Ora basta, Chat Noir - 24

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Si fermò un attimo, ancora dentro di lei, giusto per afferrare il primo indumento capitatogli a tiro e metterlo tutto dentro la bocca di lei.
"Visto che non vuoi dirmi niente, allora non parlare"
E detto questo le mise due dita nella figa, stimoladole il clitoride con il pollice, e la pompò dietro indefesso, con il lubificante che colava lentamente giù..

Mari non ce la faceva più, voleva solo venire, sia analmente che di clitoride, ma Adrien paradossalmente pompandola troppo forte non glielo permetteva.
Serviva il giusto ritmo, e anche la giusta delicatezza affinché la ragazza venisse, e questo il biondo sembrava saperlo.

-Stronzo- pensò la ragazza, che non riusciva a parlare perche lui le aveva sbattuto in bocca gli slip madidi -Questa me la Ohh.... paghi molt-oh.. car-ah...-

Adrien sogghinava a vederla perdere la testa così, sia per la rabbia che per il piacere. La adorava, ne voleva ancora e ancora.
Ma più che la figa, o il culo, lui voleva che lei gli aprisse il proprio cuore e la mente.
Voleva risposte.
E non avrebbe accennato a smettere senza prima averle avute.

"Mari, parlami"

"Uhmpf!" Fu il commento incazzato e soffocato dalle mutande che ne ricevette.

Lui rallentò e le si tolse da dietro. Rimase solo con le dita sulla sua vulva.

"Mari,.. vorrei ...che mi dicessi cosa provi per me.." Adrien faticava a mettere in fila le parole per il fiatone che aveva: di sicuro Marinette era un osso durissimo.

Lo sguardo di lei era identico a quello di un puma.

"Principessa, prendi la pillola?"
La ragazza inarcò un sopracciglio, domandandosi perché glielo stesse chiedendo. Comunque gli fece cenno di sì con la testa.

"Va bene, allora visto che non mi vuoi parlare, mi vedo costretto a venirti dentro"

Mari scalciò
-Come cazzo osi?!?- voleva urlargli -Quanti permessi ti stai prendendo col mio corpo?!?! Non ti permetto di fare ciò che vuoi-
Ma tutto questo venne bofonchiato nella bocca tappata e la cinghia di cuoio del ragazzo si tese mentre Mari cercava di liberarsi.

Adrien senza farsi problemi sistemò per bene umida e dura alla vulva, poi guardò la ragazza dall'alto e guardandola negli occhi come uno che se ne fotte, entrò dentro di lei e si mise a pomparla, solleticandole i seni con le dita.

Lei si contorceva e divincolava e rideva per il piacere e la tortura del solletico sui seni. Il biondo le afferrò un piede, sporgendosi, e iniziò a farle il solletico sotto la pianta, continuando a pomparle la figa.

Mari tremò di una scossa così forte che avrebbe quasi potuto liberarsi. Di sicuro il ragazzo rischiava un calcio in faccia, ma lui non mollò la presa e continuò a farle il solletico.

Lei tremava, sussultava, tremava, per le spinte e per il solletico.
Il ragazzo le lasciò libero il piede e la prese per il collo: strinse. Forte. Marinette boccheggiò e diventò lievemente rossa. Adrien diede due botte belle assestate col bacino e venne copiosamente dentro di lei.
Il flusso caldo di sperma la riempì e le colò sulle cosce. Adiren non si scompose e spinse altre due volte, aiutato dal suo stesso seme come lubrificante, poi non ce la fece più e uscì.

"Oh non abbiamo finito, mia cara"
E la rigirò con la pancia in giù, le afferrò entrambi i piedi e iniziò a farle il solletico alle piante.

Marinettè stava impazzendo e si divincolava come poteva per sfuggire, ma lui la teneva così stretta da lasciarle i segni sulle caviglie.

Gli venne un'idea: si alzò dal letto e andò a prendere alcuni foulard che non aveva mai usato, e legò le caviglie di lei assieme. Poi usò un altro foulard per collegare la legatura alle caviglie ai capelli di Mari, così che, a pancia in giù, le rimanessero i piedi (e i polpacci) e la testa sollevati.
Il ragazzo la spostò di peso così che lui potesse stare in piedi e lei fosse sul letto esattamente di fronte a lei.

Poi con tutta calma le prese i capelli dalla nuca, togliendole gli slip dalla bocca, e glielo mise in bocca fino alla radice.

E la tenne lì.
A lungo.

Poi uscì e lei cercò di riprendere fiato ma non ci riuscì perché lui la penetrò di nuovo, con arroganza.

Cominciò ad andare a ritmo.
Dentro, resto, poi fuori
Dentro, resto, poi fuori

Ogni volta glielo metteva tutto dentro, tutto per lungo, senza remora.
Ancora e ancora e ancora

"Te la sciaquo questa bocca, insettina"
E le venne dentro talmente tanto e così in profondità che a Mari sembrò di annegare.
Le uscì lo sperma dal naso quasi, ma nonostante fosse venuto di nuovo, Adrian era duro come prima e le pompava serenamente la bocca, con lo sciabordio del suo stesso sperma nella bocca della povera ragazza.

Sciac
Sciac
Sciac

"Mmmmggghhhh!"
Marinette stava implorando.

Ora basta, Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora