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"Smettila di lamentarti" mi urla dall'altro lato del telefono la mia amica "Tutti i vestiti ti stanno bene e lo sai, perché farsi cosi tante paranoie?" sbuffo e mi distendo sopra il letto.

Questo pomeriggio tornata a casa pensavo di farmi qualche ora di dormita ma inutile dirvi che è stato un totale fallimento, un flop. La testa, appoggiata sul cuscino, pulsava talmente forte che chiudere gli occhi mi era totalmente difficile. I pensieri mi assillano la mente fino a farmi avere mal di testa per ore intere, se non giorni.

"Voglio stare a casa" ammetto ad alta voce frignando "Davvero, non c'è la faccio ad affrontare la sbronza domani"

"Quante stronzate!" urla traforando il mio povero udito "Stai seriamente dicendo la verità? Perché a me sembra che tu ti sia chiusa nella stanza per non incrociare il suo sguardo. Hai fatto qualcosa?" ingoio il groppo alla gola che mi si è formato e respiro in modo lento. I miei sensi di colpa stanno prendendo il sopravvento.

"Non ho fatto niente, santo cielo!" mento "Non sono psicologicamente pronta a dare voce ai miei pensieri al momento, per favore" affermo acida massaggiando le tempie.

"Ti aspetto stasera. Se non vieni tu di tua spontanea volontà, sarò costretta a venirti a prendere io con la forza e contro la tua volontà" afferma decisa. Pazza per come è, lo farebbe per davvero. meglio evitare tale scandalo.

"Rosso o blu?" sospiro ormai decisa e senza vie di fuga.

"Me lo chiedi?" scoppia a ridere "Blu ovviamente" ammicca in tono provocatorio.

"Non farti strane idee Belle!" mi alzo e mi avvicino verso l'anta dell'armadio pronta a rivoluzionarmi. Chiudo il telefono prima che possa fare qualche battuta sconcia.

Dopo una lunga doccia calda indosso il vestito e lo liscio per togliere le grinze. Mi trucco in modo leggero mettendo anche un rossetto cipria sulle labbra e lascio i capelli in dolce onde che ricadono nelle spalle. Metto le scarpe e, dopo aver preso la mia borsa, mi incammino lungo il corridoio.

"Davvero niente da dire" fa un fischio leggero facendomi diventare paonazza. Mi fermo sul posto e giro per poterlo vedere meglio : è messo di lato vicino lo stipite della porta nei suoi comodi vestiti causal. Inutile dire che è un bellissimo ragazzo ma tengo a freno la mia lingua, ormoni compresi " mi avevi detto che saresti venuta solo se io avessi scelto il vestito da metterti questa sera" continua accigliando lo sguardo. E no, non l'ho dimenticato. L'ho solo evitato.

"È un vizio di tutti i miei amici questo?" vedo che mi guarda con aria interrogativa "Mi cogliete sempre all'improvviso, spesso" aggiungo alzando gli occhi al cielo. Scoppia a ridere e lo fisso, una risata vera ogni tanto sa farla " Lo so, ma ho dormito tutto il pomeriggio. Non volevo disturbarti Cam" ribatto accettando un sorriso tirato. 

"Mi reputi tuo amico?" sbuffo "Signorina facciamo progressi" afferma serio " Debs, tu non disturbi mai. Lo sai" mi sorride in modo malizioso voltandosi verso la porta principale. Indossa il giubbotto e si allontana. Mi sento cosi terribilmente in colpa che il cuore fa le capriole minacciandomi di uscire fuori dal petto. 

" sotto sotto, ma tanto sotto, la tua compagnia non è così male. Motivo per il quale si, potrei definirti cosi" affermo sorridendo e facendo sorridere anche lui. In realtà mi piace la sua compagnia quando si sa comportare, solo che al momento non mi va riempire il suo ego. Siamo entrambi orgogliosi, nessuno fa il primo passo verso nessuno. Questa è una cosa che ci accomuna parecchio.

"Andiamo?" mi riscuote dai miei pensieri e annuisco seguendolo fuori la porta "Debby, debby" scoppia a ridere e io non capisco. Sale in auto e lo faccio anch'io. Malato per come è, il cervello potrebbe dirgli di lasciarmi qui. E fidatevi di me se vi dico che è capace di farlo senza pietà.

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