25 - Lui

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Sanem

Il suono del campanello fa sobbalzare tutti, i miei genitori si muovono per primi verso le scale per scendere ad accogliere gli ospiti mentre  io e Leyla li seguiamo da vicino insieme a Ayhan e Osman.
Sono emozionata, faccio fatica  a respirare e il battito forsennato del mio cuore quasi mi impedisce di capire cosa mi sta dicendo mio padre una volta arrivati davanti alla porta di casa.
"Apri Sanem, è giusto che sia tu ad accoglierli".
I miei genitori si spostano di lato per permettermi di arrivare alla maniglia mentre un altro squillo del campanello fa pensare che chi è al di là della porta sembra essere abbastanza impaziente.
Il cuore in gola,  afferro il chiavistello e chiudo per un attimo gli occhi inspirando profondamente per prepararmi a ciò che sta per succedere.
Li  riapro lentamente con il capo chino e a fatica riesco a dare un senso a quel che vedo. Il fiato che  si mozza in gola, il cuore impazzito  sembra perdere un colpo per poi riprendere a battere ad un ritmo convulso.
Non è possibile, sto sognando.
La luce rossastra dei lampioni sembra riportarmi a qualche settimana prima,  in un altro luogo e in un altro momento, a quel momento unico,  magico,  che so bene di non poter dimenticare.

Non è possibile

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Non è possibile.
Incredula alzo lo sguardo di scatto su un viso che settimane fa, nel buio di un teatro,  mi è stato impossibile distinguere ed ecco davanti a me il più affascinante dei sorrisi. Fatico a respirare e sono paralizzata da un'emozione che temo possa farmi scoppiare il cuore.
Can Divit...
Non posso credere che Can Divit sia ... l'albatros.
Il mio albatros.
Mi ritrovo a scuotere leggermente il capo mentre il suo sguardo profondo sembra volermi confermare che  è così. E'  lui, è sempre stato lui.
"Can?"
Sorride irriverente.
"Sanem".
Can  è lui, l'uomo che mi ha baciato per la prima volta trasformando  uno scambio di persona in una romantica favola che da settimane mi tiene sveglia la notte e mi fa sognare ad occhi aperti il giorno.
I nostri sguardi rimangono incatenati, siamo solo io e lui, per qualche istante non esiste più nessun altro. Non so neanche io  quanto tempo sia trascorso  finchè un colpo di tosse discreto e  le  parole divertite di mio padre arrivano a  spezzare l'incantesimo in cui siamo  caduti entrambi.
"Sanem? Vogliamo far accomodare i nostri ospiti?".
Mi riscuoto a fatica tornando alla realtà e alla  consapevolezza che ci sono altre persone intorno a noi,  mi faccio da parte e abbassando lo sguardo sussurro.
"Sì, scusate, prego, prego, accomodatevi".
Can varca la porta di casa consegnando a mia madre un'enorme scatola di  cioccolatini e poi, mentre tutti intorno a noi cominciano a salire le  scale per raggiungere il salotto al piano di sopra, si avvicina a me sorridendo.
Mi consegna il meraviglioso mazzo di fiori che ha portato in dono e nel farlo si sporge per sussurrare piano al mio orecchio.
"Questi fiori sono di sicuro profumati, ma non possono in nessun modo competere con il tuo profumo Sanem. Non avrei mai potuto dimenticare l'essenza di fiori di campo da cui sono stato letteralmente ammaliato una notte nella loggia di un teatro. E' stato proprio grazie a quella fragranza unica  che ho potuto  riconoscere  nella nuova impiegata dell'agenzia la misteriosa ragazza che avevo baciato sai? ".
Il suo alito caldo e il tono sensuale della sua voce mi fanno correre un brivido lungo la schiena, alzo lo sguardo ad incontrare il suo e osservo avidamente quel viso ancora  incapace di credere che il mio capo, l'uomo che ho iniziato a conoscere e ad apprezzare, sia in realtà il  mio albatros.
Fatico a conciliare le due figure anche se, me ne rendo conto in un lampo di consapevolezza, avevano saputo entrambe far battere il mio cuore ad un ritmo che mai aveva conosciuto in passato. 
Si allontana da me e allunga una mano invitandomi a stringerla per seguirlo verso quel  che ci aspetta al piano di sopra. Guardo alternativamente il suo viso sorridente e quella mano e, come era già successo giorni prima al party del Sig. Fabri, sento di non avere scelta.
Non posso che lasciarmi trascinare dal re cattivo dentro la foresta oscura continuando a sperare che ne non mi ritrovi poi a doverne uscire con il cuore spezzato.

Can

E' arrivato il momento. La porta  si apre  piano rivelando una versione sexy di Sanem che mi lascia senza parole. Registro in un battito di ciglia l' abito  aderente che fascia alla perfezione le sue forme, i capelli sciolti sulle spalle e le  decollete tacco 12. Deglutisco a fatica,  è una visione tentatrice e quasi non riesco distogliere lo sguardo da quell'abito rivelatore che la fa bellissima e donna. Ciò che però non voglio e non posso  perdermi  è la sua espressione quando arriverà a capire.
Rimane immobile con lo sguardo basso per un tempo infinito,  o almeno così sembra al mio animo impaziente, poi  la vedo alzarlo bruscamente sul mio viso in un lampo di consapevolezza.

Mi ha riconosciuto, sapevo che l'avrebbe fatto

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Mi ha riconosciuto, sapevo che l'avrebbe fatto.
E' sconcertata, credo che da questa serata  si sarebbe aspettata tutto ma non certo questo. Le sorrido, felice che ora anche lei sappia chi è l'uomo che stava cercando, quello che lei chiama "l'albatros",  l'uomo sul quale aveva indagato per capire chi potesse averla baciata tra i partecipanti al party della Fikri Harika.
Mi cercava come io  cercavo lei incapace di togliermi dalla mente quelle labbra morbide, il corpo di donna che sembrava perfetto per le mie braccia e quel profumo così singolare ed unico.
Scuote la testa incredula, i nostri sguardi incatenati dicono ciò che non è possibile dire a parole mentre siamo catapultati  entrambi nella magia del nostro primo incontro, qualcosa di unico ed eccezionale. So che è sconvolta, così come è stato sconvolgente per me sorprenderla nel salotto di casa mia per poi scoprire che avevo più vicino di quanto pensassi colei  che  cercavo da giorni in ogni donna che incontravo.
Nihat ci riporta alla realtà ed insieme a Mevkibe  invita i miei amici e mio fratello a seguirlo verso le scale che portano al piano superiore mentre io mi attardo sul pianerottolo per  rimanere qualche istante  da solo con Sanem. Le  consegno con un inchino i fiori che ho portato per lei, fiori che ho voluto fossero  fiori di campo ma, come le dico avvicinandomi pericolosamente al suo orecchio, non riescono in nessun modo a  riprodurre quel profumo che è solo suo.

Ci fissiamo a lungo, emozionati per questo incontro rivelatore e per quel che sta per succedere di lì a poco. Sembra tentennare qualche istante, ma ben presto la sua piccola mano è nella mia  e insieme saliamo le scale , fianco a fianco, mano nella mano, insieme. Preludio di quel futuro che ci aspetta al piano di sopra e di lì a poche settimane che temo e allo stesso tempo sento di volere fortemente.





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