Ora basta, Chat Noir - Parte 3

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"Chat. Chaton.."
Chat tornò coi piedi per terra.

Ladybug continuò "Ora basta. Non possiamo più andare avanti così. Dobbiamo crescere, vivere le nostre vite. Abbiamo già dato tutto quello che potevamo a Parigi, a questa città. Non è più compito nostro. Non deve esserlo"

Ladybug si scostò da lui e lo guardò, preparandosi a dirgli l'altro motivo per cui aveva voluto incontrarlo:

"Ho deciso di chiedere al mio compagno di sposarmi"
.
.
.

Chat la guardò e Ladybug si chiese se mai l'avesse visto così sorpreso in vita sua.
"...s-sposarti?"
"Sì."
Chat cerco di ricomporsi e di darsi un tono
"Perchè me lo stai dicendo, My Lady? Non ero abbastanza per te?" disse in tono sornione.
Ladybug ne fu sorpresa: erano anni che Chat Noir aveva quasi smesso di farle battutine e velate avanches. Aveva smesso da..da..
Da quella volta che erano andati a letto insieme.
Perchè?
Ladybug si riebbe dai propri pensieri e gli rispose "Te lo dico perché sei il mio partner, perché sei mio amico e perché ci tenevo lo sapessi"

Chat Noir riprese la parola: "Quindi vuoi mollare tutto per sistemare la tua vita, dico bene?"
"Sì"
"..lo rispetto. Ma..sei davvero disposta a buttare via il tuo miracoulous e..me?"
Ladybug rimase in silenzio a fissarlo. Uno sguardo intenso che sarebbe potuto valere più di mille parole se Chat Noir non fosse stato così acciecato dal dolore da non vederlo. Gli occhi di Ladybug parlavano ma lui non riusciva ad ascoltarla.
"Sì, Chaton, mollerò tutto. Tikki sarà affidata alle cure della futura Ladybug e io inizierò la mia vita normale senza poteri e senza una Parigi da difendere"
"..non, non ti mancherà tutto questo?" chiese il ragazzo.
Oh certo che le sarebbe mancato, di sicuro. Chat vedeva come si divertiva la ragazza ad andare in missione con lui. Vedeva come si muoveva fluida, il corpo affinato da anni di combattimenti. Ormai nessuno veniva akumatizzato da un pezzo, ma una città come Parigi aveva sempre bisogno di eroi. Dove la polizia non riusciva ad arrivare, ci pensavano Ladybug e Chat Noir. Dove i pompieri non poteva intervenire, intervenivano Ladybug e Chat Noir a salvare la situazione.
..a salvare vite umane.

Sotto la maschera di Chat, Adrien si chiese cosa lo avesse distolto dall'idea di diventare medico, il suo più grande sogno da bambino: prendersi cura delle persone. Non seppe rispondersi, ma era contento di potersi rendere utile come eroe e salvare persone. Aiutare tutti.
No, lui non avrebbe di sicuro smesso, sia per egoismo sia per senso del dovere: finché Parigi avesse avuto bisogno, un gattaccio nero e verde ci sarebbe stato. Se si fosse ritirato, gli sarebbe mancato ogni giorno quello che faceva. Arrampicarsi sui tetti, avere la città ai suoi piedi, nessuno ostacolo: tutto diventava possibile nei panni di Chat Noir.
Una vocina familiare nella sua testa gli disse "È ora di crescere, Chat", ma non era una vocina: era Ladybug.

"È ora di crescere, Chat. Ovvio che mi mancherà tutto questo!! E mi mancherai tu".
Lui sussultò a quelle parole. Vuol dire che non si sarebbero più rivisti?
Stette zitto ad ascoltare il seguito:
"Mi mancherai tu e mi mancheranno i tetti di Parigi e le nostre scorribande notturne, le nostre avventure, i combattimenti, la sensazione di essere davvero utili, le tue battute, i discorsi che facciamo io e te al chiaro di luna, e..". Marinette, sotto la maschera di Ladybug, si disse che sarebbe stato meglio evitare di tirare in ballo quella notte di fuoco tra lei e Chat. Sapeva che lui la adorava, ma adorava Ladybug, non chi stava dietro la maschera.

A proposito di maschera..
Marinette negli anni si era resa conto di cominciare ad assomigliare sempre di più alla sua alter-ego eroica anche nei panni da civile: non era più timida o impacciata come un tempo. Negli anni aveva trovato le proprie sicurezze e la propria strada, e tutto questo sopratutto grazie a Tikki e a come le aveva cambiato la vita. Doveva ringraziare di sicuro i suoi genitori, gli amici di una vita come Alya e Nino e poi il suo partner Chat Noir: senza di lui chi sarebbe diventata? Grazie alle nottate passate a parlare con lui un giorno era riuscita persino quasi a dichiararsi ad Adrien. Ma poi aveva lasciato perdere.

Chat Noir fece per dire qualcosa ma lei lo bloccò "No Chat: non tornerò indietro. Io mi sposerò con Marcel e farò il lavoro dei miei sogni. È ora di crescere. Ricorderò tutto quanto con nostalgia ma sono sicura della mia scelta. Non è presa a cuor leggero ma ben ponderata".
Decisamente ponderata , pensò la giovane donna. Il pensiero di non rivederlo mi attanaglia il cuore. Gli voglio davvero bene. Come sarà la mia vita senza Tikki, senza una me Ladybug, senza...Chat Noir?

"E ora di crescere Chat Noir. Dobbiamo farlo entrambi. Un giorno ti renderai conto anche tu che sarà giusto passare il testimone. Fino ad allora, sappi che puoi venirmi a trovare se vuoi.." detto questo si detrasformò davanti ai suoi occhi, restando una semplice Marinette.

Adrien non vedeva da tempo Martinette. Dopo il liceo avevano entrambi iniziato a lavorare/studiare e tra una cosa e l'altra non si erano più visti, e lui aveva smesso di andarla a trovare anche sotto forma di Chat Noir perché con tutti gli impegni che aveva, le uniche volte che si trasformava era o per fare la ronda insieme a Ladybug o per combattere qualche crimine insieme a lei.

Il ragazzo la guardò. Marinette era cambiata negli anni, si era fatta ancor più bella e vide che il viso si era diventato più sottile, meno tondo, meno infantile e più adulto, le occhiaie sotto gli occhi gli fecero pensare a quando lui stesso si dovesse mettere il fard per coprire le sue, di occhiaie, nei photoshot. Paradossale come togliere una maschera cambi il viso, sia emozionalmente che fisicamente. Chat scese con un rapido sguardo a guardare i vestiti di Ladybug: jeans comodi, felpa della tuta, scarpe da ginnastica. Sembrava una bambina ma guardandola in volto, anche se quel faccino avrebbe potuto ingannare chiunque, non avrebbe ingannato lui, che la conosceva come le proprie tasche. Quel bel visino poteva farti dire "Ma che bella ragazzina, come va il primo anno di università?" E Marinette rispondeva sempre, cordialmente "E andato così bene che l'ho finita due anni fa!" spiazzando ignare vecchiette.
Ma lui, oh lui non ci cascava per un semplicissimo motivo: i suoi occhi. Negli occhi blu di Marinette, Adrien rivide gli anni a scuola, le feste, le verifiche, gli amori nati e morti, i test di ingresso all'università, gli esami, le difficoltà, i successi ed insuccessi che gli aveva raccontato quando era trasformata in Ladybug e allo stesso tempo ci vide le nottate di ronde, gli scontri con gli akuma, la battaglia finale con Papillon e ..quella notte nell'edificio abbandonato.

Chat Noir avrebbe voluto abbracciarla, baciarla, ma rimase fermo dov'era. Voleva strapparsi la maschera e dirle chi era veramente, ma non fece neppure quello.

Si limitò a sorridere di un sorrisetto un po' beffardo, un po' dolce.
"Me lo dovevo aspettare che fossi tu. Non potevi che essere tu. Sono stato davvero cieco in questi anni."

"Lo siamo stati entrambi Chat, io non so chi tu sia tuttora" sorrise lei.
"Forse un giorno potrò dirtelo" mormorò mesto lui, abbassando lo sguardo sul pavimento.
Lei gli accarezzò una guancia e lo costrinse a guardarla negli occhi
"Aspetterò quel giorno, Chat"

Ora basta, Chat NoirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora