La casa sulla collina

79 18 48
                                        

Era notte e pioveva a dirotto, Sue e Adam erano di ritorno dalla reunion degli animatori di Scooby-Doo.
Sue, evidentemente nervosa, borbottava parole incomprensibili.
- Sue, per favore, la pianti di mugugnare? Ho capito che ce l'hai con me, dimmelo in faccia e finisce qui! Hai ragione! Va bene? Contenta?
- Allora se lo sai perché non ascolti mai? - Disse con voce stridula, - te l'avevo detto che dovevamo andare via prima. La tua riunione è stata organizzata in un paesino sperduto da Dio e dagli uomini.
- Ma dai, che è stata la serata più bella della mia vita, - disse indicando con il pollice il posto passeggeri dietro di lui, - Ti rendi conto che ho ottenuto l'autografo del disegnatore di Scooby?!
Sue alzò gli occhi al cielo, lo amava, ma quando si comportava come un bambino non lo sopportava.
Adam frenò bruscamente e la ragazza per poco non andò a sbattere contro il parabrezza.
- Ma che diavolo fai!
- Sue, guarda, - indicò una luce sopra una collina, - Sembra una casa.
Sue aguzzò la vista e tirò un sospiro di sollievo.
- Sì, è una casa!
Si inoltrarono in un vialetto e dopo qualche minuto si fermarono davanti al patio. La pioggia cessò e la coppietta poté scendere dalla macchina.
Sue tirò la giacca di Adam e con voce strozzata gli disse:
- Adam, ma quello è un…
Il ragazzo diede un'occhiata fugace e finì la frase:
- Cimitero. E allora? Abbiamo bisogno di un riparo per la notte,- guardò il cielo, - sicuramente tra poco ricomincerà a piovere e abbiamo perso la strada.
Fece spallucce e si avviò alla porta d'ingresso seguito dalla recalcitrante fidanzata.
Bussarono e dopo qualche minuto si accese la luce. Aspettarono che aprissero. Niente.
- Andiamo via, Adam.
- Ma no! Stai tranquilla, non c'è nulla da aver paura.
Spinse la porta ed entrarono e quella sbatté alle loro spalle con un tonfo che fece tremare i muri. La luce cominciò ad accendersi e spegnersi.
- Ti prego Adam, andiamo via!
- Non fare la bambina, sicuramente da qualche parte un fulmine avrà colpito un traliccio.
L'abbracciò per infonderle coraggio e la luce smise di essere intermittente.
- Visto, - si guardò intorno incuriosito, - andiamo a vedere il resto della casa.
Cominciarono a gironzolare e tutto era in perfette condizioni, in ordine e pulito.
Salirono le scale e percorsero il lungo corridoio dove le porte si susseguivano. Ne aprirono una a caso e scorsero una camera da letto.
La stanza era accogliente, Sue si sedette sul letto che trovò comodo e disse:
- A questo punto, rimaniamo qui per la notte.
- Brava, così mi piaci, - disse, - vieni a vedere queste fotografie.
Poi cominciò a bighellonare per la stanza.
Sue si avvicinò e la osservò prima distrattamente e poi si concentrò sull'immagine. Improvvisamente fece un passò indietro tappandosi la bocca per non urlare.
- Che succede ora? - Le chiese spazientito.
- La foto… quella bambina ha ucciso tutti… guarda, ha ancora il coltello in mano…
Adam guardò con finto interesse.
- Vuoi sapere la mia opinione? Ti stai suggestionando, hai visto troppi film horror. Sai cosa facciamo?
Prese la fotografia e la ripose al contrario sul comò.
- Ora andiamo a letto, sono stanco.
Adam si addormentò subito, ma Sue si girava e rigirava. Innervosita gli assestò un bel calcio perché russava e dormiva come se nulla fosse. Poi si concentrò sul rumore della pioggia battente che da fastidioso divenne una nenia e finalmente si addormentò.
- Sue… Sue…
Un rumore di passi e uno sbattere di porte la svegliò di soprassalto. Scosse il fidanzato che continuò a dormire beatamente.
- Sue… per favore vieni, vuoi giocare con me? Dov'è la mia Marilù?
Sue non poté sottrarsi da l'obbedire alla voce della bimba che la chiamava.
Si alzò e non le sembrò strano che indossasse una camicia da notte bianca di flanella, che la foto fosse tornata al suo posto e sulla poltrona ci fosse un bambola di pezza.
Camminò scalza lungo il corridoio e alla fine di esso vi era una piccola scala. Salì. La soffitta era una stanza dei giochi.
L'attenzione di Sue fu catturata dalla sedia a dondolo dove vi era seduta una bambina. Non si sentiva più il rumore della pioggia, istintivamente guardò fuori dalla finestra e vide il cimitero illuminato dalla luna.
Una parte di lei pensò: è spiovuto, devo andare a chiamare Adam, dobbiamo andare via da qui. Subito.
La bambina si alzò e fece qualche passo verso di lei, alla diafana luce che filtrava nella soffitta la vide distintamente, si coprì gli occhi terrorizzata e tentò di urlare, ma la voce non le uscì.
La bambina aveva la pelle cerea e gli occhi cerulei erano diabolici, la bocca un ghigno e gli abiti e le mani sporchi di sangue.
- Hai portato la mia Marilù?
Sue annuì e le porse la bambola, in un attimo se la trovò accanto, il fetore di morte la investì e la riconobbe come la bambina della foto.
- Siediti, - le ordinò indicando un tavolino preparato con il servizio da tè delle bambole.
La ragazza si guardò intorno cercando di capire se era realtà o un incubo quello che stava vivendo. La sua attenzione fu attirata da un coltello da cucina poggiato su un mobile.
Ritornò a guardare il tavolino e fece un passo indietro orripilata, la vide servire il tè ad altre due bambine orribilmente sfigurate.
Sentì il suo sguardo attraversarla e le disse con una calma agghiacciante:
- Vedi, - e indicò con lo sguardo le due bambine, - anche loro non volevano più giocare con me.
In quel momento Sue decise che se era un incubo si sarebbe svegliata, se era vero…
Corse verso il coltello, la bambina urlò:
- Allora non vuoi giocare con me!
La bambina comparve davanti a lei.
Sue vide i suoi occhi cerulei iniettati di sangue, la lama le trafisse il petto. L'ultimo respiro fu all'unisono con l'ultimo battito del cuore.
Si sedette al tavolino.
- Nel tè preferisci il latte? - Le chiese la bambina con voce gentile.
In quel momento entrò Adam che si sentì chiedere:
- Mi canti una canzoncina?

 In quel momento entrò Adam che si sentì chiedere:- Mi canti una canzoncina?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

One Shot scritta per la fiera dei cliché.    magicartist2018
Sfida a singolar tenzone contro la donzella _BookLover2019_




I LivedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora