Mentre fuori impazza un temporale

Epilogo

«Louis, se continui a fermarci ogni cinque passi ci metteremo ore a tornare a casa».
Sembrava non riuscisse a tenere le mani lontane da me. Approfittava di ogni vicolo, ogni semaforo rosso per baciarmi, accarezzarmi i capelli, annusarmi il collo. Ero eccitato da morire ma le sue provocazioni si fermavano sempre sul più bello, subito dopo avermi rubato un gemito o aver sfiorato per caso la patta dei miei pantaloni.
«Se non la smetti, giuro che ti prendo contro questo muro» brontolai frustrato spingendo il bacino verso il suo.
«Davvero?» inarcò la schiena rivolgendomi il suo solito sorriso arrogante.
Poi mi allontanò di scatto, scoppiò a ridere e si mise a correre. Lo seguii ridendo a mia volta.
Quella serata aveva qualcosa di particolare, forse perché era passato esattamente un anno da quando ci eravamo incontrati al Bluebell e un paio di bottiglie di vino in un ristorante a luci soffuse ci aveva trasformato in due adolescenti in preda agli ormoni.
Rientrammo in casa salendo i gradini a due a due e ci sfilammo i giacchetti con ancora il fiato corto.
«Giusto in tempo, ha cominciato a piovere» dissi guardando dalla finestra della cucina.
«Perfetto» replicò lui alle mie spalle.
Non capii a cosa si riferisse ma non ebbi il tempo di fare domande. Assalì le mie labbra e mi rubò il respiro mentre mi spingeva verso la nostra camera e poi verso la finestra accanto al letto. Mi fece sedere sulla panca imbottita che aveva sistemato sotto il davanzale in modo che avessi la mia bay window anche lì dove non era stata progettata. Mi sfilò il maglione e si sedette a cavalcioni sopra di me. I lampi l'unica fonte di luce.
Si fermò un istante a fissarmi con un'intensità che mi fece andare a fuoco ancora più del contatto con la sua pelle. Non disse nulla per un po', riuscivo a sentire solo il suo respiro e lo scrosciare della pioggia che si era fatto più forte.
«Mentre fuori impazza un temporale» mi sussurrò all'orecchio prima di riprendere a baciarmi.