Ora basta, Chat Noir- Parte 8

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Adrien cercò Marinette tra la folla di invitati. Si erano tutti spostati con le macchine al luogo del ricevimento e avevano iniziato a spiluccare dal buffet prima dell'ora di cena.

Adrien si rese conto che sarebbe stata una vera impresa parlare a Marinette quel giorno, ma sperava comunque di risolvere qualcosa.
-Ma perchè cavolo sono venuto al suo matrimonio? Non riuscirò mai ad avvicinarmi a lei, figuriamoci parlarle..-
Adrien si fermò un momento appoggiandosi all'ombra della tettoia della cascina dove Marinette e Marcel avevano deciso di fare il ricevimento e la cena. Faceva un caldo tremendo e la camicia bianca gli si era ormai appiccicata del tutto alle spalle e alla schiena.
"Uff!" sbuffò piano, sovrappensiero.

"Ti sei già stufato di esser qui, chaton?"
Adrien trasalì e si girò: Marinette, nel suo splendido abito da sposa, stava lì davanti a lui con un sorriso ironico stampato sulle labbra.
Il ragazzo immaginò lei all'altare che gli diceva "Sì"...
Adrien si riscosse immediatamente
-Idiota! Come puoi pensare una cosa simile. Ormai è sposata!- pensò.
-Esiste sempre il divorzio..- disse una vocina da gatto dentro la sua testa. Ormai pensava gli stessi pensieri di Plagg visto tutti gli anni passati insieme.
E riusciva a sentire pure quelli di Tikki. Strano.. Ma chissà, forse la sua testa era talmente abituata ai Kwami che ormai ne sentiva pure i pensieri.

"Allora, Chat? Annoiato?"
"N-no lad.. Ehm. Marinette. No Marinette, non sono annoiato. Solo un filo stanco ed accaldato"

Marinette era riuscita a defilarsi dal girone infernale degli invitati con la scusa di dover andare in bagno. Aveva scoccato un bacio sulla guancia a Marcel sussurrandogli all'orecchio "Scusa. Grazie per pensarci tu" e si era defilata mente lui rideva con tenerezza.
Era sempre stato Marcel quello bravo nelle relazioni sociali.

La ragazza si fermò un attimo a guardare Adiren. Lui le stava parlando facendole le solite congratulazioni, ma lei non lo stava ascoltando: era troppo concentrata sulla sua camicia decisamente troppo appiccicata al torace, tanto da rivelare le forme di un corpo che conosceva bene.
Di sicuro Adrien sapeva come tenersi in forma.
-Avresti potuto tenerlo in forma tu..con altra sorta di esercizi... Altro che palestra- pensò. -Oh ca**o, ma che vado a pensare? Aspetta ma..questa vocina..non ero solo io. Era come se qualcuno stesse pensando insieme a me..-

Fu un attimo che qualcosa di rosso sfolgorò nello spazio protetto tra Adrien e Marinette..

"Tikki!!!"

"Marinette!" gridò piano la piccola Kwami volando verso la ragazza per farsi abbracciare.
"Oh Tikki, sei il regalo di matrimonio più bello che ci sia"
Adrien sorrise con tenerezza e la testa nera di Plagg spuntò dalla tasca del ragazzo, dove prima stava insieme a Tikki.
"Oh amica mia, tenerti tra le braccia e così bello, ma così sarà doloroso doverti salutare di nuovo. In fondo ci eravamo già dette addio.."
"Tienila con te, Mari.."
"Non possiamo" dissero entrambe all'unisono.
Poi la vocina di Tikki si fece sentire, più decisa "Non possiamo Adrien. Non è così che funzionano le cose. Il testimone deve essere passato e una nuova Ladybug dovrà nascere. So qual è il mio compito ed il mio posto nel mondo. Però.." Tikki guardò Marinette negli occhi "..però vorrei restare con te.."
Mari sorrise con le lacrime agli occhi. "Stiamo insieme un po'. Poi faremo cosa è giusto"

Adrien decise di non convincerla più a cambiare idea. Ma aveva tante cose da chiederle..

"Marinette.." disse il ragazzo. Lei, con ancora stretta Tikki a sè, guardò quello che per lei era sempre stato un compagno di scuola, un amico.. e ora sapeva che era anche stato di più: un amico vero, un eroe come lei, un compagno di nottate di ronda e di una..notte..di fuoco..
Marinette si sentì avvampare al ricordo di quella notte e guardando Adrien nella sua camicia sudata si rese conto che.. che il proprio corpo riconosceva quello del ragazzo. Se aveva vaghi dubbi sul fatto che Adrien fosse Chat Noir, ora non ne aveva più: il suo corpo se ne rendeva conto e cantava di stringersi a lui, di stare con lui, di stare sui tetti di Parigi col vento in faccia e la sua mano sui fianchi, di baciarsi al chiaro di luna..

Martinette non si fece abbindolare dai propri desideri e, accarezzando Tikki, rimase impassibile a guardare Adrien e a pensare a quanto tempo fosse passato.

Sebbene infatti la ragazza avesse visto spesso Chat Noir, era da molti anni che non vedeva Adrien. Ma in realtà lui era sempre stato sotto il suo naso. Che controsenso eh?

"Adrien..senti.."
Lui la guardò, attento. La ragazza sorrise tra sé e sè -Somiglia proprio ad un gatto quando ha quell'espressione-
"Adrien, lo puoi notare tu stesso che qua non possiamo parlare. Sia per il bene dei Kwami sia per le apparenze.. Sai, nel caso non lo avessi notato, è il mio matrimonio, e non credo sia normale che la sposa parli con un perfetto sconosciuto" disse con un sorriso ironico.
"Ma io non sono uno sconosciuto!"
"Per loro sì"
-Cavolo- pensò Adrien - Ho così tante cose da chiederle-
"Proprio per questo.." continuò la ragazza "dovremmo vederci un altro giorno. Tieniti libero tra tre giorni, la sera. Ti faccio sapere io"
Adrien non ebbe nemmeno il tempo di dire "Okay" che Marinette era già volata via, verso la festa, con Tikki nascosta nelle pieghe vaporose del suo vestito da sposa.

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