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I postumi della sbronza non mi hanno affatto aiutato quando, stamattina, mi sono buttata giù dal letto e fatta quantomeno presentabile per andare al lavoro.  Mi sono imbottita di pillole per il mal di testa e messo strati assurdi di correttore per nascondere le mie grandi borse sotto gli occhi.

"Ciao Jack!"  entro dalle porte scorrevoli con una postura abbastanza stanca, ma rido comunque al mio vecchio e caro portiere di fiducia. È una persona terribilmente dolce, ma sa essere cazzuto quando è il momento.

"Ciao cara, come al solito devi firmare. Tutto bene? Sembri parecchio stanca " sorride dolcemente mentre mi porge un grosso note book e una penna rossa.

"Ho lavorato parecchio per risolvere un caso che il signor Dallas mi ha affidato " sorrido anch'io in modo debole e mi allontano "ci vediamo dopo vecchio!" gli mando un bacio volante e prendo l'ascensore, schiaccio il pulsante del mio amatissimo 12º piano e poggio la testa tra le mani.

Sento pulsare ogni parte di me, a tratti anche gli occhi. Questi poi li sento stanchi tanto da avere la paura che si possano chiudere nel momento meno opportuno.

"Grande gioia del mio cuore, ti sei sballata abbastanza ieri sera?" afferma decisa Jennifer avanzando verso di me con una pila i documenti tra le mani.

"Non è ora di dare vita al tuo sarcasmo mattutino, non sono in vena " sbuffo andando verso la macchina del caffè pronta a prendermi tutta la pirofila.

"Hai conosciuto qualche bel maschione?" In realtà vorrei non aver voluto conoscere una sola persona ieri "Oh! Non dirmi che hai scopato?" afferma urlando euforica.

"Abbassa la voce santo cielo!" mi sbatto una mano in testa e riempio una tazza con il liquido scuro " per tua informazione non ho conosciuto nessun bel maschione  e soprattutto, non ho scopato " affermo schietta.

"Devi aver comunque fatto qualcosa! Avanti, ti conosco da quando ti scaccolavi il  naso con le dita, sai che puoi parlarmi" sbatte un piede per terra facendo fare diversi suoni terrificanti con quei grossi trampolini.

"Jenny! Ma che razza ti dice la testa in questi giorni!" sbuffo e rivolgo il mio sguardo fuori dalla finestra "devo andare in ufficio, sono sommersa di lavoro" la saluto e cammino nel corridoio salutando, cordialmente, gli impiegati.

"Molto comoda questa sedia " sussulto appena chiudo la porta alla vista di un'unica persona che non volevo proprio vedere davanti a me questa mattina.

"Che cazzo ci fai nel mio ufficio?" sbotto ignorandolo e posando la borsa sopra il divano nero lucido. Questo penso che il più bello che ci sia dentro questo palazzo.

"Sono qui solo di passaggio" alza le spalle e si accende una sigaretta. Se non lo prendo a schiaffi adesso, non lo prendo più.

"Questa " mi avvicino verso di lui e gli strappo la sigaretta dalla bocca schiacciandola sul posacenere che metto sopra la scrivania solo per abbellimento "qui non si fuma, esci fuori o vattene dove cazzo ti pare. Ma non qui" affermo seriamente incazzata.

"Dormito male ieri sera dottoressa Decker?" Afferma sorridendo "sei proprio scontrosa questa mattina " continua a sorridere in modo perverso e vorrei buttarlo fuori a calci su per il culo.

"Non sei simpatico quando fai questa faccia da leccaculo " metto le braccia sotto il seno e sento bussare "avanti!" urlo.

"Buongiorno Debby, vedo che hai già conosciuto mio figlio Cameron. Come procede il caso?" Strabuzzo gli occhi ed evito di dire tutto quello che vorrei.

"Procede. È abbastanza pesante indagare su chi ha ucciso quell'uomo, ma posso comunque cercare di mettere delle supposizioni, e dare a queste delle basi concrete solide " affermo decisa senza staccare gli occhi dal suo viso. Quest'uomo ha sempre messo ansia a tutti, quasi terrore, tranne che a me.

"Sei la migliore per questo adesso ti chiedo un favore " afferma chiaramente a disagio "devi dare qualche dritta a mio figlio, Cameron, questo individuo strano seduto sulla tua sedia. So perfettamente che è difficile tenere a bada uno come lui, ma so anche che tu sei la migliore in questo campo" gli faccio un cenno con la testa, non posso fare altro se non accettare. Sorridendo apre la porta e va via, salutando con la massima cordialità.

