Ora basta, Chat Noir - Parte7

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-Oh Adrien, Adrien. Così non va- disse una vocina. Il ragazzo guardò di sottecchi la tasca dei pantaloni.
-Cosa c'è, Tikki?- sussurrò.

La piccola Kwami fece capolino dalla tasca e parlò pianissimo "Adrien. Non essere immaturo: come potreste usare i poteri? Nel tempo libero? Non avrebbe senso. Dateci a chi può aiutare le città. Noi saremo tristi senza di voi ma altri come voi avranno bisogno di noi per crescere e per salvare il mondo"

Era un discorso che avevano già fatto e Adrien non voleva sentirselo ripetere proprio nel momento in cui Marinette stava per sposarsi e mettere fine a tutto.

Nelle settimane precedenti, fino all'ultimo aveva sperato che lei tornasse da lui. Che Ladybug tornasse.
Quando la notte era solo a sorvegliare la città, pensava che da un momento all'altro sarebbe arrivata volteggiando il suo yoyo e prendendolo in giro.
..Ma non era successo.
Nessuna notte era stata lunga come quelle delle ultime settimane.
Adrien si era scordato cosa fosse davvero la solitudine da quando aveva incontrato Marinette e Ladybug a scuola.

Si era fatto nuovi amici negli anni, ma gli mancava sempre un pezzo: non avrebbe mai potuto raccontare loro che era lui Chat Noir.
Probabilmente avrebbero pensato che li stesse pigliando per il culo.
E come dargli torto?
E poi magari avrebbero detto "Oh ma guarda, una tutina da gattino", ma Adrian se ne sarebbe fregato di un commento simile perchè essere Chat Noir..
..era una figata assurda.

Ma non sarebbe mai stato lo stesso senza Ladybug.
Lei aveva dato davvero un senso a tutto.

"Non fare mosse avventate, Adrien". La vocina di Tikki trapelò tra i pensieri del ragazzo.
Il Maestro gli aveva affidato la piccola Kwami affinché lui trovasse qualcuno adatto a cui darla. Tikki era pronta ad andare avanti e a lasciar vivere a Marinette la propria vita normale. Ma Adrien non aveva dato la Kwami a nessuno e lei sapeva benissimo il motivo: lui voleva ridarla a Marinette.

Tikki guardò verso l'altare: Marinette fiera e bellissima nel suo abito bianco (ovviamente creato da lei stessa), e Marcel, alto e splendido e con un sorriso radioso verso la sua futura sposa.

La Kwami notò un impercettibile movimento nella mascella di Marinette: voleva dire che la ragazza stava pensando intensamente. Tikki sorrise al pensiero di conoscerla così bene e in quel momento le mancò terribilmente stare con lei. Voleva riunirsi a lei ma allo stesso tempo voleva andare avanti, aiutare un'altra giovane ragazza a crescere e diventare donna, aiutare le persone insieme a lei.

Guardò Adrien: il ragazzo non sembrava passarsela bene.
"Adrien, non fare nulla di avventato"
Plagg uscì fuori in quel momento, sbadigliando per essersi appena svegliato.
"Avventato? Che? Che succede? Che mi son perso?"
Plagg notò il matrimonio in corso e la faccia di Adrien.

"Oh. No. Adrien...Adrien? Tutto bene?"

Adrien non si sentiva affatto bene. Aveva troppe domande bisognose di risposta, troppi conti lasciati in sospeso e aveva bisogno di parlarle.
Un disperato bisogno.

Ma era anche un uomo maturo. E responsabile. Il periodo in cui avrebbe fatto casino sotto le vesti di Chat Noir era finito...anche se l'idea di piovere dal soffitto della chiesa, interrompere la cerimonia e di spaventare tutti lo estasiava.

"No" si disse "Stavolta farò davvero la cosa giusta: lascerò che si goda questo giorno felice. Non la intralcerò più. Ma le parlerò!"

"E io vi dichiaro marito e moglie"

Adrien sussultò. Il suo cuore perse un colpo. Non si era accorto che la cerimonia era andata avanti ed ormai era finita:

Marinette era sposata.


..E lui la amava ancora.

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