✨Alec Lightwood +19 (+33)✨

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Era un giorno normale.
Assolutamente normale.

Alec scoccò l'ennesima freccia e quella, ovviamente, finì dritta al centro del bersaglio. Non le lasciò neanche il tempo di arrivare che già ne stava scagliando un'altra. Ovviamente arrivò alla destinazione scelta dal ragazzo nonostante il bersaglio si muovesse a 100 chilometri orari.

«Alec» lo chiamò la voce che meno sopportava in quell'istituto. Si girò aggrottando le sopracciglia, infastidito dall'interruzione. Un ammasso di capelli rossi gli si posizionò davanti.
«Che c'è, Fairchild?» chiese scocciato.
Clary sorrise. «Isabelle mi ha detto che giorno é oggi».
«E allora?»
«Be'... volevo farti gli auguri!»
Lui alzò gli occhi al cielo, si girò vero di bersagli per ricominciare ad allenarsi e borbottò: «Allora non sono solo gli shadowhunters ad avere questa fissa».

Lei incrociò le braccia al petto «Quale fissa?»
«Mi sono fatto più grande, wow!» esclamò lui con finto entusiasmo. «Sai che bello invecchiare! Perché farmi gli auguri? La terra ha fatto un giro completo, falli a lei!»
«Stai scherzando spero!» esclamò la ragazza.
«No, Clary» disse tornando a darle la sua attenzione. «Per me il compleanno non ha senso, é solo un giro completo sull'asse terrestre. É un altro giorno di lavoro. E ora, avendo compiuto i diciannove anni, mi butteranno addosso ancora più responsabilità e compiti di quante non ne avessi già. É solo il 12 settembre, é un giorno come un altro».

La figlia di Valentine fece un sorriso furbo. Riuscì a constringerlo a posare le armi, poi lo afferrò per il polso e lo fece uscire dall'Istituto. «É il tuo compleanno, Alexander Lightwood. Non ho intenzione di fartelo passare come un giorno normale!» esclamò mentre se lo trascinava in giro.

«Ma dove sono tutti gli altri?!» sbuffò fermandosi. Alec si strofinò il polso che Clary aveva afferrato. Faceva ancora caldo, andavano in giro con le magliette a mezze maniche.
«Isabelle dai Seliee, Jace in missione, Magnus é sommerso dal lavoro, Simon é alle prese con la doppia personalità e i miei genitori sono a Idris» rispose guardandola storto. «Esattamente cosa vorresti fare se siamo solo noi due?»

«Clarissa Adele Fairchild non si lascia abbattere dall'assenza dei suoi compagni» gli ricordò. Lui alzò gli occhi al cielo.
La prima cosa che fecero fu andare in un negozio di vestiti. «Devi cambiare un po', ormai tutte le tue magliette sono consumate!» disse la ragazza mentre gli portava una quantità assurda di magliette colorate.

Lui fece un gemito «Ma perché non sono rimasto in camera mia come ogni anno?»
«Smettila e prova tutto» ordinò Clary.
Lui alzò gli occhi al cielo e cominciò a provarsi le varie magliette. Erano più o meno tutte della sua taglia.

«Te lo sogni!» disse dandole alcune magliette.
Lei fece una faccia confusa che lo fece sbuffare. Suddivise le magliette per colore e ogni volta che ne nominava uno lo indicava:

«Nero per cacciare quando il sole muore,
bianco é il colore per il lutto e il dolore.
Oro per l'abito che la sposa ha indosso,
e, per invocare l'incantesimo, il rosso.
Candida seta per i nostri caduti,
blu le bandiere quando tornano i perduti.
Fiamma appena i Nephilim son nati e per lavar via i peccati!
Grigio per ciò che non si può dire,
osso per chi non vedi invecchiare.
Gialla la fiaccola che la vittoria ha annunciato,
il verde ripara ogni cuore spezzato.
Per le torri antidemoni é l'argento,
bronzo per evocare maligni poteri a cento.»

Clary non cambiò espressione. «Non mi interessa la tua filastrocca. La maglietta rosa te la compro lo stesso!»

Pranzarono in un ristorante mondano, Clary l'aveva chiamato McDonald's. Alec continuava a guardarsi intorno per trovare i demoni.
«Piantala!» ordinò la ragazza. Lui alzò gli occhi al cielo.

Poi Clary lo trascinò a un piccolo parco giochi. «Non so se te lo ricordi ma compio diciannove anni, non uno» le ricordò guardando il posto in modo scettico.
«Proprio perché hai diciannove anni andremo nel tunnel dell'orrore migliore di New York» come al solito lo prese per il polso e cominciò a trascinarlo.

Il tunnel fu più divertente che mai dato che Alec tirava fuori le spade angeliche per la minima cosa e, quando rimaneva calmo, Clary si aggrappava a lui per la paura. In pratica ridevano l'uno dell'altra.

Poi lo trascinò allo stand del tiro a segno.
«Vuoi vincere qualcosa per la tua ragazza?» chiese l'uomo dietro il bancone.
«Si, Alexander, vinci qualcosa per la tua ragazza!» lo prese in giro Clary.
Lui sbuffò cercando di reprimere un sorriso e scelse l'arco come arma.

L'uomo aggrottò le sopracciglia «Senti ragazzo, ti consiglio la pistola sinceramente. Secondo me fai schifo con l'arco, te lo dico per esperienza. Ho visto molte persone passare qui».
Clary scoppiò a ridere.
Alec fece un sorriso innocente «Dammi le tre frecce».

Inutile dire che se ne andarono con un enorme orsacchiotto di peluche tra le mani.
Verso sera tardi tornarono all'Istituto ancora vuoto. Clary prese due muffin già impacchettati e li posizionò davanti a loro. Su quello di Alec ci mise una candelina consumata trovata nei cassetti della cucina. La accesero poi la ragazza disse: «Esprimi un desiderio».

Lui scosse la testa, scettico, ma farla contenta quell'ultima volta non avrebbe fatto male a nessuno. Chiuse gli occhi e spense la candelina.

«Buon compleanno Alexander» non si sa esattamente come, ma Clary Fairchild riuscì ad abbracciare Alec.
«E ora il tocco finale!» la ragazza spinse Alec sul divano poi accese la TV su un canale a caso nella speranza di trovare un film.

Fu così che li trovarono tutti quando tornarono all'Istituto: addormentati abbracciati con la tv di sottofondo.

Nessuno scoprì mai che il desiderio espresso da Alec fu quello che la sua amicizia con Clary non cambiasse mai.


la brotp che non sapevo di necessitare

One Shot Random :)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora