Greta e Marcello

31 3 13
                                    

Novella extra III scritta con StefanoRuzzini

Erano un po' di sere che osservavo Stefano e Deliartemisia sedere ad un tavolo in disparte che parlottavano. Durante i cento giorni di Ekatómeron si erano strette molte amicizie e sodalizi letterari. Vedevo bene la collaborazione tra i due scrittori che si bilanciavano con le loro abilità letterarie.

«Sally,» mi chiamò il dottore «servici due Lacryma Christi, grazie.»

Servii il vino e guardai i due che ricambiarono il mio sguardo incuriositi.

Allora presi coraggio e feci loro la mia richiesta:

«Mi piacerebbe ascoltare una novella raccontata da voi.»

Stefano sorrise sornione, poi si rivolse a Deliartemisia.

«Visto! Quando parliamo delle nostre congiunzioni astrali!»

Deliartemisia rise, poi a Sally.

«Stefano intende dire che spesso pensiamo la stessa cosa nello stesso momento; ci stavamo organizzando proprio in questo senso, siediti qui,» mi indicò la sedia. «Comincio io se permettete».

I fatti che vi sto per raccontare si svolsero a Roma, nel quartiere Parioli. Il nome della protagonista è Greta, una donna che aveva fatto della carriera la sua ragione di vita. Dopo aver conseguito la laurea in scienze aziendali con il massimo dei voti si era trasferita nella capitale da un paesino del maceratese in cerca di fortuna e di una elevata posizione sociale.

Non ci volle molto tempo prima che fosse assunta in una nota agenzia immobiliare e che iniziasse ad andare a letto con Marco, il proprietario. Poi diventare sua moglie e socia fu questione di un anno.

Greta si era immersa nel suo lavoro anima e corpo e il suo desiderio di avere una posizione al di là di essere "la moglie di..." l'aveva presto allontanata dal marito, al quale non era dispiaciuto di far primeggiare la moglie, avendo un carattere piuttosto arrendevole.

Tutto andava come Greta desiderava, ma una sera di giugno fece un incontro che cambiò la sua vita. Era stata invitata con alcune amiche all'inaugurazione di un localino Jazz che in quel periodo andava molto di moda.

Indossava un tubino nero che la fasciava lasciando immaginare le belle forme, ma i sandali gioiello rossi dal tacco vertiginoso che le slanciavano la figura erano un tocco di classe che la facevano sentire irresistibile. Quando Marcello la vide, era seduto con i proprietari del locale che brindavano alla riuscita della loro nuova attività.

Era un architetto piuttosto affermato sia nella progettazione che nell'arredamento di ambienti. Il buon gusto di cui era dotato non fu necessario per notare la bellissima ragazza che spiccava nel gruppetto di amiche sedute attorno ad un tavolino, intente a gustare i loro drink. Il suo sguardo si spostò dalle gambe accavallate con quei sandali rossi che ne valorizzavano la forma, al viso ovale con un paio di occhi verdi intelligenti ed espressivi.

Quando Marcello vide Greta alzarsi per andare alla toilette, si mise di posta davanti al bancone del bar e la fermò mentre si accingeva a tornare al suo tavolo.

«Posso avere il piacere di offrirle qualcosa?» le chiese cercando di impostare il suo sguardo più languido.

«Grazie, ma sono con le mie amiche.»

«Sergio, una magnum di Dom Pérignon a quel tavolo!» ordinò al ragazzo dietro al bancone.

«Grazie.» disse Greta guardandolo meglio e notando che era decisamente un bell'uomo.

Furono poi le compagne di tavolo a spingerla al passo successivo.

«Non ti fare scappare quel fico. Guarda solo te da quando siamo arrivate».

I LivedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora