Capitolo 10

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-e quello?- chiese Margaret mangiando con gusto il suo ghiacciolo e osservando dalla staccionata dov'era seduta affianco ad Alberto i vari ragazzi che camminavano sulla spiaggi.

-se ti stai riferendo al biondo con il costume fluo lo conosco ed è etero e perfettamente fidanzato. La vuoi smettere? Sono minuti che mi indichi ogni ragazzo che passa davanti a noi- borbottò il moro alzando gli occhi al cielo e finendo il suo cornetto gettando la carta nel cestino li vicino senza doversi alzare dalla staccionata. -e poi non avevi detto che i tuoi cugini erano iperprotettivi? Perché sei qui con me?-

-perché tesoro devo aiutarti, te l'ho promesso ieri mentre mi accompagnavi a casa- rispose velocemente la mora. L'altra parte della verità era che Leo e Annika erano rimasti a letto quella mattina troppo stanchi per fare altro, Alice era stata invitata dai cugini a fare compere in un centro commerciale li vicino e Charlotte e Philip erano sempre scomparsi chissà dove dalla sera precedente. Certo Alice l'aveva invitata ma Margaret si era ripromessa di passare quella mattinata con Alberto e lo avrebbe fatto anche perché a lei andare in giro per negozi non gli era mai piaciuto.

-si ma qui non troverò niente perché ci vengo a questa spiaggia da quando sono piccolo e conosco tutti quindi è inutile continuare ad indicarmi tutti i presenti-

-be ma non mi conoscevi e potrebbero esserci molti altri ragazzi stranieri o anche di altri paesi che non hai mai visto- gli fece notare la mora con un sorriso sulle labbra finendo finalmente il suo ghiacciolo e facendo per scendere della staccionata, ma mise male il piede e scivolò cercando poi anche di aggrapparsi ad Alberto senza però riuscirci.

-stai bene?- chiese preoccupatissimo Alberto raggiungendo la ragazza che si stava toccando la caviglia destra con il volto dolorante.

-non è stata una buona idea sedersi li sopra- sussurrò invece Margaret che allungò un braccio per poter essere aiutata a mettersi in piedi da Alberto e storcere la bocca nel notare che la caviglia le faceva più male del dovuto. -quanto si paga qui per una visita?-

-pagare? Se ti fa male ti porto al pronto soccorso tranquillamente. Aspetteremo ore probabilmente ma non ti fanno pagare- le rispose confuso Alberto mettendole un braccio intorno alla vita per aiutarla a camminare.

-hai la patente? O il pronto soccorso è qui vicino?- chiese la ragazza mentre Alberto scuoteva la testa.

-ma posso chiedere ai miei di accompagnarci, infondo ti conoscono- propose il moro visto che la ragazza sembrava proprio stare male.

-va bene- si arrese a dire Margaret che non voleva posare ai genitori dell'italiano.

-siediti qui che vado a cercare mia madre- concluse Alberto assicurandosi che la mora fosse seduta e che non ci fossero possibilità di cadere e corse verso l'ombrellone dei genitori. Quella stessa mattina sua madre si era lamentata di non voler stare sulla spiaggia a sorbirsi i suoi genitori e quella era un'ottima possibilità per farla andare via, certo non era una cosa piacevole ma almeno era una distrazione.

-mi serve un favore- disse velocemente il ragazzo mettendosi la maglietta che aveva lasciato appesa alla struttura dell'ombrellone.

-cosa tesoro?- chiese Monica preoccupata osservando il figlio muoversi freneticamente.

-Margaret si è fatta male e dobbiamo andare al pronto soccorso per sicurezza- spiegò la situazione Alberto e Monica si alzò subito in piedi rimettendosi anche lei il vestito che usava come prendisole per poter accompagnare i due ragazzi.

-quella sottospecie di tua ragazza si è fatta male ed è colpa sua, non la devi aiutare- gli disse il nonno e Alberto sospirò.

-nonno lei non è di qui, la devo aiutare- borbottò Alberto e Monica annuì prendendo le chiavi della macchina per poter accompagnare la ragazza.

-vengo con voi così vi aiuto- disse immediatamente Ferdinando trascinando via i due componenti della sua famiglia prima che i suoceri potessero dirgli qualcosa. Non voleva rimanere da sol con loro.

-papà?- chiese confuso Alberto mentre li guidava alle sedie del bar dove aveva lasciato Margaret che nel mentre si stava controllando la caviglia.

-non rimango da solo coi i tuoi nonni- disse prontamente l'uomo mentre Monica ridacchiava.

-Margaret! Andiamo- le disse Alberto risvegliando la ragazza dal suo stato di trance.

-non c'era bisogno di tutti- sussurrò la ragazza sentendosi davvero in colpa mentre Monica scuoteva la testa per far capire a Margaret che non c'era bisogno.

-non ti preoccupare cara, hai avvisato i tuoi genitori?- chiese la donna mentre Ferdinando e Alberto la aiutavano a camminare verso la macchina.

-si, ho provato a chiamare entrambi ma non mi rispondono- rispose lei sbuffando anche perché quando i suoi la chiamavano e lei non rispondeva succedeva il finimondo mentre quando era lei a chiamare loro non li trovava mai disponibili. Che cavolo stavano facendo per non risponderle? Eppure non erano in spiaggia. Poi però la mora sgranò gli occhi capendo cosa stessero facendo i suoi e sbiancò completamente. Era meglio togliersi l'immagine dei suoi genitori che facevano sesso immediatamente.

-come ti senti?- le chiese Alberto sedendosi al suo fianco sul sedile posteriore mentre la ragazza mandava un messaggio ai suoi genitori per avvisarli che stava andando al pronto soccorso. Almeno non si sarebbero preoccupati troppo nel vedere le sue chiamate, o meglio ci sperava.

-mi fa malissimo la caviglia ma me lo merito visto che da stupida mi sono seduta nel posto sbagliato mentre tu mi avevi detto di non farlo-

-siamo arrivati- avvisò dopo dieci minuti Monica scendendo dalla macchina ed entrando poi seguita dai tre nel pronto soccorso che era abbastanza pieno.

-ci sarà da aspettare un bel po'- sbuffò Alberto mentre accompagnava la ragazza verso lo sportello.

-nome, cognome, cosa ti sei fatta- disse l'infermiera che era li presente con tanto di gomma in bocca e con aria scocciata.

-Margaret Viola Lapacchi Moore- rispose lei mentre Alberto alzava un sopracciglio a sentire tutti quei nomi. -e sono caduta e la caviglia destra fa male- continuò sempre la ragazza che in macchina si era vista come spiegare quello che era successo in italiano.

-siediti e aspetta- concluse la donna.


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