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Il viaggio in macchina è andato una merda, letteralmente. La bambina faceva tante domande a cui Cameron non sapeva come risponderle. Sono intervenuta spesso io, cercando di fare calmare la curiosità di mia figlia. Di conseguenza, Cameron poneva domande a me a cui io, ancora, non volevo dare una risposta.


Per non parlare del rientro in casa Dallas, un trauma. La bambina ha pianto tutta la notte, la febbre gli è salita a temperatura troppo alta e negli occhi di Cameron leggevo fin troppo terrore, paura di non farcela, di non saper superare nulla. In realtà sono abituata a curare mia figlia sola e, quando mi è stata posta la domanda "vuoi una mano", ho risposto un "no" secco.


Si è spesso pronunciato per cercare di aiutarmi. Dopo tante battaglie è riuscito a vincere e dormendo con noi, ha fatto si che la rabbia di Caterine si placasse del tutto. E' riuscito a farla addormentare ma al risveglio è pieno di dolori.


"Ho dimenticato cosa volesse dire dormire una merda" sussurra mentre si aggiusta la camicia sbadigliando " Dormi sempre cosi tu?" mi domanda mentre scendo le scale per prendere una mela.


" Ci sono stati giorni peggiori onestamente" dico inizialmente. Noto che fa una faccia sconcertata e ricapisco l'errore " Non volevo" affermo alzando gli occhi al cielo.


" Ti ho fatto io la domanda e mi va bene la risposta" sorride leggermente avvicinandosi " Hai bisogno di un passaggio?" è cosi comprensivo che mi fa quasi paura perfino guardarlo.


Ho come la sensazione che tutto questo sia di passaggio, che la vita mi deve ancora mettere a dura prova chissà quante altre volte ancora. Mi limito solo a guardarlo nei occhi stanchi dalla nottata passata e sorrido. Mi sarebbe piaciuto che questo fosse accaduto anni indietro, che non fossi stata sola a passare le mie nottate, che ci fosse stato qualcuno con me a tendermi la mano con il suo aiuto. Ma non è stato cosi, e forse ad oggi, non lo rinnego neanche. Perchè ciò che è stato nel passato, mi ha fatto diventare ciò che sono nel presente.


"Posso tenere io la bambina" sorride Rose facendomi voltare verso la sua figura " Ti ho detto che ti avrebbe aspettata" sussurra con voce bassa facendomi scoppiare a ridere " Non ha più portato nessuna, questo è un bene" mi sorride dolcemente toccandomi il braccio. Mi fa sentire a casa, amata veramente. Questa donna è un amore.


" Se per te non è un problema" dico a disagio " sei abituata a combattere con i tipi tosti, no?" sorride mentre mi volto a guardare verso la figura elegante di Cameron " Bene, è uguale a lui, buona fortuna" indosso le scarpe velocemente cercando con lo sguardo il cappotto.


" E' lì" indica il divano in pelle senza guardarmi " è un complimento dire che è uguale a me" alza un sopracciglio e mi guarda con aria maliziosa " Rose, non darle retta. Sai domare le tigri, mia figlia è come se lo fosse" ammicca schiacciandomi un occhiolino dirigendosi verso l'auto.


Non mi aspettavo che la mia vita potesse essere cosi sbagliata ma, al tempo stesso, cosi giusta. Forse è cosi che doveva andare, per farci incontrare nuovamente adesso, nel mio presente. E' riuscito a calmare l'ira di sua figlia e la mia. E' riuscito a farmi respirare ancora una volta.Cameron è sempre stato un tipo stronzo, ed è per questo che non pensavo minimamente si potesse comportare in modo simile dopo quello che ha scoperto.


"Ma quanto è riempito il tuo ego?" dico salendo in macchina " Proprio tanto?" continuo a ripetere sistemando i capelli con le dita sorridendo.

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