Capitolo 36

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Charles sgrana gli occhi e diventa immediatamente pallido. "Ti prego, amore..." prova a dire.

"Tu preghi me?!" esclamo "Dove cazzo stavi andando, Charles?"

"Te l'ho detto, stavo andando con And-" inizia, mormorando.

"Oh mio Dio, continui a dirmi cazzate!" urlo, alzando le braccia al cielo. "Ho chiamato Andrea per chiedergli di avvisarti" dico, sventolando il suo telefono davanti alla sua faccia "per farti dire che lo avevi lasciato qui. Ma indovina un po'? Andrea non sapeva niente della vostra partita a padel!" strillo, guardandolo mentre diventa sempre più bianco. "Parla, Charles. Parla, Cristo!" urlo, battendo una mano sul tavolo. "Chi cazzo è Miriam? Come l'hai conosciuta? E ti prego, ti prego, sii sincero almeno adesso"

Lui inizia a piangere. Si passa una mano sul viso mentre si siede su una sedia e prova ad avvicinarmi a lui, prendendomi la mano. Non appena le mie dita sfiorano le sue, però, con uno scatto mi scanso e lo fulmino con lo sguardo. "Non devi toccarmi. Parla, ho detto"

Lui sospira e si asciuga le lacrime, poi prende un respiro profondo e inizia a parlare. "L'ho conosciuta ad un evento" dice soltanto, con lo sguardo puntato sul pavimento.

Io lo fisso, furiosa, aspettando che continui a parlare. Quando però mi accorgo che non ha intenzione di farlo, lo incito. "Charles, sto perdendo la pazienza. Quale evento? Dove? Perché io non c'ero?"

"Allo store della Ferrari a Milano. Non c'eri, c'eravamo solo io e Carlos; non dovevamo fare interviste, quindi tu e Isa non eravate dovute venire" spiega, con la voce che trema.

"Ok" annuisco "È una tua... fan, o qualcosa del genere?" chiedo, quasi schifata.

Lui scuote la testa. "Lavorava lì" confessa.

"Va' avanti" dico, passandomi una mano tra i capelli.

"Quella sera c'è stata una specie di serata in un locale lì vicino. Avevo bevuto un po', lei si è avvicinata e abbiamo iniziato a parlare" dice, alzando la testa per guardarmi. Il suo sguardo mi brucia addosso, mi fa sentire quasi sporca. Sposto gli occhi e mi concentro su qualunque cosa che non sia nella sua direzione, mentre aspetto che continui a raccontare, anche se ogni parola è come una coltellata. "Che altro?"

"È successo tutto così velocemente, io non so perché l'ho fatto, amore. Non volevo, io-" piagnucola.

"Non volevi fare cosa, Charles? Cosa è successo velocemente?" chiedo, con voce ferma.

"Lei... Noi ci siamo baciati"

Chiudo gli occhi e cerco di bloccare una lacrima. "Te la sei portata a letto?"

Lui non risponde e abbassa la testa.

"Charles" lo richiamo, avvicinandomi "Te la sei scopata? Rispondi, sì o no?"

Lui mi guarda negli occhi per un secondo, poi sposta lo sguardo e risponde. "Sì"

Torno a guardarlo, con gli occhi lucidi. "Mi fai schifo, Charles. Come hai potuto, come?!" esclamo, ricominciando a piangere.

Lui si alza dalla sedia e mi viene incontro, cercando di abbracciarmi. "Amore, per favore... scusami, è successo una volta sola, ho fatto una cazzata, io-" inizia a parlare a raffica.

Io mi tolgo il suo braccio di dosso con uno scatto. "Una volta sola?! Tu ti aspetti che io ci creda? Stavi andando da lei, oggi..." sussurro, lasciando la frase a metà.

"Te lo giuro, amore. È successo una sola volta" afferma, guardandomi negli occhi.

"Questo non cambia nulla!" strillo. "Stiamo insieme da quattro anni, cazzo! Quattro anni, Charles"

"Non so cosa mi abbia detto il cervello, io-"

"Non lo so neanche io, cazzo, e vorrei proprio saperlo, invece!" esclamo, interrompendolo.

Per qualche minuto, su di noi cade un silenzio di tomba. Mi passo ripetutamente la mano sulla faccia, asciugando le lacrime, poi mi massaggio le tempie, che stanno per esplodere dopo tutta quella tensione.

Penso e ripenso alle parole di Charles. Alle sue mani su un'altra donna, ai suoi occhi che la guardano. E mi sento sporca, mentre penso a quando ha fatto sesso con me, dopo averlo fatto con lei.

Poi un brivido mi percorre la schiena. Spalanco gli occhi e mi giro di scatto verso Charles. "Carlos sapeva tutto?" chiedo, scioccata.

Lui scuote immediatamente la testa. "Non prendertela con lui. Né con lui, né con nessun altro. Non lo sa nessuno..." sussurra.

Inizio a camminare su e giù per il corridoio, poi mi dirigo verso lo scantinato. Prendo la valigia che uso sempre per partire durante i GP e inizio a mettere dentro dei vestiti invernali, maglioni, jeans e lo stretto necessario per qualche giorno.

Charles si posiziona dietro di me e appoggia le sue mani sulla mia schiena. "Dove vai, amore?..." sussurra.

"Non mi toccare, Charles, o giuro su Dio che ti uccido" ringhio. "Me ne vado per qualche giorno, non ce la faccio a stare qua"

Lui ricomincia a piangere e poi si siede. "Ti prego, Nicole, dobbiamo parlarne, noi possiamo risolvere questa cosa"

"Noi? Qui sei tu che devi risolvere qualcosa, hai capito? Qui dentro!" strillo, toccandogli la testa con un dito.

Chiudo la valigia e prendo il cappotto, pronta ad andare via.

"Tu-tu tornerai tra qualche giorno, vero?" mi chiede Charles, quasi spaventato dalla mia risposta.

Lo fisso in silenzio per qualche secondo, poi annuisco. "Sì. Ma fino a quel momento non voglio sentirti neanche per sbaglio, Charles. Ciao" dico, prima di sbattere la porta ed uscire di casa.

Fermo un taxi e chiedo al tassista di portarmi all'aeroporto di Nizza, quello più vicino. Durante il tragitto, chiamo Carlos, cercando di trattenere le lacrime.

"Nik! Stavo per chiamarti io!" esclama lui contento, rispondendo subito.

Sorrido spontaneamente. "Ehi" rispondo, con voce triste. Lui si accorge subito che qualcosa non va.

"Ma hai pianto? Che succede?" mi chiede.

"Carlos..." sussurro.

"Nik, mi sto preoccupando. Che diavolo hai?" alza la voce.

"Carlos, posso venire a stare da te, per qualche giorno? Pensi che a Sara darà fastidio?" chiedo di getto.

Sara, la fidanzata di Carlos, abita con lui da qualche mese. È una persona squisita e gentilissima, oltre ad essere una bellissima ragazza, e non vorrei mai portare dei problemi tra loro due.

"Cosa? No, no, certo che puoi. Ma mi spieghi che cazzo c'è che non va?" ripete.

"Carlos..." sussurro di nuovo "Charles mi ha tradita" dico per la prima volta a voce alta, realizzando che non si tratta solo di un brutto sogno.

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora