Capitolo 13

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-è tua figlia- sussurrò Monica continuando ad osservare il fratello sconvolta e felice allo stesso tempo avendo capito di avere una nipote.

-qualche problema Monica?- ringhiò Michele lasciando confuso Alberto: come conosceva il nome di sua madre?

-cos...certo che no! Non pensavo di vederti qui e che fosse tua figlia per questo sono sconvolta- rispose la donna riprendendosi dal suo stato di trance mentre Michele socchiudeva gli occhi per niente convinto di quelle parole. -e non guardarmi così- continuò poi notando il suo sguardo.

-è difficile crederti- continuò Michele mentre Hallam ringraziava che ci fosse molto casino nella sala d'aspetto e che nessuno stesse prestando attenzione a quella discussione. Mentre pensava ciò notò il marito di Monica porgergli il vassoio con la focaccia e Hallam gli sorrise prendendone volentieri un pezzo proprio come avevano fatto poco prima Margaret e Alberto che guardavano i due mori davanti a loro alquanto confusi e Hallam un po' li capiva.

-perché non mangiate anche voi?- propose Nando mettendosi tra i due con il vassoio sperando di far cadere un po' di tensione.

-oh andiamo avevo quindici anni! Cosa cazzo dovevo fare?- protestò Monica in direzione del fratello che la guardò confuso.

-di cosa stai parlando?-

-non potevo andare contro di loro capisci? Mi avrebbero rinchiusa in un collegio a vita ma ciò non significa che sia come loro mettitelo in testa!- continuò la donna incrociando le braccia al petto mentre Ferdinando rinunciava a far mangiare i due e si sedeva affianco al figlio aspettando che i fratelli si chiarissero.

-tu non...tu non mi odi?-

-odio il fratello che non ha minimamente pensato di chiamare la sua sorellina in tutti questi anni ma non lo odio perché è gay-

-davvero?- chiese Michele incredulo.

-certo coglione! E stavo cercando di dirtelo anche l'altra volta ma tu te ne sei andato con la coda tra le gambe!- Michele la guardò con un sorriso sulle labbra prima di abbracciarla di slancio. Quanto gli era mancata la sua sorellina? Era stato davvero stupido a crederla dalla parte dei suoi genitori.

-scusa, per non essermi fatto sentire-

-no un attimo- disse Alberto guardando i due -io e Margaret siamo cugini?- chiese guardando la mora al suo fianco che come lui guardava i due confusa.

-si- dissero in coro Michele e Monica.

-ecco io...-

-oh andiamo credi davvero che io e tuo padre ci siamo bevuti la storia della ragazza?- lo interruppe Monica ridendo e prendendo un pezzo di focaccia rimanendo in piedi al fianco di Michele -lo sapevamo dal primo momento che stavate mentendo-

-e come?- chiese confuso Alberto mentre Margaret guardava felice il ragazzo al suo fianco sentendosi ancora più autorizzata in quanto sua cugina a trovargli un ragazzo.

-segreto- gli disse il padre facendogli l'occhiolino -comunque noi non ci siamo ancora presentati per bene cognatino- continuò in direzione di Michele.

-già che sopporti mia sorella sei promosso- scherzò Michele sentendosi stranamente meglio. Probabilmente era perché aveva sempre accettato il fatto che i suoi genitori l'odiassero ma non che lo facesse la sua sorellina. Sapere che era dalla sua parte lo face stare meglio.

-Michele!- protestò Monica guardandolo male -quanto vi fermate?-

-per tutto agosto- le rispose sorridendo in direzione di Hallam che nel mentre aveva messo un braccio intorno alle spalle di Margaret mentre lei aveva appoggiato la testa sul suo petto e chiuso gli occhi segno che era parecchio stanca.

-che de dite di fare una cena tutti insieme una sera? Senza i mostri ovviamente-

-va bene- concordò Michele che aveva davvero tanto da dire alla sua sorellina -alla fine comunque i tuoi peluches sono serviti visto che adesso sono richiesto in tutta Los Angeles-

-non per farti montare la testa tesoro ma vengono anche da fuori- lo corresse Hallam con un sorriso sulle labbra ricordandosi di come al loro primo appuntamento Michele gli aveva rivelato la sua passione per fare gli interventi ai peluches della sorella.

-spero che tu abbia perso questa tua malsana mania visto che me li hai rovinati tutti- borbottò la donna.

-Lapacchi Moore- disse un infermiere spuntando dalla porta che divideva il pronto soccorso dalla saletta d'aspetto e subito Hallam si alzò aiutando la figlia.

-potete anche non aspettarci- disse Michele agli altri tre.

-no, vi riportiamo a casa visto che ci siamo-

-ma siamo in sei-

-stai protestando davvero per questo?- chiese ridacchiando Monica e Michele sbuffò capendo che non l'avrebbe avuta vinta e quindi raggiunse il resto della sua famiglia.

-non mi avevi mai detto di avere un fratello- disse Alberto guardando nella direzione dove erano spariti gli zii.

-i tuoi nonni sono impossibili. Appena ha detto di essere gay l'anno cacciato di casa, aveva solo diciott'anni e io quindici quindi non ho potuto fare niente. Loro non ne parlando mai perché l'hanno disconosciuto mentre io non l'ho fatto per evitare domande da parte tua- rivelò la mora sorridendo al figlio. -adesso lo sai-

-già, e so che Margaret è mia cugina. Come avevate capito che stavamo mentendo? I nonni ci hanno creduto e non dite nuovamente segreto perché se non mi fate imbestialire-

-perché sappiamo una cosa che loro non sanno- si arrese a dire Monica -in realtà volevamo sentirlo da te ma stai insistendo quindi si, sappiamo che sei gay-

-e da tanto- continuò Ferdinando mentre Alberto sgranava gli occhi.

-lo avevate capito? E...non vi faccio schifo?- chiese quasi titubante il ragazzo e i due scossero la testa.

-l'amore è amore tesoro e ognuno è libero di amare chi vuole. I tuoi nonni non lo capiranno mai purtroppo ma di loro non ti devi preoccupare perché ci siamo noi- Margaret strinse il ragazzo a se che in realtà voleva soltanto scappare via da quell'abbraccio.

-va bene ho capito non c'è bisogno di strapazzami- si arrese a dire Alberto alzandosi anche da suo posto per non essere nuovamente abbracciato dalla madre, non ne avrebbe sopportato un altro di quegli abbracci.


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