AU Solangelo (Triste)

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Passeggiare sul lungomare era l'unica cosa che rilassava Nico.
Era il 22 ottobre quando la sua vita cambiò.

Stava camminando per via Caracciolo quando vide un ragazzo sugli scogli. Era in piedi e fissava il mare dando le spalle ai vari ristoranti ed era una posizione abbastanza pericolosa dato che le onde s'infrangevano su quello scoglio con molta violenza. Rischiava di cadere e, nella migliore delle ipotesi, farsi molto male.

Urlargli di stare attento non era una buona idea: sarebbe potuto cadere per lo spavento. Nico cercò di raggiungerlo borbottando cose senza senso per non cogliere di sorpresa lo sconosciuto.
- Ciao- disse quando lo raggiunse. Aveva i capelli biondo oro, gli occhi dello stesso azzurro del cielo e la pelle abbronzata. Indossava una tuta mimetica militare leggermente sporca e teneva le braccia incrociate. Quando guardò Nico, gli sorrise.

- Ciao- rispose e tornò a guardare il sole che lentamente finiva in mare tingendo il cielo di arancione. Aveva un debole accento americano. - É pericoloso stare qui- disse il biondo e Nico lo guardò con un sopracciglio alzato, - Allora tu che ci fai?-.

Il ragazzo rise - Ottima domanda. Io sono William Solace, ma puoi chiamarmi Will- disse senza staccare lo sguardo dal tramonto. - Nicola Di Angelo, ma puoi chiamarmi Nico- il sole scomparve completamente nel mare mettendo in mostra un piccolo puntino.

- Venere- sussurrò Will - Adoro quel pianeta-. Nico annuí concorde - Che ne dici di ammirarla dal marciapiede? É molto più sicuro-.
Will sbuffò divertito e acconsentì girandosi e tirandosi su le maniche per poter muover meglio le braccia e avere maggiore equilibrio. Appena arrivati sulla terraferma, Nico notò il tatuaggio sul braccio sinistro: XXV-X-MCMXLII

- 25 Ottobre 1942- disse il moro ad alta voce - Cos'è successo?- chiese curioso. Il biondo guardò il tatuaggio con tristezza - É il giorno in cui il mio destino é cambiato-.
Non che Di Angelo ci avesse capito qualcosa, ma annuí. - Dai ti accompagno a casa, dove abiti?- chiese rompendo il silenzio. Will rispose - Io... Non ho una casa-. Adesso si spiegavano i vestiti sporchi di terra. - Allora sarai mio ospite- decise Nico.

Non l'avrebbe mai ammesso neanche a se stesso, ma odiava stare da solo. Era il classico ragazzo cupo e chiuso che tutte vogliono, quello che vuole sempre stare da solo. Ma lui, invece, odiava la solitudine. E comunque, quel Will sembrava un bravo ragazzo.
In caso di pericolo, Nico aveva dato dei corsi di difesa personale, non avrebbe avuto problemi a stenderlo. - No, no. Grazie. Non c'è bisogno.- rispose Will sorridendogli timidamente.

Non poteva avere più di vent'anni. - Non ti lascerò a dormire per terra. Starai da me. Camminare!- ordinò Nico facendo ridere Will - Sono capace di insistere tutta la notte. Vuoi correre il rischio?-
- Sono uno sconosciuto!- gli fece notare il biondo, ma Nico scrollò le spalle. - Vorrà dire che ci conosceremo. Muoversi! Un, due! Un, due!-
Will scoppiò a ridere e Nico sorrise a quella scena. Solace alzò le mani in segno di resa - E va bene!-

Mentre raggiungevano la macchina ebbero modo di conoscersi meglio. Nico gli raccontò la sua vita, di come i genitori abbandonarono lui e sua sorella da piccoli, ma che nonostante le difficoltà, ce l'avevano fatta. Will invece raccontò di quando si fu trasferito dall'America da piccolo ma rimase molto vago sulla sua vita.

- Questa sarà la tua stanza. Resta quanto vuoi- lo accolse Nico quando arrivarono a casa sua. La stanza aveva le pareti bianche, un letto matrimoniale con le lenzuola bianche e nere e una grande libreria a destra, mentre a sinistra c'erano un quadro di Partenope e un quadro del Vesuvio. Dopo aver mangiato una buona pizza e fatto il giro della casa, andarono tutti a letto.
Il giorno dopo, Nico trovò il letto della stanza di Will già fatto e c'era un buonissimo odore di pancakes. Andò in cucina e ci trovò Will. Era tutto applicato mentre cucinava la tipica colazione americana.

- Da quando ho l'impasto dei pancakes? E il bacon?- chiese Nico svegliandosi completamente. Will rise e gli porse un piatto di pancakes con lo sciroppo d'acero. - Ho fatto velocemente la spesa. Tu mi hai fatto mangiare il tipico piatto Napoletano, io ti faccio mangiare la tipica colazione americana. Dovevo pur ringraziarti per l'ospitalità, no?-
- Non ti dico neanche che non c'era bisogno- disse Nico mentre si ingozzava - Questa roba é buonissima-
- Okay, però vedi di non affogarti Di Angelo.- disse Will sedendosi mentre rideva. - Cosa vuoi fare oggi?- chiese Nico prima di bere il suo succo d'arancia. - Boh.- rispose semplicemente Will, - Divano, Popcorn e Netflix? Però ora mi dai una mano ad addobbare la casa per Halloween- propose il padrone di casa e l'ospite accettò.

Passarono la mattinata ad attaccare ovunque zucche, candele e lanterne. Misero i pipistrelli sui mobili e finte ragnatele all'ingresso. Si divertirono a preparare i dolci a forma di pipistrello, ragni e zucche, si sporcarono di farina e sembrarono fantasmi per qualche ora.
Non c'era nessun grande motivo per tutti quegli addobbi, semplicemente Nico si era sempre divertito a decorare la casa e a cucinare. Ma quell'anno, con Will, gli sembrò ancora più bello.
Soltanto la sera tardi attuarono il primo piano e iniziarono a vedere piú serie TV insieme.

A cena ordinarono cinese dato che Will non l'aveva mai mangiato. - COSA?!- aveva esclamato Nico appena l'aveva scoperto - Stasera cinese! E non cercare di opporti, Solace-
Da quel giorno si sentirono legati l'uno all'altro. Nico considerava Will il suo migliore amico e lo stesso faceva il biondo.
Passarono il giorno dopo a preparare un pranzo enorme, come se fossero a casa di una nonna. Nonostante tutti gli sforzi di Nico, Will non si tolse nemmeno per un secondo la sua tuta.

Passarono quel pomeriggio a guardare film Marvel dato che Will non aveva mai visto nemmeno quelli. La sera il biondo era piuttosto triste, così Nico gli fece mangiare tutta la torta a forma di pipistrello per cercare di risollevare il morale. - Va meglio?- gli chiese quando l'ospite finí il dolce. - Un po'...- Will gli sorrise ma non era realmente felice, Nico decise di sorpassare. - Che ti va di fare stasera?- gli chiese il ragazzo dagli occhi blu. - Ristorante sul lungomare?- propose Nico, ma Will ridacchiò - Dopo quello che abbiamo mangiato?-

Nico sorrise - MA SIIIIIIIIÍ- e dopo essersi cambiato velocemente, uscirono.
E anche quella sera fu fantastica. Fu migliore del risveglio, questo era certo.

- Buongiorno- Nico salutò il suo coinquilino appena si svegliò. Will gli sorrise triste e andò all'ingresso, seguito subito dall'amico. - Dove vai?- gli chiese il moro, ma gli occhi di Will risposero per lui. - Perché?- gli chiese Nico e Will abbassò la testa. - É il 25 Ottobre, Nico. Devo andare. Scusa-

Nico stava per ribattere, ma successe una cosa che non si sarebbe mai aspettato. Le labbra gli davano fastidio, come se ci fosse qualcosa ma allo stesso tempo non ci fosse niente. Era come quando si toglie un anello dopo un giorno intero: il dito ha ancora la sensazione che ci sia qualcosa.
Il silenzio della stanza fu rotto dagli ultimi rumori che Nico si sarebbe aspettato: spari.

C'erano un sacco di spari, ma erano solo rumori. Nella sua testa sentiva urla, spari e tonfi di corpi che cadevano. All'improvviso tutto il rumore divenne minimo. Ci fu un solo e forte sparo. "WILLIAAAM" urlò una voce.
Il fastidio alle labbra sparí: Will si era separato da lui. Nico avrebbe potuto passare la giornata a cercare di ricordare il suo nome, ma il rumore della porta che si chiudeva lo svegliò dalla trance. La aprí di colpo, ma non trovò nessuno. Prese velocemente le chiavi della macchina e corse via a tutta birra. Arrivato a destinazione, corse da tutte le parti col cuore che martellava veloce contro la cassa toracica.

Aveva girato tutto il Campo Santo quando trovò quello che cercava. Una lapide che recitava:
William Andrew Solace
17 Agosto 1920-25 Ottobre 1942

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