24.

29 11 31
                                    

Cosa si fa in circostanze così confuse, esasperate, difficili d'affrontare? Non posso fare altro che pensare a ciò che ho fatto e continuo a nascondere da anni interi; l'unico pensiero fisso che mi fa martellare il cervello è quello di impazzire se penso a quella che potrebbe essere la sua reazione se solo lo venisse a scoprire.

Mi continuo a dire che non è niente, che passerà ; ma la verità è che non mi passerà mai questo senso di colpa.

Scendo dall'auto che ho appena parcheggiato nella villa e mi incammino verso l'entrata di casa di Kevin: l'unico che mi ha dato un posto sicuro consapevole di quello che era il mio problema con la casa adesso. Dal momento in cui Isabelle ha fatto quella cazzata non è ancora finita e c'è tanto tempo d'aspettare ancora. Ne sto pagando le conseguenze.

" Che cazzo ci fai impalata ancora lì?" lo sguardo confuso di Kevin mi fa ritornare alla realtà. E amici, che modi in questa famiglia! " Deborah vuoi entrare oppure vuoi prendere freddo fino a quando non ti ammali?" continua aggiustando la sua giacca in pelle sbattendo il piede per terra.

" Entro, ma modera i termini. Sei uguale a tuo fratello, partiamo con il piede sbagliato " continuo entrando sbuffando. E cosa ci si può aspettare dai figli del mio capo se non una villa pazzesca e con più stanze di un albergo, nonostante siano soli? esattamente il lusso " Vedo che il papà fa miracoli per tutti" scoppio a ridere ricevendo una porta sbattuta dietro le spalle.

" Vedo che non sei affatto simpatica come mi raccontava mio padre" mi schiaccia un occhiolino " E vedo che non sei affatto male " mi guarda malizioso ricomponendosi subito dopo aver pensato qualcosa.

E' proprio come un déjà-vu mi viene in mente Cameron : con i suoi occhi cosi lussuosi, cosi profondi ma così tanto arrabbiati ; con la postura da duro, i muscoli del viso sempre contratti e con il modo da fare da cafone. kevin non è poi così tanto diverso, ma nei occhi di ognuno di loro leggo tanta sofferenza e non li biasimo. Hanno convissuto sempre con il padre che per dirla in piu' sincera verità, non c'è mai stato così tanto per la famiglia : sempre impegnato con il lavoro, sempre impegnato a dire o fare la cosa giusta cercando di non sbagliare mai essendo un peccato.

" I modi di fare a casa vostra è un optional proprio come la matematica" continuo saettando lo sguardo dalla sua postura snella e rassodata, alla stanza di fronte immensa. Per quanto riguarda il lato caratteriale è così simile a Cameron, ma per quanto riguarda fisicamente no : è molto meno rassodato di Cameron, meno tatuaggi e molto meno curato.

L'aria non è la classica che mi ero abituata a sentire ogni volta che entravo o quando mi svegliavo : tabacco e menta, i classici. Quì invece, la stanza profuma di vaniglia e lavanda che insieme sono buoni senz'altro, ma troppo delicato come odore.

" Sei sempre il solito" sbuffo guardandolo facendolo ridere "Che ridi ? Prendi in giro una vagabonda senza casa?" scoppio a ridere anch'io della mia stessa battuta.

" Ma dai. Sdrammatizzo" afferma sincero " Devo andare a lavoro. Ma tu fai come se fossi a casa tua" continua sorridendomi " Davvero Deborah, puoi rimanere quanto vuoi e lo sai perfettamente. Mio fratello è stato proprio uno stronzo" sbotta acido. E non sa che la vera stronza sono io che ho nascosto a lui cose che gli hanno colpito l'anima. Non sa che andrà sempre peggio.

" Kevin" lo richiamo " Potresti accompagnarmi da tuo padre? sono troppo stanca per affrontare ancora altri minuti in più" sbuffo guardandolo seriamente.

" E me lo dici davvero con questa faccia?" mi guarda sollevando un sopracciglio " Cazzo, mi fai talmente tanta tenerezza che ti regalerei perfino la casa" scoppio a ridere e mi alzo sistemando i jeans. Indosso nuovamente la giacca e lo guardo. Gli tiro un cappello colpendolo in piena faccia ricevendo una risata. Nonostante tutto il suo sguardo sopra il mio corpo non va via.

emptystreetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora