37 - Proposte inaspettate

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Sanem

Il signor Aziz si avvicina a me stringendomi in un caldo abbraccio. "Figliola, è un piacere conoscerti, Can mi ha parlato molto di te, sono felice di darti il benvenuto in famiglia. Mi è dispiaciuto non essere presente al vostro kiz isteme, ma ora eccomi qui, non mi sarei perso il vostro matrimonio  per nessun motivo al mondo".
Da sopra la spalla di suo padre lancio uno sguardo disperato verso  Can, cosa ha deciso di fare? Vuole illudere suo padre ed i miei fino all'ultimo per poi annullare tutto? Sorrido al signor Aziz che si stacca da me continuando a stringere la mia mano tra le sue con calore proprio nel momento in cui Emre sta entrando nell'ufficio di Can attraverso la porta comunicante tra gli uffici.  "Papà? Cosa ci fai qui? Perché non ci hai avvisato del tuo arrivo, sarei venuto a prenderti in aeroporto". Aziz fa un gesto vago con la mano in aria prima di stringere tra le braccia anche lui. "Perché disturbarvi, ho preferito fare un ingresso ad effetto".  Si scioglie dall'abbraccio per poggiare un braccio sulle spalle di ciascuno dei suoi  figli continuando a sorridere. "Che bello vedervi ragazzi miei, mi siete mancati e mi è mancata l'agenzia, da morire". Sposto lo sguardo da Can ad Emre, l'espressione tesa di entrambi mi lascia capire che entrambi, per motivi diversi, non si sentono esattamente a loro agio in questo momento.
Mi scuso dicendo di dover tornare al lavoro per lasciarli soli, è tanto che non si vedono e avranno bisogno di un po' di tempo per stare insieme. Torno alla mia scrivania e prendo il cellulare dalla borsa scoprendo di aver ricevuto un messaggio dalla Signora Pinar. Mi conferma il nostro appuntamento per il tè nel pomeriggio ed io mi rendo conto all'improvviso che è quasi ora di muovermi. La giornata lavorativa è finita e io  non sono riuscita  ancora a parlare con Can, ma d'altronde credo che per oggi sarebbe impossibile farlo in quanto trascorrerà sicuramente la serata con suo padre. Sospirando finisco di sistema le ultime cose e uscendo passo davanti al suo ufficio, sono seduti tutti e tre intorno alla scrivania e sembrano godersi questo tempo insieme. Scuoto il capo, non so cosa pensare della famiglia Divit, di sicuro tra loro ci sono delle dinamiche molto particolari.

Prendo il primo taxi di passaggio per farmi accompagnare al caffè sul lungomare scelto dalla signora Pinar per il nostro incontro. E' un piacere trascorre il tempo con lei, è una donna  di successo, ironica ed intelligente che ha vissuto una vita ricca di soddisfazioni professionali che l' hanno portata a viaggiare per il mondo. Mi chiede delle mie creme ed io sono felicissima di parlarle  delle ricette di famiglia, dei metodi utilizzati per realizzarle che sono sempre gli stessi da secoli e che  vengono tramandati di generazione in generazione.
"Io sono l'unica in famiglia a realizzarle ora e sarà mio compito insegnare  alle mie figlie un domani".  La signora Pinar mi ascolta sorridendo. "Non hai pensato di lavorare nel campo della cosmesi Sanem? Mi sembra tu ne sappia molto più di tanti laureati che lavorano per noi ed il tuo profumo è sensazionale. So che stai per sposarti e che lavori già alla Fikri Harika, ma il mio socio mi ha chiesto di proporti di collaborare con noi alla commercializzazione del tuo profumo su larga scala ed io sono d'accordo con lui, credo che potrebbe avere un enorme successo. Grazie alla nostra catena di distribuzione potremmo vendere in Turchia, ma raggiungere anche  i maggiori mercati internazionali,  l'unica cosa è che  ti dovresti trasferire per qualche tempo per seguire la produzione nei nostri laboratori di Gölcük, ma alla fine non saresti che a due ore da Istanbul, potresti  tornare da tuo marito ogni fine settimana".
Fatico a credere a quello che mi sta proponendo, non avrei mai immaginato un'offerta del genere, rimango in silenzio prendendo in considerazione ogni aspetto della questione. Devo ammettere di non essere  proprio sicura di voler vendere qualcosa di così personale come il mio profumo, ma forse, per la situazione in cui mi trovo,  sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità di farlo.

"Signora Pinar, sono lusingata dalla vostra proposta. Devo confessare che sono presa del tutto alla sprovvista in realtà, non mi sarei mai immaginata una cosa del genere. Posso avere del tempo per pensarci? Devo valutare una serie di fattori prima di poter prendere una decisione così importante". Mi sorride poggiando una mano sulla mia attraverso il tavolo. "Ma certo mia cara, capisco che con il fidanzamento e  i preparativi per il matrimonio sei molto impegnata in questo periodo,  prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno".

Ci lasciamo poco dopo con l'intesa di risentirci  non appena avrò preso una decisione. La saluto e decido di non prendere un taxi, ho voglia di fare una passeggiata sul lungomare fino al mio quartiere che non è molto distante da dove ci siamo incontrate. Ho bisogno di pensare, nelle ultime settimane la mia esistenza è stata completamente sconvolta da eventi imprevedibili ed ora la situazione mi appare più confusa che mai. Non so cosa intende fare Can che è chiaramente arrabbiato con me, non vuole ascoltare le mie ragioni, ma mi presenta al padre come la più meravigliosa delle creature.
Fra una settimana scadrà il periodo di preavviso e potrò lasciare la Fikri Harika, ma avrò ancora un consistente debito da saldare ad Emre  e a questo punto l'offerta di Fabri e della signora Pinar sembra essere arrivata al momento giusto. Vendendo la ricetta di famiglia potrei liberarmi di Emre e... liberare Can da qualsiasi obbligo verso di me. Potrei quindi allontanarmi da Istabul per far passare in fretta lo scandalo che una nostra separazione causerebbe nel mio quartiere.
Persa nei miei pensieri cammino a lungo, cercando di prendere in considerazione ogni aspetto per decidere cosa è meglio fare anche se il mio stupido cuore sembrava essersi abituato in qualche modo all'idea di essere legata a Can. Sapevo sin dall'inizio che tra noi non poteva funzionare, per quel che ho fatto e per la diversa estrazione sociale da cui proveniamo, eppure i miei sogni ad occhi aperti sull'albatros mi avevano fatto dimenticare ogni cautela cominciando ad abituarmi all'idea che tra noi potesse funzionare.
Apro la porta di casa quando ormai è ora di cena, ma non ho nessuna voglia di mangiare, ho lo stomaco chiuso dalla tensione degli ultimi giorni. Mi affaccio alla porta della cucina e trovo mia madre  ai fornelli. "Mamma, ho un tremendo mal di testa, non ho voglia di mangiare, faccio una doccia e vado a dormire".
Si gira a guardarmi sorpresa "Che succede Sanem? Come mai questo mal di testa?" Alzo le spalle "Forse un po' di influenza, è meglio che stia lontano da tutti".
Si avvicina tastandomi la fronte come ha sempre fatto da quando ero bambina per capire se ho la febbre. "Non puoi ammalarti proprio ora, c'è la festa per il fidanzamento e tutto il matrimonio da organizzare, abbiamo  pochissimo tempo a disposizione. A proposito, è  qualche giorno che non vediamo Can, sta bene?"
Distolgo lo sguardo cercando di non farle capire che al momento non saprei dirlo visto che non parla con me.
"Sì, sì mamma. E' molto impegnato con il lavoro, tutto qui".
Mi lancia uno sguardo indagatore, di quelli che arrivano quando sente che c'è qualcosa che non torna e perciò decido di battere in ritirata.
"E' meglio che vada a riposare, Iyi geceler, buona notte mamma".
Non ho la forza di affrontare lei e le sue domande in questo momento, voglio solo nascondermi sotto le coperte a pensare,  aspettando di vedere cosa mi porterà il domani.
Il mattino dopo arrivo in agenzia con un po' in ritardo rispetto al solito,   dopo una notte quasi insonne a causa degli incubi in cui Can mi volta le spalle e se ne va dicendo che non vuole avere niente a che fare con me. Il mio umore non è dei migliori quando arrivo alla mia scrivania e Cey Cey mi avvisa che Can mi ha cercato. Lascio le mie cose e mi dirigo verso il suo ufficio non sapendo cosa aspettarmi da lui e di certo non mi aspettavo il sorriso smagliante con cui mi viene incontro quando busso alla porta. Lo guardo stupita venire verso di me, prendere le mie mani tra le sue e poggiare un bacio affettuoso sulla mia guancia.
"Tesoro, vieni, ti stavamo aspettando per fare colazione. Mio padre voleva conoscerti meglio". In un angolo dell'ufficio è stato allestito un piccolo tavolo con una ricca colazione, Aziz   è  già seduto e mi invita sorridendo.
"Vieni cara, siediti qui vicino a me. Non abbiamo quasi parlato ieri, dimmi di te" Non so cosa dire, sono presa del tutto alla sprovvista da questa situazione. "Lavoro da poco in agenzia signor Aziz, ci siamo visti di sfuggita prima che partisse, sono la sorella di Layla,  lo sa questo giusto?" Sorride. "Sì, certo la nostra Layla, adoro quella ragazza. Voglio venire a conoscere i tuoi genitori, non c'ero la sera per il kiz isteme ma ora voglio assolutamente conoscere i tuoi. Can mi ha detto che il matrimonio sarà celebrato tra pochi giorni ed è giusto che io li incontri il prima possibile". Mi volto verso Can interrogandolo con lo sguardo e non so cosa pensare quando annuisce convinto. "Sì, il matrimonio si terrà a breve papà, fra una settimana la festa di fidanzamento ufficiale e fra due sarà celebrato il matrimonio. Va bene per te Sanem se stasera io e mio padre veniamo a fare visita ai tuoi genitori?".



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