Ora basta, Chat Noir - Parte 9

332 19 2
                                    

La sera di tre giorni dopo, Adrien era nel salone di casa sua ad aspettare che Marinette gli suonasse al citofono da un momento all'altro.

Non si erano scambiati i numeri e quindi il ragazzo non poteva contattarla in nessun modo.

Al matrimonio, quando Marinette lo aveva salutato dicendogli "Tieniti libero tra tre giorni", era poi subito tornata indietro chiedendogli l'indirizzo di casa sua.
Adrien glielo aveva detto, lei aveva annuito rapidamente ed era ritornata alla festa, senza nemmeno dirgli "Ciao".

Adrien la aspettò per tutta la sera, ma poi venne la notte e, con essa, lo sconforto ed un' atroce delusione.

Il ragazzo capì che lei non sarebbe mai venuta.

Allora andò in camera, si tolse le scarpe eleganti che aveva scelto di mettere, poi i jeans (non voleva essere vestito troppo formale) e la camicia. Lanciò i boxer sul letto e andò a farsi una doccia. Quando ebbe finito si asciugò, tornò in camera e si mise i calzoni corti del pigiama (faceva troppo caldo per mettere anche la maglia).
Aprì la finestra per avere un po' di aria fresca e si buttò sul letto.

Adrien non riusciva a prender sonno e continuava a rimuginare sul perché Mari non fosse venuta. Si rigirò nel letto più volte e alla fine chiuse gli occhi, immaginando cosa avrebbe potuto dirle, se solo lei fosse venuta.

Improvvisamente qualcosa picchettò sul vetro della finestra aperta: una figura scura stava appollaiata sulla mensola, nella cornice della finestra. Adrien sussultò spaventato e si tirò su.

La figura lo guardava, rimanendo immobile.

Adrien mise a fuoco.
"L-Ladybug?"
La ragazza in costume sorrise.
Lui balzò giù dal letto e stette in piedi, in mezzo alla camera, a guardarla.

Gli occhi di Adrien rilucettero di verde per un momento, nell'oscurità della stanza buia, come quelli di un gatto.

Ladybug se ne sentì abbagliata per un istante. Poi scese dalla finestra ed entrò nella camera.

Lo guardò.

"M-my lady?" arrischiò Adrien.

La vide sorridere di nuovo "Ciao chaton".

Glielo disse con voce allegra, ma anche intensa. Parlava come se fosse finalmente rilassata. Finalmente se stessa. Basta tensioni.
E aveva anche una sua..intensità. come se adesso che sapeva chi lui era avesse cambiato le cose.
O non le aveva cambiate?

Ladybug deglutì mentalmente, senza farlo notare ad Adrien. Vederlo lì davanti a lei, con solo i calzoni del pigiama, le aveva fatto più effetto del previsto. Il suo torso nudo l'aveva colpita come una mazza da baseball dritta in faccia e non poteva fare a meno di guardarlo.

Perciò la voce le uscì un po' roca quando disse di nuovo "Chaton".
..una parte di lei stava filtrando con Adrien come da giovane non avrebbe mai e poi mai fatto.

Ma erano cambiate tante cose da allora.

Era... era andata a letto con Agreste quindi, eh? Pazzesco. In questi tre giorni ci aveva pensato a lungo e si era chiesta cosa ne pensasse Adrien.

Dal canto suo, il ragazzo cercava di respirare normalmente, ma vederla nei panni di Ladybug ora che sapeva che c'era sotto Marinette, gli faceva effetto.

Era andato a letto con Marinette.
E questo cambiava tutto.
..almeno per lui.
E lei adesso era davanti a lui nei panni di Ladybug. E mai come in quel momento gli sembrò troppo aderente, quella tutina.
In cuor suo Adrien rimpianse di non essersi messo i boxer sotto i calzoni del pigiama e sperò con tutto se stesso che lei non notasse nulla. Si affidò al buio.

Ma il buio non lo aiutò perché Marinette riuscì a vedere benissimo che la sua presenza aveva eccitato, seppur poco, il ragazzo.
Se ne compiacue.

"Direi che dobbiamo parlare, Chaton. Non avrei mai pensato che sotto la maschera di Chat Noir ci fossi tu".
Era andata dritta al sodo.

Adrien non seppe perché, ma si sentiva in soggezione, come di fronte ad una divinità.

"L-la cosa ti d-dispiace?" fu tutto quello che riuscì a chiederle.

"No, certo che no".

"Perchè sei qui vestita da Ladybug?"

Marinette aveva deciso che sarebbe andata vestita da Ladybug sia perché non voleva che qualcuno la vedesse con un altro uomo (troppe maldicenze) , sia perchè era da una vita che non si trasformava ed essere un tutt'uno con Tikki, ancora una volta, l'aveva fatta sentire come quando aveva 20 anni e tutto il mondo a disposizione nelle ronde con Chat.
Marinette disse ad Adrien quelle esatte parole e lo vide sorridere quando gli parlò di quanto fosse stato bello trasformarsi di nuovo.

Adrien poi guardò a terra, leggermente intimidito.
Con Mari era tutto semplice. Anche parlare con Ladybug era stato facilissimo un tempo.
Ma ora conoscevano entrambi le rispettive identità e lui non sapeva più che fare.

"Adrien" disse lei in tono dolce.
Lui sussultò a sentirsi chiamare per nome.
Lei sollevò una mano e disse "Posso?" Lui annuì rapidamente con un cenno nervoso del capo e lei con incredibile delicatezza gli poggiò una mano sulla guancia.

"Hai la barba" ridacchiò.

Lui si perse nel contatto.
Avrebbe voluto non ci fosse la tuta di lei.
Avrebbe voluto spogliarsi.
Avrebbe voluto vedere la sua lady in Marinette, e vedere Mari in Ladybug.

Ma sapeva che Mari non lo voleva.
Ed era sposata, per giunta.
Adrien si staccò dalla mano di lei e lei la rimise lungo il fianco.

"M-mari". Il cuore di lei sussultò: nessuno l'aveva mai chiamata col suo vero nome quando era Ladybug. Era strano.. ma piacevole. Una dolce sensazione di calore le prese le gote, ma non se ne preoccupò perchè sapeva che l'oscurità avrebbe impedito ad Adrien di vederla arrossire.

"Mari..ho tante cose da chiederti. Per me..
.. è cambiato tutto, ma per te sembra non sia cambiato nulla.."

Lei non disse niente.

"..sei sempre bella.."
Lei trasalì al complimento improvviso, ma non lo diede a vedere.

Adrien si rese conto di aver parlato ad alta voce e si dette dello scemo mentalmente per essersi lasciato sfuggire quelle parole.
-Stupido stupido stupido-

"Adrien.."

Ora basta, Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora