprio da Himuro> sogghignò e guardò di nuovo la foto della squadra dello Yosen dove primeggiava Himuro ormai divenuto capitano, poi scartò la carta velina attorno al misterioso regalo che si scoprì essere...due tutori per le caviglie.
Allora guardò Alexandra.
<Qualcuno ha parlato con lui eh?> sogghignò.
La donna fece spallucce.
<Quando mi ha chiesto cosa ti serviva é stata la prima idea che gli ho dato> poi esaminò la coppia di tutori e la loro elasticità <e sono contenta che alla fine abbia optato per quella, sono di ottima qualità>.
<Non vedo l'ora di provarli in una partita seria> disse Kagami con la voce vibrante di emozione e impazienza.
Akashi, Murasakibara, Midorima, Aomine e Kise si scambiarono un'occhiata interrogativa.
Da dietro la schiena tirò fuori un pacchetto regalo dalla forma rettangolare.
<Questo é da parte nostra>.
L'incredulità che Kagami provò in quel momento non conosceva rivali.
La generazione dei miracoli che gli faceva un regalo.
A pensarci bene Kagami riconobbe che durante le partite disputate contro ognuno di loro, questi gli avevano aperto gli occhi su diverse visioni del basket e dei modi in cui si può giocare, e quella riflessione non poté che rendere ancora più caloroso quel gesto.
<Siamo sicuri che ti sarà molto utile> disse Aomine.
<Interessante> commentò dopo aver scartato il regalo.
In mano reggeva una videocassetta.
<Ci sono registrate alcune partite dell'NBA svolte nell'aprile di quest'anno> spiegò Akashi.
<C-come ve la siete procurata?> chiese scettico.
Akashi stava per rispondere alla sua domanda quando Kise lo interruppe.
<I maghi non svelano mai i propri trucchi> abbozzò un sorrisetto compiaciuto.
<Ti basti sapere che farti questo regalo ci ha ricordato ancora una volta che insieme possiamo andare lontano> rispose Midorima imperscrutabile.
<Beh, grazie mille. Mi avete davvero sorpreso, in senso positivo ovviamente>.
Kuroko sentì crescergli nel petto una piacevole sensazione quando Aomine e Kise stritolarono Kagami amichevolmente.
Ancora qualche giorno e, per quanto ne sapeva lui, alla fine della settimana avrebbe conquistato tutta la generazione dei mirasoli.







Al termine della serata Kagami e Alexandra erano rimasti per dare una ripulita alla postazione che avevano occupato nel giardino sul retro del centro benessere.
Alexandra era andata a prendere Numero Due mentre Kagami, ancora in balia di tutte le emozioni che gli aveva riservato la festa, stava togliendo dal tavolo gli ultimi piatti vuoti quando l'udire di alcuni passi, farsi sempre più vicini, catturò la sua attenzione.
Sulla soglia dell'ingresso che dava sul meraviglioso spazio termale comparve Kuroko con un pacchetto regalo.
Ormai si era cambiato.
<Ehy, tutto bene?> domandò Kagami che non aveva ancora notato quel che l'amico stringeva nella mano sinistra.
Una volta che Kuroko incontrò lo sguardo di Kagami si bloccò, il coraggio che aveva cercato di racimolare un minuto prima sembrava averlo abbandonato.
Allungò le braccia verso di lui per dargli il suo regalo, nonostante si sentisse impaurito dalla possibilità che non gli sarebbe piaciuto e, soprattutto, da come lo avrebbe interpretato.
<Ancora buon compleanno Kagami-kun!> disse tutto d'un fiato.
Con lo sguardo fisso sui ghirigori delle mattonelle cercò di ignorare le proprie mani sudate e il volto accaldato.
Ad ogni secondo di silenzio che passava sentiva crescere il desiderio di seppellirsi sotto terra.
<Kuroko ma...>.
Era chiaramente rimasto senza parole, ma la sua voce oltre che bassa gli sembrava infastidita.
Alzò lo sguardo.
Kagami lo fissava con un'espressione insolita, l'espressione di chi mastica una fetta di limone.
<Hai già fatto così tanto per me, sei arrivato fin qui dal Giappone convincendo anche tutti gli altri, hai contribuito ad organizzare la festa e anche per le Air Jordan...e adesso questo...io...non posso accettare> considerò distogliendo lo sguardo da lui.
Kuroko rimase perplesso.
Se doveva essere sincero quella era l'ultima risposta che si sarebbe aspettato da lui.
Sorrise, tutta la tensione che aveva accumulato fino a quel momento si allentò e le parole che voleva dire si riordinarono nella mente.
<Sai, avrei dovuto dartelo quel giorno, quando ci siamo salutati in aeroporto...ma all'ultimo momento mi sono imposto di non farlo> ammise.
Kagami tornò a guardarlo, incuriosito dalla premessa.
<Come mai?> gli chiese dato il protrarsi del silenzio tra loro.
<Perché così avrei avuto una scusa in più per raggiungerti qui e consegnartelo in un'occasione migliore di quello che temevo fosse un addio...> continuò <anche se al tempo non avrei mai immaginato che sarebbe stata in questa precisa circostanza, quindi in sostanza più che un regalo di compleanno si potrebbe intendere come un regalo di bentrovato> concluse poco convinto dell'ultima parola che aveva utilizzato.
Era di uso comune? L'espressione era grammaticamente corretta?
La sua mente cominciò a vagare senza meta tra i pensieri più futili.
Forse si stava esponendo troppo, quasi non si riconosceva, aveva parlato senza alcun freno semplicemente.
Kagami d'altro canto prese tra le mani il regalo e lo appoggiò sul tavolo di fianco a loro.
Prese Kuroko per le spalle e lo tirò a sé.
L'aveva fatto di impulso, senza pensarci, l'istinto era prevalso sul cervello.
Quell'abbraccio racchiudeva il conforto di Kagami nel riavere al suo fianco la sua ombra e lo stesso Kuroko lo percepì data la stretta che gli impediva di allontanarsi, qualora avesse desiderato farlo, si intende.
Invece affondò in quell'abbraccio avvolgente, accogliendo il brivido che gli percorse la schiena e sentendo sulla sua guancia la morbida pelle dell'incavo del collo di Kagami.
<Su adesso aprilo> lo incoraggiò.
Kagami prese tra le mani il pacchetto e lo scartò senza indugiare oltre.
Passò le dita sulla foto della vecchia Seirin resa portachiavi, di fianco a lui c'era Kuroko e dietro di loro gli altri membri della squadra.
La foto era stata scattata nel momento esatto in cui un Numero Due cercava affettuosamente di saltare addosso a un esemplare di Kagami impanicato.
Quella visione gli strappò una sincera risata.
<Mi ricordo di questa foto> considerò allegramente.
<Ne sono felice>.
<Grazie Kuroko. Lo conserverò con cura> promise riponendolo in tasca <bene, qua ho finito, direi che posso andare a cambiarmi e devo anche sbrigarmi altrimenti Alexandra sarebbe capace di lasciarmi qui>.
Così dicendo Kagami iniziò ad avviarsi verso gli spogliatoi seguito da Kuroko.
Quest'ultimo si voltò per dare un'ultima occhiata al giardino meticolosamente curato che si stavano lasciando alle spalle.
Avvertì una stretta al petto e un pensiero che fino ad allora era rimasto sepolto nella sua mente lo pietrificò.
Tutti quei momenti che stava passando insieme a Kagami gli sarebbero irrimediabilmente mancati, una volta tornato in Giappone; e mentre una parte di lui cominciava a riconoscere la paura di essersi riabituato a lui, alla sua energia e alla sua invidiabile determinazione, l'altra, davanti a quella paura, volgeva lo sguardo altrove.

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