Ilaria accese la radio, girò la manopola per trovare la stazione, le interferenze la infastistidirono. Un altro piccolo mezzo giro ed ecco che la voce dello speaker annunciò:«Ed ecco a voi “Maledetta primavera”, la canzone vincitrice del Festival di Sanremo di quest’anno». La voce di Loretta Goggi riempì la cucina, Ilaria accarezzò il manico del coltello sul ceppo. Le piaceva il suo colore, nero come la pece, lo strinse saggiandone la consistenza e poi lo estrasse con un’unica mossa. La lama rifletté la luce che la accecò costringendola a socchiudere gli occhi, ma quando li riaprì poté ammirare, nella lucida lama, i suoi occhi azzurro cielo. Intanto: «Voglia di stringersi e poi /Vino bianco, fiori e vecchie canzoni…»; fece un sorrisino, «ah! Quante vecchie canzoni, anzi, vecchissime potrei canticchiare, ma devo dire che questa è perfettamente in tema con la stagione e non solo». Aprì il frigo e prese il taglio di filetto di bovino, avvicinò il piatto al viso e ne aspirò l’odore, «quanto amo il profumo della carne fresca, preparerò una tartare che Giulio non dimenticherà più». Sul tagliere adagiò la carne e la incise delicatamente dapprima e poi con un colpo secco la tagliò, «inebriante!». Nei minuti che seguirono il rumore del coltello che batteva sul tagliere e la voce di Loretta Goggi si confusero.
Ilaria ammirò allo specchio la sua figura fasciata nell’abito avorio, sistemò la scollatura per mettere i seni prosperosi ancor più in risalto. Quanto le piaceva il rossetto granata! Poi si accarezzò i capelli castani.
Il campanello suonò, si passò le mani sui fianchi sentendosi soddisfatta, poi si avvicinò alla donna legata supina sul letto, le piaceva stuzzicare le sue vittime. La donna si mosse mugolando, «non temere, non si accorgerà della differenza. Non è successo in due secoli, non succederà mai», allora la prigioniera si mosse ancora di più diventando cianotica, «non ti agitare. Il mio corpo, dove per il momento c'è la tua anima, è troppo vecchio per subire scossoni».Giulio era affascinato da questa nuova Ilaria, da qualche mese stentava a riconoscerla, sembrava brillasse di luce propria e poi a letto…
«Vino?».
Lei interruppe un focoso ricordo.
«Sì, grazie».
Ilaria sorrise, quanto si divertiva a sentirli bramare le briciole d’amore che gli concedeva, si divertiva a farli assaggiare, ma mai si sarebbero saziati. Quello spettava al suo unico amore.
«Ceniamo? Ho tanta fame».
Giulio le accarezzò il viso, «quanto sei bella!», si avvicinò per baciarla, però un forte tonfo lo fermò.
«Hai sentito?».
«Cosa?». Ci fu un rumore ancor più forte.
«Ma sì, viene dalla camera da letto».
Giulio la spostò perché la donna gli stava bloccando il passaggio e velocemente percorse il breve corridoio. Aprì la porta della camera e rimase di sasso: un’anziana era a terra che si agitava disperata.
«Accidenti a voi due! Ho faticato tutto il pomeriggio per cucinare una cena che non mangerò».
Gli afferrò il collo e la mano divenne un artiglio che strinse il suo collo fino a che non spirò. Dalla sua bocca uscì una nebbiolina lucente, subito dopo divenne polvere. Un’ombra nera comparve dal nulla inghiottendola per poi tramutarsi in Giulio che aprì gli occhi neri come la pece per poi diventare verdi. Si avvicinò alla donna annichilita dal terrore, le appoggiò la mano sul petto e si sgretolò.«Ciao amore!». Ilaria gli diede un bacio leggero sulle labbra. «Ti piace il tuo nuovo corpo?».
Giulio inspirò l’aria e accarezzò il volto di lei.
«Speriamo che duri più di quelli precedenti».
«Il mondo è pieno di gente innamorata», fece spallucce, «ti va di ascoltare una canzone che parla di noi?».
Flashchallege scritta per WattpadBrividoIT