Ora basta, Chat Noir - Parte 4

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In chiesa c'era brusio ma non troppo. Gli invitati erano in attesa dell'inizio della cerimonia nella chiesa di quartiere. Era una struttura grande ma non imponente, semplice e non fastosa eccezion fatta per il rosone decorato. Dentro lo spazio a disposizione era ampio, tuttavia gli invitati non erano molti. Tra tutti, basso rispetto ai canoni standard, spuntavano i ciuffi grigi della testa di un signore anziano di origini asiatiche, dall'aria gioviale.
Quando Marinette si presentò alle porte della chiesa per mano a suo padre, percorrendo la navata sorrise al maestro Fu che le fece di rimando l'occhiolino mostrando una scatolina in cui si nascondeva Tikki, ansiosa come tutti di assistere alla cerimonia.

Il padre di Marinette la lasciò all'altare e le diede un bacio in fronte, poi andò a sedersi al suo posto.

Marinette si voltò verso Marcel, il suo compagno. Convivevano in un nell'alloggio mansardato in affitto in una delle zone più carine di Parigi e stavano mettendo i soldi da parte per comprarsi a breve una casa loro. La ragazza avrebbe ancora aspettato a sposarsi, ma Marcel era deciso a farlo con la bella stagione e senza troppi indugi
"Possiamo sposarci anche senza avere una casa nostra" aveva detto a mo' di motivazione e in fondo Marinette non aveva nulla da dire in contrario. Erano adulti ormai ma ritardare il matrimonio per lei significava tante cose: ritardare l'addio a Tikki, a Ladybug, alla sua adolescenza, alle avventure da eroina, a..
A Chat.

Marcel le sorrise, Marinette ricambiò. Lo amava davvero moltissimo e senza di lui non sarebbe mai arrivata ad ottenere i successi desiderati. Si erano conosciuti all'università e, dopo un paio d'anni di amicizia, si erano messi insieme e per la prima volta in vita sua, Marinette aveva trovato altre braccia tra cui avrebbe voluto accoccolarsi la sera. Dopo quelle di Adrien e di Chat.
Non pensava che sarebbe mai riuscita a innamorarsi in vita sua ed invece eccola lì, a sposare il ragazzo con cui aveva condiviso anni di crescita, feste, risate, giornate.
Marinette pensò a come fosse diverso l'amore per Adrien da quello che provava per Marcel. Quella per il giovane modello era stata una cotta. Una enorme sbandata. L'amore vero era un'altra cosa.
Però..però negli anni del liceo la cotta per Adrien si era via via dissolta in qualcosa di ben più complesso: si erano man mano conosciuti, avevano iniziato ad uscire insieme tutti quanti lei, Nino, Alya e Adrien e c'era anche stato un momento in cui lei ed Adrien si erano baciati all'ombra di un albero. Ma non ne era seguito niente perchè alla fine c'era sempre una qualche battaglia da combattere e due verità da nascondere. Le bugie che si dicevano a vicenda, le omissioni, avevano bruciato sul nascere tutte le possibilità. Ormai diciottenne, Marinette si era resa conto di non poter stare con Adrien per due motivi: perchè lei era Ladybug e non poteva dirglielo, e perchè qualcosa stava cambiando tra lei e Chat e lei, dentro di sé, sapeva di aver già fatto una scelta. Così proprio nei giorni in cui Chat le aveva dato la forza di dichiararsi, lei aveva capito di non volerlo più fare. E quando aveva detto ad Adrien che non era il caso di mettersi insieme, lui aveva tirato un sospiro di sollievo mentale perché non avrebbe dovuto mentirle ogni volta che si fosse dovuto trasformare. Era demoralizzato, certo. Lui voleva conoscere meglio Marinette e avrebbe voluto provare ad avere una relazione normale con lei. Ma il suo cuore era libero solo quando parlava con Ladybug. Solo quando era con lei si sentiva se stesso e lo trovava a dir poco paradossale: appena iniziata la faccenda di Plagg e di essere Chat Noir, Adrien pensava che Chat Noir non lo rappresentasse. Pensava "Così è come vorrei essere, ma non sono io. È solo Plagg che mi infonde fiducia e spavalderia." Poi, negli anni, aveva capito che lui era davvero Chat Noir. Non era una finta, non era merito di Plagg (non più ormai): lui era davvero così. Aveva scoperto di saper essere anche irriverente e sarcastico nella vita quotidiana. Scanzonato al punto giusto.
Plagg aveva solo tirato fuori ciò che era in Adrien da sempre e il ragazzo aveva capito come essere la versione pura di se stesso, non la "maschera" che indossava tutti i giorni nella sua vita quotidiana di modello per piacere agli altri. Negli ultimi anni di liceo, mettere la maschera di Chat Noir per  Adrien era diventato un "Ora sono me stesso" e solo nei panni dell'eroe si sentiva libero di esprimersi liberamente. Il suo vero io era Chat Noir. E quel suo vero io lo vedevano solo due persone: Marinette, che non conosceva però la sua vera identità, e Ladybug.

Così quando Marinette gli aveva detto che sarebbe stato meglio non mettersi insieme, lui aveva tirato un sospiro di sollievo perchè con lei avrebbe dovuto indossare una doppia maschera: quella per evitare che lei capisse che lui era Chat Noir. Finché erano stati amici era stato più semplice, ma mettersi insieme implicava fingersi davvero chi non era. E un Adrien diciottenne non si sentiva in grado di farlo.
Adrien ringraziò mentalmente Marinette quella volta, per aver preso lei la giusta decisione al posto suo.

Lasciate in amicizia le cose con Marinette, Chat Noir era tornato alle sue chiacchierate al chiaro di luna con Ladybug: l'unica con cui si sentisse pienamente se stesso. Per questo motivo si era innamorato di lei gli ultimi anni di liceo: la cotta adolescenziale che aveva per lei era diventata qualcosa di profondo e vero. Lei gli aveva cambiato la vita, in tutti i sensi.

~~~

Tutti gli invitati si erano alzati per l'arrivo della sposa. Marinette adesso era all'altare e mentre guardava Marcel al suo fianco sorridente, il prete disse a tutti "Potete sedervi".
Fu in quel momento che Marinette scorse un movimento con la coda dell'occhio.

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