"Hai visto? non ti libererai così in fretta come pensavi " afferma deciso sospirando quella che è una sigaretta. Ma quando ha
acceso questa? Sospiro affranta e sbuffo sonoramente indossando il cartellino sulla maglia . Mi faccio una coda alta attenta a non far uscire qualche capello fuori. Sono sempre stata una tipa da tutto deve stare in ordine.

"Quanta probabilità c'è che ti vada un ricciolo fuori la coda?" scoppia ridere, mi giro e lo guardo seria. Mi ero dimenticata che ci fosse anche lui qui "sto scherzando " borbotta sottovoce facendo navigare, ancora una volta, il suo sguardo lungo la mia figura.

"La smetti di guardarmi? sembri davvero un pervertito " è capace di far uscire il peggio di me questo ragazzo.

"Ti sta bene anche questo vestito rosso, ma preferisco quello color carne di ieri" si lecca le labbra e gli lancio un cuscino in faccia " mi piacciono le tipe aggressiva a letto " sorride in modo provocatorio.

"Cameron!" urlo "hai una mente perversa. non sai fare altro?" Le vene del collo mi stanno chiedendo pietà oggi.

"Oh!"  si avvicina maliziosamente. "c'è tanto altro che so fare, Abbie" mi versa addosso un bicchiere d'acqua gelida facendomi rabbrividire. Non so come possibile versare l'acqua in un bicchiere in totale silenzio.

"Se mi prendo una brutta influenza, sappi che la colpa sarà solo ed esclusivamente  tua " ringhio a denti stretti ancora vicino al suo viso.

"Quando ti ho detto che hai provocato il diavolo, non stavo mica scherzando " mi schiaccia un occhiolino e va via.

"Vuoi la guerra? e guerra sia!" sbotto urlando da sola in questa grande stanza. Sono talmente incazzata che romperei volentieri qualcosa ho la faccia di qualcuno ad esempio.

Continuo a compilare pile di fogli fino a quando gli occhi non si fanno troppo stanchi da costringermi a smettere. Per fortuna sono più o meno asciutta dal momento che, ho acceso i termosifoni che pagherà il suo grandissimo paparino. Non mi aspettavo che il figlio ribelle di cui parla sempre il signor Dallas, e questo gran figo.

Figo sicuramente, ma testa di cazzo ancora di più.

"Jenny, salvami la vita e portami subito un caffè. Rischio di dormire e di perdere, contemporaneamente, il lavoro" chiedo con pietà dall'altro lato della cornetta.

"Carissima! vedo che il mio aiuto serve qui. Ecco il tuo caffè super zuccherato " entra sognante sedendosi sul mio divano comodamente "hai conosciuto il figlio del capo? un gran bel manzo!" afferma con occhi trionfanti. Non so cosa posso vedere in lui oltre che la bellezza.

"Ho visto " dico solamente sorseggiando il mio caffè navigando con il cellulare "sfortunatamente " aggiungo senza guardarla.

"Sfortunatamente? vorrei avere il privilegio di vedere i ragazzi come lui ogni giorno!" sbotta alzandosi "aspetta, lo conoscevi già da prima?"

"Sì, l'ho conosciuto ieri sera e posso dirti che non è un tipo cordiale e socievole. Ho fatto una cosa per cui adesso siamo in guerra" scoppia ridere mi guarda seria.

"Non dirmi che avete scopato " sta sognando ad occhi aperti praticamente, e non voglio nemmeno sapere cosa stia sognando.

"Ma la vuoi smettere con questo sesso? tu e lui camminate di pari merito" sbotto incazzata "io solo versato il mio drink che si era preso senza autorizzazione e lui, da bravo permaloso qual è, mi ha fatto la discussione di Stato" continuo seria.

"E che ci fa lui allora qui? Non è mai venuto in effetti ora che ci penso " dice pensandoci su.

"Questo non posso mica saperlo! ma chissà come mai suo padre mi ha affidato lui manco fosse un cane per insegnarle il lavoro" sbotto acida.

"È proprio un colpo basso, ma tu da brava leonessa quale sei, saprai come domare questo docile cagnolino " mi schiaccia un occhiolino ed esce sorridendo dalla stanza, lasciandomi di nuovo sola nella mia bellissima tranquillità.

Ora come ora mi darei fuoco è in pasto ai cani io stessa, ma l'unica possibilità che ho è quella di tentare quantomeno.

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