Capitolo 31

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Charles' POV

Continuo a muovermi lentamente seguendo i movimenti di Alice e stringendola a me, sempre più forte ogni volta che vedo le mani di Carlos muoversi sulla schiena di Nicole.

Non riesco a capire se tra loro ci sia solo amicizia o qualcosa in più, anche se Carlos nega tutto ogni volta che provo ad azzardarmi a chiederglielo.

"Ehi, amore, così mi fai male" mi fa notare Alice, ridendo "Non scappo mica, eh"

Torno in me allentando la presa di lei. "Scusami" ridacchio, nascondendo un po' la mia gelosia.

Lei aggrotta le sopracciglia. "Che hai? Hai cambiato espressione" commenta.

Io scuoto la testa. "Ma no, perché dici così? Sono solo un po' stanco" mento.

"Sei stanco?" mi chiede, stupita.

Annuisco.

"Peccato..." dice maliziosa, iniziando a massaggiarmi le spalle "Avevo in mente qualcosa per stanotte, in effetti"

"Ah, sì?" le chiedo, stando al suo gioco. Il sesso è proprio quello che mi serve ora per scaricare un po' di tensione.

Lei annuisce. "Perché non andiamo a casa?" mi chiede, all'orecchio.

Io la guardo con un sorriso compiaciuto e alle faccio un cenno, per dirle di andare.

Saluto velocemente gli altri e mi avvio verso la porta, insieme ad Alice che mi tiene stretto per un braccio.

Quando arriviamo a casa mia, non faccio neanche in tempo ad aprire la porta. Mi avvento sulle labbra di Alice e la trascino sul divano, facendola sedere a cavalcioni su di me.

Le mie mani si posizionano sul suo sedere e iniziano a stringerlo, provocando dei gemiti da parte sua.

Mi tira leggermente i capelli e comincia a baciarmi il collo con foga, lasciando anche un succhiotto.

La faccio sdraiare sotto di me e, dopo averle sbottonato e sfilato la camicetta, inizio a baciarle il collo, le spalle e il seno, famelico.

"Amore, andiamo sul letto..." sussurra lei tra i gemiti.

"No, Nicole, dai, rimaniamo qui" rispondo, di getto, preso dal momento.

Sbarro gli occhi non appena mi accorgo dell'enorme cazzata che ho appena fatto. Sento il corpo di Alice irrigidirsi sotto il mio tocco, per poi diventare improvvisamente freddo.

Si sfila dalla mia presa e si alza dal divano con uno scatto, poi inizia a fissarmi, seria come non l'ho mai vista.

"Che hai detto, Charles?" mi chiede, con la voce che trema.

"Cosa?" faccio il finto tonto, sperando di cavarmela in qualche modo. Che coglione.

Mi metto seduto sul divano, continuando a guardare Alice, che si sta rivestendo.

"Tu mi hai chiamata N-Nicole..." sussurra, con un filo di voce.

Mi alzo e vado verso di lei, prendendola per il braccio. "Ma amore, che dici?"

Lei si libera immediatamente dalla mia presa e si allontana di scatto. "Non mi toccare, Charles, e Dio, non azzardarti a trattarmi da stupida!"

La guardo per un attimo senza sapere cosa dire, ma poi lei mi precede. "Quella Nicole, Charles? La tua addetta stampa?" mi chiede, alzando la voce "Oh mio Dio, ma certo! Ora sì che torna tutto! Ecco perché vi parlate a malapena quando ci sono io: è perché te la scopi!" urla, con gli occhi lucidi.

"Amore, ma che dici, non è vero" dico, provando ad avvicinarmi di nuovo a lei.

"Non dirmi cazzate, Charles, ti prego. Abbi la decenza di essere sincero, almeno!" urla di nuovo.

Mentre provo a seguirla in giro per tutta casa, lei recupera la sua roba e torna a parlarmi solo quando ormai è vicina alla porta. "Non voglio più vederti, Charles. Per me sei morto, capito? Non cercarmi mai più, brutto stronzo" dice con disprezzo, senza neanche guardarmi in faccia, prima di sbattere la porta.

Mi siedo di nuovo sul divano e sospiro, mettendomi le mani sulla faccia.

Guarda, Nicole. Guarda che riesci a combinare anche quando non ci sei.

—————

Arrivo davanti casa di Andrea quando ormai sono le 2 del mattino. Suono il campanello e aspetto che venga ad aprirmi, sperando di non beccarmi un vaffanculo per averlo svegliato.

Quando mi apre, è in mutande e ha uno sguardo decisamente assonnato. "Che ci fai qui? Va tutto bene?"

"Posso entrare?" chiedo, superandolo.

"Beh, l'hai già fatto, quindi..." lascia la frase in sospeso, chiudendo la porta.

"Ho fatto una cazzata" dico soltanto, buttandomi sul divano e passandomi una mano tra i capelli.

"Che è successo?" mi chiede, strofinandosi gli occhi.

"Stavo per fare sesso con Alice, ma all'imp-"

"Non dirmi che sei venuto a svegliarmi alle 2 del mattino solo perché hai fatto cilecca" mi interrompe, guardandomi male.

"Ma quale cilecca, ma mi hai visto?" gli chiedo ironico, prima di continuare. "Dicevo. Stavamo per fare sesso, ma poi all'improvviso l'ho chiamata Nicole..." sussurro quest'ultima parte, vergognandomene infinitamente.

Lui alza lo sguardo di scatto e mi fissa con gli occhi quasi fuori dalle orbite. "Ma allora sei proprio scemo" commenta "Come hai potuto? Ma poi scusami, sono mesi che a malapena vi parlate, come hai fatto a confonderti?" chiede a raffica, scioccato.

"Non lo so, io... Io mi sono ingelosito, stasera, quando l'ho vista ballare con Carlos, e-"

"Con Carlos, Charles, davvero? Lo sai che sono come fratelli..." mi interrompe di nuovo, ammonendomi.

Annuisco e mi tengo la testa tra le mani. "Lo so, lo so. Sono un coglione. Ma stasera non riuscivo a togliermi l'immagine delle sue mani sulla sua schiena"

"Charles, tu non puoi continuare così, ok? Non va bene, né per te né per lei. E poi Alice, posso solo immaginare come stava... Che ti ha detto?" chiede, interessato.

"Ha capito che parlavo di lei e mi ha insultato dandomi dello stronzo traditore. Ha detto che ora le risulta più chiaro il motivo per cui in sua presenza non ci parliamo quasi mai... Ha detto "certo, è così, chiaro: è perché te la scopi!". Poi se n'è andata e mi ha detto di non cercarla mai più. Sono veramente un cretino, Andre..." sospiro, chiudendo gli occhi.

Lui si avvicina a me e, senza dire una parola, mi dà una pacca sulla schiena. "Io penso che tu debba riordinare le tue idee e poi parlarle. Lascia che sia lei a decidere se ti vuole ancora o no, dato che ti sei messo con un'altra qualche giorno dopo averle detto che la amavi, mh?" domanda retoricamente.

Io annuisco. "E se stesse con Carlos?" chiedo, quasi terrorizzato anche solo da quell'idea.

Lui mi fulmina con lo sguardo, come se avessi detto chissà quale eresia. "Smettila, Charles. Non stanno insieme, questo te lo garantisco io. E poi, Carlos è uno dei tuoi più cari amici. Pensi che non te lo direbbe? Anche solo per rispetto di ciò che c'è stato tra voi" mi fa riflettere.

Annuisco di nuovo, sempre più convinto di essere un coglione per aver pensato che un amico fantastico come Carlos avrebbe potuto farmi una cosa del genere.

"Grazie, Andre" dico, abbracciandolo. "Adesso ti lascio dormire, eh?"

Lui ridacchia e annuisce, prima di aprirmi la porta e di richiuderla subito dietro le mie spalle.

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora