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*L*

Lo spilungone si strinse le ginocchia al petto, le labbra incurvate in un dolce sorriso, come se si fosse perso nella nostalgia di qualche lontano ricordo. «Sei sempre così poetico o questa è la mia serata fortunata?»

Il ricciolino si voltò a guardarlo e il sorriso divenne ancora più ampio. Con quelle fossette a bucargli le guance e i lunghi capelli a incorniciargli il viso angelico sarebbe stato il soggetto preferito di molti pittori del passato.

«Sai, ci vuole un animo romantico per riconoscere la poesia» ribatté senza perdere il sorriso.

Louis scosse la testa sorridendo a sua volta e pensò che gli occhi di quel ragazzo fossero l'unica vera poesia che avesse mai incontrato e che con ogni probabilità non avrebbe più trovato niente che si avvicinasse anche solo vagamente alla loro bellezza. Alla sua bellezza.

«Ma tranquillo» riprese a parlare lo spilungone, «continuerò a fingere di fermarmi a tutti gli strati di strafottenza e freddezza attorno a cui ti sei avvolto».

«Dio! Sei ancora più sdolcinato di quanto immaginassi» Louis alzò gli occhi al cielo impegnandosi a ignorare la stretta che sentiva al petto. Non era possibile che quel ragazzino avesse capito così tanto in così poco tempo.

«Un paio di troppo di quelli e sì che divento sdolcinato» indicò la bottiglia di vodka che Louis teneva ancora in mano.

«Davvero? Oh, non posso proprio perdermelo». Riempì velocemente uno dei bicchierini che aveva sistemato contro il vetro della finestra e glielo passò prima di preparare il proprio.

«Ci vuole una buona motivazione per bere, però».

«Scherzi? Ti serve davvero un motivo per bere la miglior vodka al mondo gratis?»

«Dobbiamo trovare una modalità. Che facciamo, ci limitiamo a buttare giù un bicchiere dopo l'altro senza scopo?»

«Scopo?» Louis aggrottò le sopracciglia. «No, aspetta! Tu sei uno di quelli a cui piacciono quegli stupidi giochi alcolici tipo 'Non ho mai', vero?» Se la domanda suonava più come un'accusa, Louis non se ne curò e l'altro si limitò ad alzare le spalle per nulla imbarazzato dall'insinuazione.

«Lumière, tutto quell'alone di mistero e determinazione che ti caratterizzava si è appena dissolto nel nulla» lo sfotté Louis sogghignando.

«Mistero e determinazione. È questo che ti ha colpito di me? Strano, ho pensato la stessa cosa di te».

Si fissarono per qualche istante, lasciando che il silenzio inghiottisse le loro parole e i loro pensieri. «Comunque, tutti amano quei giochi e chi dice il contrario, mente» aggiunse il ricciolino.

«Servono solo per tirare fuori a un gruppo di sconosciuti dettagli della loro vita privata, farli confessare neanche fossero a una seduta degli alcolisti anonimi».

«Condividere le brutte figure o momenti imbarazzanti della propria vita può essere un modo per esorcizzarli. Scoprire che gli altri hanno vissuto qualcosa di simile aiuta a non sentirsi strani o soli».

«La vita non è un cartone animato, mio caro Lumière».

«Disse quello che viveva in un castello».

Lo spilungone staccò la schiena dal muro e si sporse in avanti verso Louis. Lo fissò come se stesse cercando qualcosa e Louis non riuscì a far altro che restare immobile, a ricambiare il suo sguardo indagatore, disposto a essere la sua cavia per qualunque esperimento avesse voluto provare.

«Dovresti smettere di far passare ogni cosa attraverso il tuo cinismo, è talmente distruttivo che, di questo passo, niente riuscirà mai a colpirti o anche solo a raggiungerti» disse prima di far scontrare il bicchierino con quello di Louis a mo' di brindisi e vuotarne il contenuto in un unico sorso. Chiuse gli occhi appena sentì il liquido scivolargli lungo la gola ma la sua espressione era tutt'altro che sofferente. «Accidenti è davvero buona» mugolò leccandosi le labbra.

Mentre fuori impazza un temporaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora