Capitolo 4

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Mi risveglio col suono della mia sveglia nel letto di Charles e appena apro gli occhi mi tornano in mente i flash della sera prima.

Charles mi fa stendere sul letto e mi spoglia velocemente. Mi bacia il collo, il seno, tocca ogni centimetro di me, e il mio corpo brucia sotto le sue mani.

Mi aiuta a togliere anche i suoi vestiti, che finiscono sul pavimento in pochissimo tempo, poi riprende a baciarmi con foga.

"Aspetta, prendo un preservativo" mi dice, mentre sta per alzarsi.

"Fermo, Charles, prendo la pillola" sussurro.

I suoi occhi brillano dopo questa affermazione. In pochi secondi, si posiziona tra le mie gambe e affonda in me, con una spinta decisa, guardandomi negli occhi.

Inizia a spingere lentamente, poi sempre più veloce, toccando il mio punto più sensibile e rendendomi praticamente impossibile il tentativo di soffocare e reprimere i gemiti.

"Dio mio, mi fai impazzire" mi dice all'orecchio, poco prima di morderlo.

"Vai, Charles, così..." gemo, pregandolo di continuare.

Sorride, poi aumenta il ritmo, iniziando a gemere insieme a me, sulla mia bocca e sul mio orecchio.

Dopo poco, raggiungiamo entrambi l'apice del piacere e ci sdraiamo, molto soddisfatti e stanchi.

Dio, che casino. Sono andata a letto con il mio pilota, ma che mi ha detto la testa?

Guardo accanto a me e vedo Charles ancora addormentato, con un braccio attorno alla mia vita.

Lo scanso delicatamente, per riuscire ad alzarmi, stando attenta a non svegliarlo.

Rimetto subito l'intimo, e proprio in quel momento, Charles apre gli occhi. "Ehi, buongiorno" dice, tirandosi su e reggendosi con i gomiti "dove stai andando?"

Lo guardo, imbarazzata. "Buongiorno"

Lui mi guarda, come ad aspettare che continui a parlare. "Beh? Stavi andando via?" ripete.

"No no, insomma... è che questa situazione è un po' strana, voglio dire..." balbetto.

Lui ride e si alza, raggiungendomi. "Facciamo colazione?" mi chiede.

Io lo guardo incredula. Perché per lui è tutto così normale? Come fa a stare tranquillo?

"Sì, va bene" rispondo solamente.

Lui mi lancia una sua maglietta larghissima. "Metti questa, non penso sia comodo fare colazione con il vestito che avevi ieri sera" mi dice, prima di uscire dalla camera e raggiungere la cucina.

Io metto la maglietta, ma poi lo inseguo, ancora incredula. "Charles?" lo chiamo.

"Sì?" si gira a guardarmi "ah, vanno bene i pancake? Ho l'impasto già pronto. Sai, ogni volta che lo preparo, me ne lascio un bel po' per farmelo bastare per tut-"

"Oh mio Dio, Charles! Non mi interessa dell'impasto dei tuoi pancake!" esclamo, interrompendolo.

Lui mi guarda, sembra non capire. "Perché sei così agitata, Nicole, fammi capire" chiede, mentre continua a preparare la colazione.

"Io mi chiedo perché tu non lo sia, invece! Abbiamo fatto sesso, Charles!"

"E quindi?" mi chiede, senza alzare lo sguardo dalla padella.

Strabuzzo gli occhi. "Mi stai facendo innervosire, Charles. Davvero non capisci? Siamo colleghi!"

"Secondo me, sei tu che la stai ingigantendo un po' troppo. Abbiamo fatto sesso, sì, e allora? L'attrazione fisica che c'è tra noi è palese fin dal primo momento in cui ci siamo visti, era inevitabile. Non ci siamo mica sposati" conclude facendo spallucce.

Mentre ascolto quello che dice, faccio un respiro profondo. Forse ha ragione. Chi non ha mai fatto un po' di sesso occasionale in vita sua?

Lo guardo mettere i pancake in due piatti e appoggiarli sul tavolo. "Che ci vuoi sopra? Io ho la dieta, come sai, però posso darti la Nutella, oppure non so..." mi dice.

"La Nutella va bene" rispondo, sedendomi.

Mangiamo in silenzio; in realtà, lo facciamo sempre anche quando siamo a lavoro: io controllo mail e quant'altro, lui sfoglia i documenti che discute di solito con gli ingegneri.

"Devo andare, Charles. Non ho la divisa qui da te, devo passare a casa mia prima di venire a lavoro" gli spiego, prima di andare in camera per rimettere i miei vestiti.

Lui annuisce, poi mi segue. "Niki, sei più tranquilla?" mi chiede, appoggiandosi allo stipite della porta.

"Sì, anzi, scusa per prima. Mi sono fatta prendere dal panico. È che non voglio in alcun modo deconcentrarmi dal mio lavoro, e voglio che neanche tu lo faccia" spiego, mentre mi vesto.

Lui annuisce. "Ti capisco e condivido al 100% quello che hai detto, assolutamente"

"Non succederà più, ok?" gli chiedo.

"Ovvio, non succederà più" conferma lui "però, devo ammettere che non è stato niente male" sussurra al mio orecchio.

Mi sento arrossire completamente. Dio, Charles.

Lo fulmino con lo sguardo, prima di uscire di casa. "Ci vediamo dopo, Charles"

Lui ridacchia. "A dopo, capo"

—————

La giornata lavorativa passa abbastanza in fretta; in effetti, sono stata parecchio impegnata, quindi le ore sono passate velocemente.

"Ciao, ragazze! Ci vediamo domani" dico, salutando Silvia e Isabella.

"A domani!"

Cammino fino alla stanza in cui Carlos e Charles si stanno cambiando e busso.

"Sì?" chiede Carlos.

Apro la porta e mi affaccio. Stanno semplicemente chiacchierando, si sono già cambiati, infatti entrambi indossano una tuta.

"Scusate, ragazzi. Volevo solo salutarvi, sto andando a casa" dico.

"Ah, sì, anch'io ora vado" mi dice Carlos. Poi si rivolge a Charles. "Tu non vieni?"

"Sì, certo" annuisce. "Niki, posso parlarti un attimo?" aggiunge poi.

Entro nello stanzino e mi siedo accanto a lui. "Certo"

"Vi aspetto fuori, ok?" ci chiede Carlos, prima di chiudere la porta.

"Allora, che volevi dirmi?" chiedo.

"Beh, oggi ho notato una cosa" inizia.

Inarco le sopracciglia, "cosa?"

"Siamo stati molto più tempo separati, rispetto agli altri giorni. Non vorrei che questo dipendesse da ciò che è successo stanotte" mi spiega.

"Ma no, Charles. È solo che oggi ho avuto un po' più di lavoro da sbrigare in ufficio" gli dico, mettendogli una mano sulla spalla. "Sta tranquillo, ok?"

Lui annuisce. "Scusami, ma non voglio che il nostro rapporto si rovini dopo appena dieci giorni che lavoriamo insieme"

"Non si rovinerà nulla" gli sorrido.

Sorride anche lui, iniziando a fissarmi intensamente negli occhi.

Ci guardiamo per dei secondi che sembrano interminabili, prima che Charles si avventi sulle mie labbra, dando inizio ad un bacio famelico.

Ci alziamo e, continuando a baciarmi, chiude a chiave la porta dello stanzino.

Mi abbassa velocemente i pantaloni e le mutandine, mentre io gli slaccio velocemente la cinta.

"Charles..." sussurro.

"Shh, non parlare" mi dice.

Quando i nostri pantaloni e le nostre mutande sono ormai sul pavimento, Charles mi fa appoggiare al muro e, dopo essersi posizionato davanti a me, mi alza una gamba.

Entra dentro di me e, anche questa volta, la mia pelle brucia.

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora