Capitolo 13

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Il giorno dopo arrivo a lavoro leggermente più tardi del solito. Parcheggio la macchina al solito posto e scendo di corsa, dirigendomi all'entrata.

Proprio mentre sto passando il cartellino sotto lo scanner, sento la voce di Charles - e cioè l'unica che non avrei voluto sentire - chiamarmi da dietro.

"Nicole!" esclama, scendendo anche lui dalla sua macchina.

Io mi giro e lo guardo, senza rispondergli.

"Aspetta, entriamo insieme" mi dice, avvicinandosi.

Io annuisco, e lo saluto quando arriva accanto a me. "Buongiorno"

Lui mi prende per un braccio e mi fa girare verso di lui. "Ehi, aspetta"

Lo guardo stranita. "Cosa?"

"Riguardo a ieri sera, io-"

"Charles, come ti ho detto ieri sera, è tutto ok" lo interrompo "state insieme?" chiedo.

Lui aggrotta le sopracciglia e subito scuote la testa. "No, no, certo che no!" esclama.

"E allora, perché ti fai tanti problemi? Ricordi? Non abbiamo l'esclusiva" dico, forzando un sorriso.

Dentro di me, in realtà, sto bruciando dalla gelosia, e vorrei sapere ogni cosa di ciò che mi stava per dire Charles, ogni minimo dettaglio. Chi è quella ragazza? Perché è andato a letto con lei?

"Quindi non... non sei arrabbiata?" mi chiede.

Sì, Charles. Vorrei prenderti a pugni. "No che non sono arrabbiata. Perché dovrei?"

Lui rimane un po' stupito da questa mia risposta, ma poi annuisce.

Il mio lato curioso, però, non è abbastanza soddisfatto. "Allora, vuoi raccontarmi lo stesso?" gli chiedo, con un pizzico di coraggio.

Lui mi guarda per qualche secondo, poi inizia a parlare. "Non c'è molto da raccontare, in realtà.  L'ho incontrata in un locale dove ero andato per prendere una birra, solo che la situazione mi è sfuggita di mano e ho bevuto qualche drink di troppo. Lei mi ha riconosciuto, abbiamo iniziato a parlare e l'ho portata a casa mia, fondamentalmente solo perché ero arrabbiato" spiega.

"Arrabbiato?" chiedo, aggrottando le sopracciglia "Arrabbiato per cosa?"

Lui scuote la testa. "Niente, Niki, una stupidaggine. Sai come sono fatto ormai, no? Mi arrabbio con poco" sorride.

"Non ti credo, ma va bene" faccio spallucce, sedendomi sulla sedia davanti alla mia scrivania.

Lui cambia totalmente argomento, cercando palesemente di scappare da quella conversazione. "Allora? Quali sono i programmi per oggi? Domani partiamo, vero?" mi chiede.

Annuisco. "Oggi hai qualche intervista, prima della partenza per Baku" lo informo.

"Va bene, allora ci vediamo dopo" mi saluta, uscendo dall'ufficio.

Gli faccio un cenno con la mano, chinando la testa sul cellulare per leggere delle mail importanti, ma appena qualche secondo dopo, Charles torna ad affacciarsi alla porta.

"Niki" mi chiama.

Io lo guardo. "Dimmi"

"Mi chiedevo... ti va di vederci stasera? Insomma, come i vecchi tempi" ridacchia, malizioso.

Mi sta davvero chiedendo di andare a letto con lui dopo che, ieri sera, l'ho trovato con un'altra ragazza?

Sì, lo so, è colpa mia, perché sono stata io stessa a dirgli che non sono arrabbiata e che va tutto bene ma, diamine, non è affatto così! Ieri sera ho provato una fitta allo stomaco lancinante e un groppo alla gola che non mi ha permesso di respirare per qualche secondo; ero gelosissima. Ma questo Charles non lo sa, e non deve saperlo.

A dirla tutta, fino a che non mi sono trovata davanti a quella scena, nemmeno io sapevo di provare questo per lui. Non l'avrei mai neanche immaginato, eppure eccomi qui.

"In realtà, ho da fare stasera. E poi domani partiamo, non credi sia meglio riposare?" chiedo, con nonchalance.

Lui apre la bocca per dire qualcosa, poi la richiude e si limita ad annuire. "Hai ragione, sì" dice "Che hai da fare, comunque?"

Stronzo.

"Esco con Paolo" dico di getto.

Di certo avrei potuto trovare una bugia migliore, ma è stata la prima che mi è venuta in mente.

"Oh, capisco" sussurra lui "Beh, magari chiamerò anch'io Emma, la ragazza di ieri sera" dice, con tono di sfida.

Beh? Vuole per caso farmi ingelosire?

"Ah, vi siete scambiati i numeri?" chiedo; la mia voce è palesemente infastidita.

"Sì" dice soltanto "Beh, allora ci vediamo dopo per quelle interviste, mh?"

Annuisco, non avendo la forza di parlare perché altrimenti potrei esplodere e sputargli in faccia tutta la mia gelosia.

Lui mi sorride forzatamente, poi sparisce dietro la porta.

Mi lascio cadere sullo schienale della sedia, sbuffando e passandomi le mani tra i capelli.

Odio questa situazione, ma se vuoi giocare, Leclerc, io non mi tiro indietro. Vediamo chi cederà per primo.

—————

"Perfetto, Charles, abbiamo finito" dico, appuntando le ultime cose sul mio taccuino.

"Finalmente" sospira "non vedo l'ora di andare a casa e farmi una bella doccia"

"Già, anch'io" dico "e di mettermi a letto nel relax più totale"

"A letto? Non avevi da fare con Paolo?" mi chiede, girandosi.

Cazzo.

"Sì, sì. Intendevo dopo" sorrido "Hai già fatto la valigia?" chiedo, sviando.

"Sì, mancano giusto le ultime cose" annuisce.

"Eeehi" sento una voce dietro di me e poi un braccio posarsi attorno al mio collo. È Paolo.

Mi giro a guardarlo e gli sorrido, lasciandogli un bacio sulla guancia. "Ciao!" esclamo.

"Ciao, Charles" lo saluta poi.

Lui si limita a fargli un cenno con la mano mentre beve un po' d'acqua dalla sua borraccia.

"Allora, sei pronto per stasera?" gli chiedo, facendolo di nuovo girare verso di me.

Lui aggrotta le sopracciglia. "Stasera?"

"Sì, scemo, stasera! Andiamo al cinema, non ti ricordi?" alzo leggermente la voce, ridendo e sperando che mi assecondi.

Lui sembra riflettere qualche secondo prima di rispondermi. "Dio, Niki, scusami! Il lavoro mi sta letteralmente prosciugando, in questo periodo, e mi sono dimenticato. Ma ci sarò, te lo prometto" mi dice.

Mi sento così in colpa per averlo fatto passare come una persona che dimentica gli appuntamenti davanti a Charles, ma che posso farci? Questa sfida non si vincerà da sola.

Gli sorrido. "Passi a prendermi alle 21:30?"

"Certo" mi dice, togliendo il braccio dalle mie spalle "A stasera, piccola" si allontana, facendo un cenno a Charles.

Lui si gira subito a guardarmi. "Sul serio ci tieni così tanto ad uscire con uno che nemmeno si ricorda dei vostri programmi?" chiede, quasi schifato.

Io lo guardo, stranita. "Può capitare, Charles"

Lui alza gli occhi al cielo. "Ci vediamo domani all'aeroporto, ok?" mi chiede, prendendo le sue cose.

Io annuisco. "A domani"

Lo guardo mentre si allontana, pensando a come sia stato possibile che io abbia iniziato a provare questo tipo di sentimenti per lui.

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora