Capitolo 38

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Entro lentamente dalla porta di casa e trascino dietro di me la valigia, attenta a non fare troppo rumore.

Sono appena le 6:30 del mattino e non ho voglia di ricominciare ad ascoltare Charles già a quest'ora, perciò preferisco evitare di svegliarlo.

Salgo al piano di sopra, mi affaccio il più silenziosamente possibile alla porta della nostra camera da letto e vedo Charles, coperto col piumone fino al mento.

Ha i capelli spettinati, la barba molto più trasandata rispetto al suo solito e le stesse occhiaie nere e scavate di pochi giorni prima.

Sospiro e trattengo le lacrime che minacciano, di nuovo, di scendere dai miei occhi, richiudendo velocemente la porta.

Passo il resto della mattinata a svuotare la valigia e a sistemare i miei vestiti, poi faccio una doccia e inizio a pulire un po' la casa per distrarmi.

Verso le 10:30, sento la porta della camera letto aprirsi e subito mi irrigidisco. Poso la spugnetta che stavo usando per pulire il lavandino e mi giro non appena sento i passi di Charles farsi sempre più vicini.

"Sei tornata, finalmente" sussurra lui, sorridendo.

Io annuisco.

"Perché non mi hai svegliato?"

"Avevo da fare" rispondo distrattamente, girandomi di nuovo verso il lavandino.

Lui si avvicina lentamente a me e mette le mani sui miei fianchi, che sento andare a fuoco. Appoggia il mento nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla, poi inizia a parlare. "Ti va se parliamo un po'?" mi chiede, sussurrando.

Io metto le mani sopra le sue e le sposto, poi mi giro completamente verso di lui. "Sì, parliamo. Ma davvero, Charles, non devi toccarmi"

Lui abbassa lo sguardo e annuisce, alzando le mani. "Scusa, hai ragione"

Lo supero e mi siedo sul bordo del divano, poi si siede anche lui, poco distante da me.

"Charles, io ho bisogno che tu sia completamente, completamente sincero con me. Voglio la verità" dico, guardandolo.

Lui annuisce.

"Quante volte l'hai vista?" chiedo, terrorizzata dalla risposta.

"Due volte" afferma senza pensarci nemmeno un secondo.

Sgrano gli occhi e mi porto le mani sulla testa. "Perché continuavi a dirmi che ci eri andato a letto una sola volta, allora?" ringhio.

"Perché è così. L'ho vista due volte, ma solo dopo la festa abbiamo... insomma, noi-"

"Sì. Lo so, Charles, non c'è bisogno che tu lo ripeta ancora" lo interrompo bruscamente. "Cosa avete fatto, la seconda volta? L'hai portata a cena fuori?" rido amaramente.

Lui punta gli occhi nei miei prima di rispondere. "Le ho parlato, per dirle di lasciar perdere tutta questa storia" dice.

"Non sembra abbia funzionato, dato che quel giorno stavi andando di nuovo da lei" commento, sospirando.

"No, aspetta. Le cose non sono andate come credi tu" dice, sicuro.

"Cazzo, Charles, allora dimmi, come sono andate?! Ti sto pregando di dirmi la verità da giorni, parla!" sbotto.

Lui sospira. "Il giorno in cui l'hai... scoperto, è vero, stavo per andare da lei. Mi aveva mandato un messaggio e mi aveva scritto di vederci. Io ho accettato, ma non volevo fare quello che voleva lei, io volevo chiudere, volevo parlarle e basta" dice, con gli occhi lucidi.

Ascoltando quelle parole, avevo iniziato di nuovo a piangere. "Continua, ti prego" sussurro.

"Poi però è successo tutto, quindi ovviamente non ci siamo più visti, fino a ieri" confessa.

Alzo lo sguardo di scatto e scuoto la testa. "Ieri?" ripeto, incredula.

Lui annuisce. "L'ho fatta venire qui e-"

"Qui? Tu hai portato quella puttana in casa mia, Charles?!" urlo, alzandomi dal divano e puntandogli un dito contro.

Lui si alza e mi viene incontro, cercando di farmi calmare. "Ho parlato con lei per chiudere, amore. Devi credermi, ti prego. Non potevo farlo ovunque, in pubblico. Li conosci meglio di me, i paparazzi" mi fa notare.

Io annuisco e mi allontano di nuovo. "Giurami che avete solo parlato"

Lui si mette una mano sul petto. "Te lo giuro, non l'ho sfiorata neanche con un dito"

Annuisco ancora, chiudendo gli occhi per un secondo.

"Questo è tutto" conclude Charles, guardandomi. "Ti prego, amore. Possiamo risolverla, non buttiamo via quattro anni in questo modo..." sussurra.

"Sei stato tu a buttarli via, Charles, lo capisci questo?" dico, tagliente.

Lui abbassa lo sguardo.

"Perché?" chiedo poi, di getto.

Lui aggrotta le sopracciglia e mi guarda confuso. "Che intendi?"

"Perché l'hai fatto?"

Lui scuote la testa e si passa le mani sulla faccia. "Perché sono un coglione" afferma.

"Oh beh, questo è poco ma sicuro, Charles" dico, pungente. "Che cos'è che ti mancava, con me? Cosa credevi di fare?" chiedo.

"Non mi manca nulla con te, non devi pensarlo nemmeno. Io ero solo-solo un po' ubriaco" mormora, guardandomi. "Amore, ascoltami"

"Non chiamarmi amore, Charles, altrimenti ti becchi un calcio nelle palle" sbotto.

"Possiamo risolverla, ok? Servirà tempo, tanto, ma possiamo risolvere. Io voglio te, solo te. Ho sbagliato, ho fatto una cazzata, ma ti prego, ti prego, non lasciarmi" piagnucola, fissando i miei occhi.

Lo fisso anch'io per qualche secondo, incredula, poi annuisco lievemente. Sul suo viso spunta subito un sorriso, fin troppo emozionato.

"Con questo non ti sto dicendo che ti perdono e che da domani sarà tutto come prima. Ti sto dicendo solo che ci proverò. Sono stati quattro anni meravigliosi, per me, quindi vorrei quantomeno provare a recuperarli, ma non ti assicuro nulla, Charles. Io non mi fido di te, adesso, e non so quanto ci vorrà per riuscire a farlo di nuovo" affermo.

Lui annuisce e mi sfiora un braccio. "Io ti amo, Nicole, e sono pronto a fare qualunque cosa per dimostrartelo" dice, mentre una lacrima scende sul suo viso.

"Va bene, Charles. Adesso scusami ma devo finire di pulire, ok?" dico superandolo e tornando in cucina.

Mi appoggio al lavandino e chiudo gli occhi, facendo dei respiri profondi per trattenere le lacrime, per l'ennesima volta.

Continuo ad avere mille pensieri che mi frullano in testa. Come potrò mai riavere fiducia in lui? Come potrò fidarmi quando uscirà senza di me, quando gli arriveranno dei messaggi sul cellulare, quando andrà ad altri eventi per la Ferrari?

Come potrò riuscire a ricucire questo rapporto, se in questo momento, anche solo guardarlo in faccia, mi fa male?

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora