Capitolo 18: Frantumi

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<Adesso potresti anche farmi scendere> obiettò Kuroko ancora sorretto da Kagami che d'altro canto non sembrava disposto a lasciarlo andare: con presa ardita gli teneva le gambe per evitare che scivolasse giù.
<Alex, siamo tornati> urlò, ignorando la sua richiesta mentre con l'aiuto dei piedi si sfilava le scarpe nell'ingresso.
La chiamò una seconda volta poi guardarono in ogni stanza, prima di appurarne l'assenza.
Kuroko, che per non cadere si reggeva al collo di Kagami, non riuscì a cogliere il suo sorriso malizioso.
<Sarà uscita>.
Fece spallucce e dietrofront verso la porta.
Il suono metallico del chiavistello confermò a Kuroko le intenzioni che aveva per quella serata.
Effettivamente nessuno dall'esterno sarebbe riuscito ad entrare, non senza il loro consenso.
Capì non solo di essere nei guai ma anche che quella per Kagami era l'occasione perfetta da sfruttare.
Sembrava così spavaldo e sicuro mentre lui si sentiva terrorizzato,
in un mare sconosciuto, senza remi e senza orientamento.
Quando finalmente lo fece scendere e sedere sul letto, Kuroko cercò qualcosa di indefinito fuori dalla finestra: il firmamento non potevano aiutarlo, in alcun modo.
Si sarebbe limitato ad essere uno spettatore silenzioso.
Nell'esatto momento in cui Kagami chiuse la porta della stanza e si avvicinò pericolosamente a lui, tanto da costringerlo a sdraiarsi finì col chiedersi cosa sperava di trovare lì fuori.
Le braccia muscolose con cui avevano portato a segno un'infinità di miracolose schiacciate a canestro, gli bloccava ogni via di uscita.
I suoi occhi di un rosso elettrico lo guardavano insistentemente esprimendo incontenibile agitazione ma anche titubanza.
I loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro e mentre Kagami guardava dritto nei suoi occhi l'altro invece osservava la pelle lucida sopra il colletto della camicia.
Il suo petto si abbassava e sollevava seguendo il ritmo del suo respiro ansimante.
Quando anche Kuroko trovò il coraggio di guardarlo vide sul suo volto imperversare una guerra incessante tra la parte che dà ascolto alla ragione e quella che si lascerebbe guidare soltanto dall'istinto.
<Non commetterò un'altra volta lo stesso errore> disse una volta ritrovato un barlume di autocontrollo.
Aveva parlato a voce bassa, come se temesse che nell'appartamento ci fossero orecchie indiscrete.
Gli accarezzò i capelli senza sapere che con quelle parole lo aveva tranquillizzato.
<Non farò assolutamente niente se non sei ancora pronto> aggiunse riuscendo alla fine a distogliere lo sguardo.
Kuroko arrossì davanti alla sua accortezza.
Kagami era tante cose, pensò; testardo, talvolta aggressivo, sicuro di sé al punto tale da risultare anche arrogante, ma era soprattutto protettivo, sensibile, gentile e se credeva in qualcosa era di certo uno degli ultimi a gettare la spugna.
Glielo aveva dimostrato non solo nel basket ma anche nella loro relazione.
E da quel giorno in poi sarebbe stata la persona con cui poteva condividere una sfera intima che lui stesso era ancora in procinto di conoscere.
Ripensò al loro primo bacio, uno dei suoi ricordi più preziosi e con esso alla consapevolezza che Kagami non avrebbe mai fatto nulla per ferirlo.
Ma cosa sarebbe accaduto se, quel fatidico giorno, non fossero stati interrotti dalle urla di Riko? Se avessero continuato a dare ascolto ai più reconditi desideri dei loro cuori?
La volontà di conoscere la risposta a quella domanda batteva la stessa paura che prima lo immobilizzava.
<Spegni la luce> ordinò ancora immerso nel flusso dei suoi pensieri.
Kagami, pur rimanendo stranito da quella disposizione che non corrispondeva né a un "si" né a un "no" definito, eseguì.
L'intera stanza, ad eccezione del letto sotto la finestra, fu inghiottita dal buio delle tenebre.
Una volta tornato sul letto poté accorgersi del riflesso argenteo che rischiarava i capelli di Kuroko quindi cominciò a giocare con alcune ciocche.
<Devo prendere il tuo ordine come un'autorizzazione> chiese persuasivo.
Kuroko annuì senza riuscire a trovare la voce, tanta era l'emozione che lo dominava.
Kagami, non aveva bisogno di nient'altro.
Gli prese il mento tra le dita, gustandosi il suo profumo tanto quanto i suoi occhi cristallini.
Gli accarezzò una guancia con la mano, chiuse gli occhi e con le labbra sigillò le sue.
Mentre sentiva crescere la frenesia con le mani gli slacciò i pantaloni.
A seguito di quel contatto sentì Kuroko irrigidirsi, allora d'istinto staccò le labbra dalle sue per sussurargli all'orecchio un "va tutto bene" evasivo solo per il desiderio che quel bacio accresceva.
Kuroko si sentiva talmente sopraffatto da sensazioni, emozioni e pensieri che non trovò la forza di controbattere nulla.
Fu questione di, forse, due secondi e si trovò nuovamente sdraiato sul letto.
Intravide il profilo di Kagami sovrastarlo, poi avvertì la sua bocca sul suo collo, da lì la pelle d'oca, proprio come quella volta, nei pressi del bosco, durante la ricerca di Numero Due.
Era tutto così surreale che temeva, da un momento all'altro, di svegliarsi da quel sogno.
Mentre Kagami riusciva a sfilargli i pantaloni Kuroko gli lanciava via la camicia che poco prima aveva finito di sbottonare.
La luna fu coperta dai nuvoloni neri che la circondavano e si trovarono nel buio, in un vortice di sensi capace di abbattere qualunque difesa.
L'aria fresca della sera nulla poteva contro il calore che i loro corpi, prede dell'eccitazione, cominciavano ad emanare.
Quando Kagami spostò la lingua sui suoi capezzoli Kuroko cominciò a respirare più profondamente nel tentativo di controllarsi, stringendo il lenzuolo nei palmi delle mani.
Kagami aveva imparato i suoi punti sensibili e il fatto che li utilizzasse per provocargli piacere lo faceva impazzire.
Sussurró il suo nome allo stremo del controllo, affondando le mani nei suoi morbidi capelli rossi e la luna concesse ai loro corpi seminudi ancora un pò della sua luce.
Quando Kagami si accorse di essere riuscito ad innescare il desiderio in Kuroko decise di spingersi ancora un pò più in là, cominciando con baci bagnati ad avvicinarsi all'ombelico dopodiché prese nella calda stretta della sua mano l'erezione di Kuroko.
Questi non riuscì più a frenare i gemiti di piacere che diventavano sempre più frequenti e eccitati.
<Ti piace?> chiese Kagami con soddisfazione tra un bacio e l'altro.
Kuroko annuì anche se il suo viso in estasi aveva già risposto per lui.
Il suo corpo esigeva di più, lo sentiva, ma Kagami sembrava premere il piede sul freno.
I ruoli si erano invertiti.
Lo faceva per torturarlo? Era così crudele?
Dominato dalla libido gli morse una spalla facendolo sollevare incredulo.
<Kuroko Tetsuya, mi hai appena dato un morso?> lo stuzzicò ammiccante.
<Può darsi. Cosa hai intenzione di fare a riguardo?>.
Il tono provocatorio di Kuroko lo eccitò ancora di più.
Scostó le tende della finestra per permettere alla luce della luna di illuminare un punto più ampio del letto.
Voleva vedere il suo corpo cosiccome il suo viso.
<Lo scoprirai> rispose cercando di mantenere un alone di mistero.
Portò le labbra dietro il suo collo e Kuroko capì di doversi voltare per consentirgli di continuare.
Ogni bacio equivaleva a mille brividi incontrollabili che si perdevano nell'adrenalina del momento.
Percepì le sue labbra umide spostarsi sulla schiena poi sollevò i fianchi per consentirgli di sfilare via l'ultimo indumento in grado di conservare il suo pudore.
Con la testa premuta contro il cuscino udì il rumore del cassetto.
All'inizio non sapeva cosa ne avesse estratto ma quando percepì una sostanza fredda e viscosa bagnargli la pelle capì che si trattava di lubrificante.
Kagami pur continuando ad assaporare la sua pelle con baci e succhiotti lo stava preparando per la parte successiva dell'atto.
<Non irrigidirti> gli suggerì pazientemente mordicchiangli un orecchio.
Tutto il suo corpo si contrasse, sentì i muscoli in tensione contro le fresche lenzuola.
Chiamò il suo nome senza riuscire a capire se voleva che smettesse oppure continuasse a sfregare la mano sul suo pene.
<Cosa stai facendo?> chiese una volta riacquisito il controllo sulla sua voce.
<Lasciami condurre il gioco> rispose irremovibile, con il tono di chi ha una concentrazione ferrea.
Quindi si trattava di questo per lui? Di un gioco?
Kuroko desiderò, con tutto se stesso, la capacità per fermarlo o tirarsi indietro ma corrotto dal desiderio si arrese, affondando la testa nel cuscino.
Kagami, che doveva aver colto il suo broncio di disaccordo si piegò su di lui, toccando col petto la sua schiena e avvicinandosi al suo orecchio.
<Vuoi che mi fermi?> sussurrò divertito, sfoggiando la certezza di chi sa di dirigere al meglio ogni cosaa.
Forse, in altre circostanze, Kuroko sarebbe stato in grado di affermare il contrario, ma quella non era una delle suddette.
Si lasciò cullare dalla sua voce, dai suoi baci e dal suo tocco che diventava sempre più anelante.
Proprio quando pensava di sentirsi appagato al massimo Kagami aprì il cassetto del comodino e ne estrasse una piccola bustina.
Kuroko non riuscì a vederla distintamente per la velocità con cui l'altro l'aveva tirata fuori ma si trattava inequivocabilmente di un preservativo.
Lo sentì inveire insieme al suono della plastica scartata.
<Non posso più aspettare>.
Kagami gli prese le braccia con un gesto possessivo e distribuì una piccola dose di lubrificante anche sul suo membro.
<Potrebbe farti un pò male> lo avvertì prima di penentrarlo.
Il lamento di dolore di Kuroko finì con l'accrescere i suoi sensi di colpa.
Avrebbe fatto piuttosto male, soprattutto trattandosi della prima volta.
Vide le mani di Kuroko stringersi in due pugni tremanti e afferrare ancora una volta il lenzuolo.
<Vado...troppo veloce?> domandò impegnandosi con tutto sè stesso a rallentare il proprio ritmo.
<Non...> Kuroko s'interruppe quando l'altro dai suoi fianchi spostò le mani sui capezzoli, pungolandoli.
Erano giunti al punto di non ritorno.
I loro corpi imperlati di sudore non rispondevano più a comandi razionali e i loro caldi respiri, man mano sempre più marcati e affannosi si erano sincronizzati.
<Non fermarti> implorò Kuroko che a tratti si tappava la bocca intimorito dal proprio sé, animalesco e incontrollabile.
Difatti Kagami che in preda all'estasi riprendeva il bacio non ne aveva alcuna intenzione.
<Kuroko...sto-sto per->.
Ma non fece in tempo a concludere la frase che entrambi furono travolti dall'orgasmo e vennero simultaneamente.
Rimasero immobili nel tempo necessario per riprendere fiato.
Sentire ancora dentro di sé Kagami gli diede un'ulteriore sensazione di appagamento.
Kagami, privato di tutte le sue energie, abbassò il capo sul suo collo, umettandogli la pelle col suo fiato caldo.
Kuroko ansimò ancora in balia del fervore restante.
<Mio dio...>.
La stretta delle sue mani sulle lenzuola si allentò e si girò sul letto tornando a sdraiarsi a pancia in su.
Solo in quel momento Kagami vide le lacrime che aveva agli occhi.
Con il pollice gliele asciugò chiedendosi se fosse stato troppo irruento o avventato.
<Stai bene?> chiese scostandogli i capelli dagli occhi.
Kuroko che aveva appena riacquistato il pieno controllo dei suoi respiri lo guardò sorridente.
<Si> ribatté.
Si accocolarono uno vicino all'altro e dopo poco tempo si addormentarono, o almeno Kuroko.
Kagami era ancora sveglio, non riusciva a smettere di rimirare la prima persona che era riuscita a metterlo in dubbio.
Gli accarezzò delicatamente i capelli facendo attenzione a non svegliarlo, lo baciò sulla fronte poi, inesorabilmente, si addormentò appresso a lui.

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